La protezione della persona incapace in area europea
Abstract
La tematica della protezione dei soggetti incapaci nei sistemi giuridici europei si presenta connotata di notevole rilevanza non soltanto sul piano teorico e dogmatico, ma soprattutto sotto il profilo pratico, attesa la "naturale" esigenza, avvertita nei diversi ordinamenti, di soddisfare le istanza di tutela innestate su situazioni personali o collettive permeate di indubitabile drammaticità e complessità: è evidente, pertanto, che l'importanza dll'argomento postula la necessità di un'analisi approfondita di tutte le questioni più o meno controverse suscitate dal dibattito, sorto in dottrina e sviluppato dal formante giurisprudenziale, intorno alla figura dell'incapace. Tuttavia, la necessità di pervenire a risultati puntuali e soddisfacenti conformi alle finalità primarie della comparazione tra ordinamenti, ha imposto una scelta necessariamente restrittiva del campo di riferimento della ricerca, da cui discende l'inevitabile selezione di alcuni soltanto tra i sistemi giuridici europei ai fini dell'analisi comparata (Italia, Francia, Inghilterra, Germania) e dei soli soggetti affetti da malattie mentali o versanti in situazioni di disabilità tra gli incapaci. Sotto il profilo metodologico, vale sottolineare che, trattandosi di tematiche coinvolgenti aspetti esistenziali della personalità umana, si è rivelato indispensabile operare una netta scelta nel senso di ricostruire la materia oggetto di indagine su basi squisitamente giuridiche al fine di evitare che implicazioni e considerazioni metagiuridiche potessero inficiare i risultati dell'elaborazione dogmatica, già resa complessa dalla chiave comparatistica di lettura. In ogni caso, le molteplici sollecitazioni provenienti dalla realtà sociale, specie intorno alla discussa figura del testamento biologico, hanno imposto alcune riflessioni quanto meno de iure condendo. Ciò premesso, la disamina delle nozioni di "incapacità" coniate dai diversi ordinamenti e l'analisi comparata delle scelte dei "padri" delle codificazioni europee nonché dei più moderni legislatori in relazione alle forme ed ai mezzi di tutela delle incapacità, molto spesso tradottesi in vere e proprie "camicie di forza" per soggetti non del tutto estranei al contesto della realtà, ma comunque bisognosi di protezione più che di restrizione e costrizione, ha permesso di delineare i primi risultati della ricerca: l'individuazione dei limiti degli strumenti di tutela tradizionali e l'enucleazione di spunti di valorizzazione della volontà dei soggetti incapaci attraverso le riforme recenti, influenzate anche dai formanti giurisprudenziali e dottrinali. Di seguito, l'elaborato si sviluppa nell'esame delle prospettive di tutela degli incapaci in ambito comunitario ed internazionale, soffermandosi in particolare sulle possibilità di influenza degli ordinamenti sovranazionali sugli ordinamenti nazionali in tema di protezione e promozione del valore-persona. Da ultimo, nell'ottica di una indispensabile compenetrazione tra profili personalistici e misure di matrice prettamente patrimonialistica, laddove questi ultimi, se scandagliati attraverso la lente della più ampia tutela degli interessi del soggetto debole possono consentire di assicurare la piena realizzazione degli obiettivi di protezione, la ricerca sfocia in un'approfondita comparazione tra figure giuridiche affini ma profondamente diverse (trusts, fiducie, patrimoni destinati), tutte contraddistinte dal tratto comune di non essere strutturalmente e teleologicamente indirizzate a soddisfare interessi di natura extra-patrimoniale. Si analizzeranno, così, le attuali possibilità di "trasmigrazioni" reciproche di strumenti tra ordinamenti, i limiti di questi ultimi, se adoperati rigidamenti e senza travalicare le finalità per cui sono nati, e si formuleranno alcune conclusioni: scarsa capacità di "deviazione" degli strumenti a matrice patrimonialistica verso la realizzazione di obiettivi extra causali, prospettive di apertura (e di chiusura) dell'ordinamento italiano. [a cura dell'autore]