Acquisizioni e difficoltà del processo migratorio: identità e salute
Abstract
Il lavoro di ricerca descrive il fenomeno migratorio nelle sue dinamiche politiche, sociali ed economiche. Il tema è stato affrontato principalmente con l’intento di “dare un volto” a coloro che vivono le dinamiche annesse al fenomeno, considerando soprattutto le acquisizioni e le difficoltà di insediamento degli stessi. Il lavoro è stato svolto ponendo a fondamento, nell’analisi di questi processi, tre concetti: identità, lavoro e salute, considerati come elementi imprescindibili del percorso d’integrazione dei soggetti migranti.
L’identità è il fondamento culturale dell’individuo, il quale, essendo migrante, si scontra con la realtà culturale che deve assimilare nel paese d’immigrazione. Questo processo viene inteso come discontinuità del soggetto dal suo essere appartenente ad un gruppo. Egli, come dice Simmel nella sua analisi dello “straniero”, non è “né dentro né fuori”; è un soggetto assente, come sostiene Sayad; o, come argomenta Bauman, è colui che ci costringe a valutare noi stessi e gli altri. E come si definisce l’identità del migrante? Su cosa si fonda il suo progetto migratorio, e la sua possibilità di integrazione nel paese d’arrivo? Si fonda sul lavoro, sulla possibilità di sostenersi economicamente e migliorare la condizione di vita propria, e quella della sua famiglia lasciata nel paese di origine. Il lavoro è la base sulla quale si stabilisce il rapporto tra paese d’arrivo e migrante, perché solo attraverso il lavoro potrà avviare il suo processo d’integrazione.
Dal lavoro nasce un nuovo fenomeno legato all’immigrazione, il Transnazionalismo, concetto che ridefinisce e ridisegna la storia migratoria, che non è più una frattura tra il paese di partenza e quello di arrivo, ma un “ponte” che lega, e tiene in contatto, i due “momenti” del progetto migratorio, grazie all’invio nel paese di origine di parte dei guadagni ottenuti col lavoro nel paese di immigrazione. In questa sorta di scambio risultano nuove protagoniste le donne, che rappresentano il volto più recente dell’immigrazione. Le donne non emigrano solo per ricongiungimenti familiari, ma anche per un autonomo progetto migratorio, per migliorare e trasformare la propria condizione di vita. In questo processo ha significato, come anche nel caso degli uomini, la verifica dello stato di salute di chi emigra e il rapporto, anche critico, conseguente con i servizi sanitari.
La salute dell’individuo migrante deve considerarsi necessaria per una buona condizione di vita e un buon livello d’integrazione. Per questo è importante esaminare i concetti legati alla salute dell’immigrato come: effetto migrante sano, salute transculturale, mediazione culturale. Questi concetti sono stati analizzati in forma autonoma e attraverso un’indagine sul campo, nella loro presenza nell’esperienza dei migranti. L’indagine, qualitativa, è stata svolta nel comprensorio dell’Agro Nocerino Sarnese, e ha evidenziato che un grosso numero di soggetti migranti si è rivolto al Presidio Ospedaliero che vi fa capo, l’ospedale Umberto I. L’indagine ha coinvolto medici, infermieri e operatori sanitari, chiamati a un’analisi sulle reali difficoltà della presa in carico di questi soggetti. [a cura dell'autore]