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dc.contributor.authorPotenza, Costanza Teodosia
dc.date.accessioned2011-11-22T15:45:41Z
dc.date.available2011-11-22T15:45:41Z
dc.date.issued2011-04-28
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/10556/208
dc.description2009 - 2010en_US
dc.description.abstractUn tratto fondamentale dell’esperienza del soggetto moderno è costituito dalla scoperta che egli non è, nel senso proprio del termine, Autore della propria storia, ma, in qualche maniera ne può diventar padrone nel momento in cui la racconta. L’autobiografia costituisce un campo di indagine ancora in gran parte inesplorato perché fatto da una gran mole di testi, derivanti non solo dai capolavori autobiografici della letteratura mondiale, ma soprattutto dal materiale autobiografico prodotto dalla persona comune, che sente l’esigenza di raccontare la propria vita, per far un po’ di ordine, per realizzare un bilancio o per ripartire dopo un fallimento. In questo senso viene qui presentato un excursus investigativo, senza alcuna pretesa di esaustività, sull’autobiografia nell’educazione. In senso classico le autobiografie hanno sempre fatto parte degli strumenti dell’educazione (memoriali, diari, confessioni), ma è solo negli studi più recenti, che l’autobiografia viene considerata un metodo educativo a sé stante. Attraverso tale metodo si possono rivedere e rivivere i molti io che si è stati nel passato, collegandoli in una sequenza cronologica che ricostruisca la propria storia di vita, cercando quell’unica cosa che vale la pena cercare: il significato della propria vita e della vita in generale. Alla base del metodo vi sono teorie psicologiche di tipo cognitivista che ammettono l’esistenza di un pensiero narrativo, inteso come la modalità cognitiva attraverso la quale le persone danno una struttura alle esperienze e agli scambi con il mondo sociale e la esprimono sotto forma di racconti o narrazioni. Allo scopo di capire come funziona il pensiero narrativo vengono analizzate le dieci proprietà fondamentali della narrazione, come proposto da Bruner. Questo permette di introdurre gli elementi e la struttura del testo narrativo da un punto di vista esclusivamente sintattico. Secondo le regole della “Teoria degli schemi” e della “Grammatica delle storie”, nella persona esiste già una struttura mentale tale per cui, anche in presenza di dettagli mancanti, essa sarà in grado di ricostruire l’intera sequenza degli avvenimenti perché può ricorrere alla sua conoscenza della situazione e all’attivazione di schemi che si ricordano, sono disponibili e facilmente accessibili alla memoria. La memoria, quindi, viene considerata non solo come un magazzino di informazioni, ma anche come la sede in cui si realizza il processo di comprensione, sia degli eventi personali sia dei testi narrativi. In conclusione, quando l’esperienza passata viene narrata o scritta, essa si struttura secondo la grammatica e la sintassi del linguaggio, è rielaborata in base alle regole del discorso, della comunicazione con l’interlocutore e rimodellata in funzione del destinatario e degli scopi comunicativi. La narrazione allora è una componente essenziale dell’esperienza sociale, culturale e formativa dell’individuo e la capacità di comprendere e produrre storie è un’abilità evolutiva che si accresce e si affina nel corso della vita della persona. Tali abilità, poiché investono la vita individuale già a partire dalla prima infanzia, contribuiscono alla costruzione della identità personale e culturale. Le storie sono un modo per conoscere ma anche per trasformare se stessi, passando da un linguaggio che in un primo momento è “per se stessi”, ad un linguaggio “per gli altri”. La particolare forma narrativa con la quale si strutturano esperienze e ricordi personali per gli altri, è conosciuta con il nome di “autobiografia”, che significa appunto“vita di un individuo descritta da sé medesimo”. Si arriva, quindi, ad esaminare l’autobiografia come metodo formativo in quanto basata sul principio “raccontarsi per capirsi”, ed avente come fondamento la “costruzione di significato” e l’attribuzione di senso alle esperienze della singola persona. L’autobiografia, invitando la persona a guardare al passato e, allo stesso tempo, a guardare al futuro, diventa sia cammino di “cura di sé” che percorso di “apprendimento continuo ed inarrestabile”. Inoltre accresce le capacità autoriflessive e permette di ascoltare le emozioni personali realizzando le proprie capacità cognitive. In questa maniera, il progetto educativo pone al centro dell’azione pedagogica “l’autoeducazione di ciascuna persona”, la quale valorizza l’importanza dell’imparare a riflettere principalmente “con e su se stessi”, a favorire le proprie potenzialità, ad acquisire il prima possibile indipendenza intellettuale e creativa favorendo, con questo, anche le relazioni umane. [a cura dell'autore]en_US
dc.language.isoiten_US
dc.publisherUniversita degli studi di Salernoen_US
dc.subjectPedagogiaen_US
dc.subjectAutoformazioneen_US
dc.subjectAutobiografiaen_US
dc.titleNuove vie della ricerca teorico-pratica in pedagogia. I temi dell’autoformazione come autobiografiaen_US
dc.typeDoctoral Thesisen_US
dc.subject.miurM-PED/01 PEDAGOGIA GENERALE E SOCIALEen_US
dc.contributor.coordinatoreMinichiello, Giulianoen_US
dc.description.cicloIX n.s.en_US
dc.contributor.tutorAcone, Giuseppeen_US
dc.identifier.DipartimentoScienze dell’Educazioneen_US
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