Negozio di destinazione in ambito familiare
Abstract
Il progetto di lavoro è così suddiviso:
nella prima parte il dottorando si soffermerà sul fenomeno della destinazione dei beni allo scopo, sui negozi fiduciari e sul concetto di fiducia, sul trust e sulla connessa problematica relativa all’ammissibilità del trust c.d. interno o domestico.
Più in particolare la prima parte tratterà del concetto di separazione patrimoniale, della causa e della struttura dei negozi di destinazione allo scopo facendo riferimento alla distinzione tra il concetto di fiducia in senso romanistico ed in senso germanico nonché allo sdoppiamento della proprietà proprio dell’istituto del trust. Ancora, si analizzeranno le varie forme di proprietà fiduciaria con il correlato problema della tutela dei terzi e dei rapporti tra negozio di destinazione, negozio fiduciario, negozio indiretto e simulazione.
Nella seconda parte il dottorando affronterà la disciplina introdotta dall’art. 2645 ter c.c.
In particolare si procederà all’analisi dell’ambito di operatività del citato art. 2645 ter c.c. ed all’indagine circa la corretta qualificazione della norma (norma sugli effetti dell’atto o norma tout court sull’atto).
Il dottorando poi affronterà in termini critici la tematica relativa alla creazione della nuova tipologia degli “atti di destinazione”, alla luce anche delle pronunzie giurisdizionali più recenti.
Si analizzerà, infine, la natura del negozio di cui all’art. 2645 ter c.c. (ad efficacia reale od obbligatoria), nonché le modalità con cui condurre il giudizio di meritevolezza degli interessi perseguiti.
La terza parte infine, analizzerà più compiutamente l’ammissibilità del negozio di destinazione in ambito familiare conducendo l’analisi alla luce delle norme del diritto di famiglia ed in particolare quelle di disciplina dell’istituto del fondo patrimoniale familiare.
L’intero lavoro naturalmente non prescinderà da opportune indagini comparatistiche. [a cura dell'autore]