Torrente Ballester, Los gozos y las sombras: tradizionalismo realistico e sperimentazione
Abstract
L’esegesi dell’opera Los gozos y las sombras è stata preceduta da un capitolo che ha cercato di ripercorrere l’esperienza umana, letteraria e intellettuale di Gonzalo Torrente Ballester, intitolato Torrente Ballester par lui-même. L’uomo e lo scrittore, allora, sono diventati un pretesto per allargare lo sfondo e cercare di rendere più comprensibile un paese passato attraverso le grandi speranze e le grandi tragedie della politica; in più tale capitolo ci ha dato la possibilità di guardare più da vicino le modalità narrative che Torrente ha utilizzato nell’arco della sua lunghissima attività di scrittore. Successivamente si è passati all’analisi della trilogia Los gozos y las sombras, che ha fatto leva essenzialmente sul nesso inscindibile che legava il reale con l’immaginario descritto dalla trilogia, la Pueblanueva del Conde letteraria con la Galizia reale, la storia con la geografia, nella ipotesi, anzi, che la geografia, nei suoi aspetti più significativi, potesse potenziare le suggestioni della storia. Non abbiamo tralasciato di considerare che il congegno letterario in cui si dispiegavano le vicende di Carlos Deza e della galleria di personaggi che attorno si muovevano era collocato non in uno spazio qualsiasi, ma in uno spazio da sempre caratterizzato da una sua grammatica comportamentale: la provincia. La provincia ancora una volta descriveva e usava implacabilmente sulla vita dei suoi abitanti la clava dei suoi mali, mali che, ovviamente, risultavano essere sempre gli stessi: conformismo, immobilismo, noia, frustrazione, solitudine. [a cura dell'autore]