The decision to act: a study on the variables influencing teachers’ willingness to implement inclusive classroom practices
Abstract
Il presente lavoro di tesi è volto ad indagare le variabili che influenzano le decisioni degli insegnanti nel mettere in atto e nell’implementare pratiche inclusive in classe. Un’analisi dettagliata della letteratura scientifica ha consentito di individuare la Teoria del Comportamento Pianificato (Ajzen, 1988) come framework teorico dell’intero lavoro. Negli ultimi anni questa teoria ha occupato un posto di notevole rilievo nelle scienze sociali al fine di studiare il comportamento umano; inoltre, numerose ricerche in ambito educativo hanno adottato tale teoria per guidare la pianifica degli studi e la loro realizzazione.
Sulla base della Teoria del Comportamento Pianificato e dell’individuazione di studi simili già condotti e riportati nella letteratura scientifica internazionale, la principale ipotesi di ricerca comprende tre variabili predittive ed una variabile dipendente. Per quanto riguarda le prime, esse sono: le percezioni degli insegnanti circa la loro auto-efficacia per insegnare in contesti inclusivi, gli atteggiamenti verso l’inclusione e le preoccupazioni che gli insegnanti hanno circa le pratiche inclusive. La variabile dipendente è relativa alle intenzioni dei docenti di implementare pratiche inclusive. L’ipotesi è che più gli atteggiamenti dei docenti sono positivi e più alte sono le auto-percezioni di efficacia, più alta è la possibilità che gli insegnanti adottino pratiche inclusive. Per quanto concerne le preoccupazioni, in questo caso, meno esse sono, più alte sono le intenzioni di adottare pratiche inclusive. Inoltre, è stato ipotizzato che, studiate insieme, queste tre variabili aumentino il livello di predittività delle intenzioni rispetto a quando sono prese in considerazione singolarmente.
Il questionario comprende quattro scale finalizzate a misurare le variabili predittive e dipendenti, mentre una sezione a parte è dedicata alla raccolta dei dati socio-demografici. Dopo la traduzione delle scale dall’inglese all’italiano, è stato condotto uno studio pilota per accertare che il linguaggio fosse appropriato per il contesto e che non vi fossero eventuali interpretazioni sbagliate o ambiguità. Le quattro scale utilizzate sono state la “Teacher self-Efficacy for Inclusive Practices Scale” (Sharma, Loreman & Forlin, 2011), la “Attitudes towards Inclusion Scale” (Sharma & Jacobs, 2016), la “Concerns about Inclusive Education Scale” (Sharma & Desai, 2002), e la “Intentions to Teach in Inclusive Classrooms Scale” (Sharma & Jacobs, 2016). Nell’ultima sezione del questionario vi sono due domande a risposta aperta atte a sollecitare i partecipanti all’individuazione di tre fattori che possano favorire l’adozione di pratiche inclusive e tre fattori che possano rappresentare degli ostacoli.
Il questionario è stato somministrato all’inizio di un percorso di formazione per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità tenutosi presso l’Università degli Studi di Salerno nell’anno accademico 2015/2016. Il numero degli intervistati (docenti di scuola dell’infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di primo e di secondo grado) è pari a 156, la maggior parte dei quali donne (93%); quanto all’età, oscillano tra i 31 e i 40 anni (64%). I punteggi medi hanno dimostrato che il gruppo di docenti ha atteggiamenti positivi, bassi livelli di preoccupazioni, alti livelli di auto-percezioni di efficacia ed un elevato grado di intenzioni di insegnare in classi inclusive. L'analisi di regressione multipla ha confermato l'ipotesi principale di questa tesi e cioè che le tre variabili insieme sono predittori significativi per spiegare le intenzioni di insegnare in classi inclusive.
Secondo gli intervistati, il principale fattore che favorisce l'educazione inclusiva è l'implementazione di strategie e di attività didattiche partecipative e costruttive, mentre valori, credenze ed atteggiamenti non sono favorevoli per la promozione di contesti inclusivi sono stati considerati come il maggiore ostacolo.
Questa tesi sostiene che la Teoria del Comportamento Pianificato possa guidare gli studi sulle relazioni tra le variabili che incidono sull’inclusione e possa risultare utile per la progettazione di programmi di formazione degli insegnanti, andandone a valutare la loro efficacia. Tuttavia, è necessaria l'integrazione di studi qualitativi per ridurre la vulnerabilità dei dati raccolti con strumenti self-report. [a cura dell'autore] The aim of this thesis was to investigate the variables that impinge on teachers’ decisions to implement inclusive classroom practices. A thorough literature review on this research topic led to the identification of the Theory of Planned Behaviour (TPB) (Ajzen, 1988) as an underpinning framework for this thesis. This theory has gained considerable approval in social sciences to investigate human behaviour and an increasing amount of studies on this area of educational research have adopted it as a guiding theory and model for the research design and implementation.
On the basis of the TPB and similar studies conducted, the principal research hypothesis included three predictor variables and a dependent variable. The former are teachers’ self-percepts of efficacy to work in inclusive contexts, attitudes towards, and concerns about inclusion, whereas the dependent variable is intentions to implement inclusive classroom practices. It was hypothesised that the more positive the teachers’ attitudes towards inclusion are and the higher the self-percepts of efficacy, the more likely teachers are to adopt inclusive practices. With regards to the third predictor variable, the fewer the concerns the higher are teachers’ intentions to implement inclusive practices. Moreover, it was hypothesised that studied together, these three variables would be more predictive of intentions than when taken singularly.
Four scales comprised the questionnaire that aimed at measuring these variables. These were the Teacher self-efficacy for Inclusive Practices Scale (Sharma, Loreman & Forlin, 2011), the Attitudes towards Inclusion Scale (Sharma & Jacobs, 2016), the Concerns about Inclusive Education Scale (Sharma & Desai, 2002), and the Intentions to Teach in Inclusive Classrooms Scale (Sharma & Jacobs, 2016). An additional section collected demographic data, while two concluding open-ended questions asked respondents to identify factors that, in their opinion, facilitate and hinder inclusion.
The questionnaire was administered at the beginning of a course which was aimed at student-teachers interested in acquiring the Learning Support Teachers Warrant to work in either nursery and primary school or lower and upper secondary school. The total number of respondents was 156 of whom the majority were female (93%) and were between 31 and 40 years old (64%). Mean scores showed that this group of respondents have positive attitudes, low levels of concerns, high levels of teacher self-efficacy, and high degrees of intentions to teach in inclusive classrooms. Multiple regression analysis confirmed the main hypothesis in this thesis that the three variables together are significant predictors to explain intentions to teach in inclusive classrooms.
According to the respondents, the major factor that fosters inclusive education is the implementation of active, hands-on teaching strategies and activities, whereas values, beliefs and
attitudes that are not conducive for the promotion of inclusive contexts were considered as the main hindrance.
This thesis argues that the TPB can guide studies on the relationships between the variables impacting on inclusion, and may be useful for designing teacher education programmes and evaluate their effectiveness. However, the integration of qualitative studies to reduce the vulnerability of data collected from self-reports is required. [edited by author]