La teoria della semplessità come prospettiva non lineare delle Didattiche disciplinari
Abstract
Il rapporto tra la Didattica generale e la pluralità delle Didattiche disciplinari rappresenta una vexata quaestio che interessa, ormai da decenni, la ricerca didattica europea con posizioni differenti riconducibili, in Italia, a due linee di indirizzo principali: da un lato, ci sono i sostenitori della Didattica generale, intesa come scienza in grado di individuare strategie e metodologie idonee ad assicurare che tutti gli allievi acquisiscano abilità e competenze indispensabili per padroneggiare i diversi saperi; dall’altro, prevale l’idea secondo la quale non ci possa essere insegnamento senza che vi sia un quid da insegnare. In questa querelle epistemologica emerge la necessità di un’interazione tra il “polo generale” ed il “polo disciplinare” al fine di giungere ad una piena realizzazione del processo di insegnamento-apprendimento. L’insegnante, tenendo conto delle esigenze dei suoi discenti ed adattandosi al contesto in cui si trova ad agire, deve trasporre didatticamente un determinato sapere sulla base dei fondamenti contenutistici e metodologici della materia di riferimento. La chiave pedagogico-didattica consente il superamento di logiche tendenzialmente trasmissive e routinarie, focalizzando l’attenzione sull’intenzionalità pedagogica che risponde ai bisogni educativi ed apre la strada alla progettazione di percorsi formativi scolastici ed extrascolastici. Sulla base di tali riflessioni, il presente lavoro di tesi è volto ad individuare nella teoria della semplessità di Alain Berthoz un possibile trait d’union tra la Didattica generale e le Didattiche disciplinari: tale teoria, infatti, potrebbe costituire il quadro teorico-metodologico di riferimento per le Didattiche disciplinari nonché un’utile guida operativa per i docenti che, attraverso la declinazione in ambito didattico di principi regolatori, si aprono alla sperimentazione e all’innovazione, deviano da azioni stereotipate e destrutturano continuamente gli scenari e le situazioni che gli si presentano. [a cura dell'autore] The relationship between general didactics and the plurality of disciplinary didactics is a vexed question that, for decades, has generated interest in European educational research giving rise to different positions. In Italy, two main schools of thought prevail.On the one hand, there are the supporters of general didactics, which can be defined as a science able to identify appropriate strategies and methodologies to ensure that all students acquire the necessary skills and expertise to master different types of knowledge. On the other hand, supporters of disciplinary didactics sustain that there can be no teaching without “something” to teach, thus concentrating on how to teach the subject content. In this epistemological controversy,what emerges is the need for an interaction between the "general pole" and the "disciplinary pole" with the aim of putting into action an effective teaching-learning process. Taking into account the learners’ needs and adapting to the context in which they work in, teachers must transpose didactically a certain knowledge on the basis of content and the methodological foundations of the subject being taught. The pedagogical-didactic key allows to overcome those viewpoints and behaviours which tend to be transmissive and routine-based by focusing the attention on the pedagogical intention which precedes the actual action of teaching. This is essential to respond to the learners’ educational needs and paves the way for the planning of school curricula and extracurricular activities. On the basis of these considerations, the present work is aimed at identifying a possible link between general didactics and disciplinary didactics in Alain Berthoz’s theory of simplexity. In fact, it is argued that this theorymay constitute the theoretical and methodological framework of reference for disciplinary didactics as well as a useful operational guide for the teachers who, through the application of regulatory principles in teaching, there is more openness to experimentation and innovation, taking detoursto move away from stereotyped actions and deconstructingthe scenarios and situations that arise. [edited by author]