Germanica. Storia e analisi critica di un'antologia di narratori tedeschi nell'Italia degli anni quaranta
Abstract
Il presente lavoro ha come oggetto principale l’antologia di narrativa tedesca intitolata Germanica,
pubblicata nel 1942 per le edizioni Bompiani a cura di Leone Traverso. Tale antologia, un ponderoso
volume che raccoglie trentasei brani in prosa di trentadue scrittori di lingua tedesca tradotti da molti
dei migliori traduttori dell’epoca, a differenza della gemella Americana curata da Elio Vittorini, non
ha mai riscontrato un particolare interesse di critica.
Comprendere le ragioni di questo silenzio ha significato prima di tutto interrogarsi sul valore
letterario e culturale di Germanica sia attraverso lo studio e l’analisi del testo, sia attraverso la
ricostruzione della situazione della letteratura tedesca tradotta nell’Italia fascista. La concezione del
fatto traduttivo come fenomeno culturale complesso qual è stata elaborata dai cosiddetti Translation
Studies e dal loro approccio interdisciplinare ha fornito il quadro teorico di riferimento. A questo
proposito si è inteso sottolinearne il valore specifico per il nostro studio ripercorrendo nel primo
capitolo le tappe più importanti nella storia delle moderne teorie della traduzione.
Se scuole come la Übersetzungswissenschaft, nata negli anni Cinquanta in Germania, con la
loro prospettiva eminentemente linguistica hanno mostrato i loro limiti nell’intelligenza del tradurre
e, soprattutto, del tradurre il testo letterario, a partire dagli anni Settanta con i cosiddetti Translation
Studies si registra un profondo cambiamento. Lungi dall’essere considerata alla stregua delle
discipline scientifiche, la traduzione viene vista sempre di più come un fatto che riguarda non solo le
lingue, ma anche la storia e la cultura. Grazie soprattutto agli esponenti della scuola di Tel Aviv si
comprende che alla traduzione concorrono anche fattori extratestuali, primo fra tutti il contesto
politico, sociale, culturale, in cui nasce e si acquisisce un testo tradotto.
Il secondo capitolo è dedicato non solo alla ricezione della letteratura tedesca in Italia nella
prima metà del Novecento, ma anche alla descrizione delle principali tendenze relative alla traduzione
che si sviluppano nel nostro paese nel periodo considerato. In questi anni, imprescindibile diventa il confronto di chi si occupa di traduzione con le idee del filosofo Benedetto Croce, anche se,
parallelamente, tra gli anni Venti e Trenta, alcuni traduttori, che spesso sono anche scrittori affermati,
si allontanano dalle scoraggianti posizioni del filosofo e, animati da un vivace interesse per le
letterature straniere, attraverso le loro traduzioni contribuiscono in maniera determinante ad aprire la
letteratura nazionale alle novità europee emancipandola dal suo provincialismo. Scrittori come Cesare
Pavese ed Elio Vittorini, grazie ai quali la letteratura americana contemporanea farà il suo ingresso
in Italia, agiscono da veri e propri mediatori culturali. Accanto a costoro, altre figure di mediatori
qualificati frequentano il noto caffè letterario fiorentino “Le Giubbe Rosse”, che negli anni Trenta
rappresenta un punto di incontro cruciale per la diffusione delle letterature straniere in Italia,
compresa la tedesca, la quale proprio in questo periodo può contare anche sulla disponibilità di
un’editoria in crescita. D’altra parte, l’avvento del fascismo, consolidatosi nel 1925 come vera e
propria dittatura, contribuisce ad ostacolare la circolazione di traduzioni di testi contrari alla cultura
canonizzata dal regime. Autori come Thomas Mann, Stefan Zweig, Lion Feuchtwanger e altri
vengono banditi dal nuovo governo e si vedono superati nel mercato da scrittori più “allineati” o che
sfuggono la censura praticando il culto dell’interiorità. Non mancano tuttavia iniziative editoriali che,
in maniera più o meno cifrata, criticano le nefandezze del nazismo o pubblicizzano autori tedeschi
non allineati con la dittatura.
In questo contesto difficile e culturalmente segnato dall’ambivalenza Leone Traverso, che
inizia la sua attività di traduttore nel 1934 cimentandosi con le poesie di Stefan George, è un mediatore
di importanza capitale. Gli eventi e le esperienze degli anni fiorentini trasformano Traverso in un
intellettuale attento alle opere della letteratura europea e della tedesca in particolare. Insieme agli altri
traduttori e critici che frequentano assiduamente il caffè letterario fiorentino “Le Giubbe rosse”,
Traverso concorrerà in maniera decisiva a far sì che l’Italia, negli anni Trenta e fino al secondo
conflitto mondiale, non sia tagliata fuori dalla letteratura mondiale contemporanea. Antologie come
Germanica e Americana sono momenti essenziali di questa evoluzione.
L’ultima parte del lavoro si concentra su Germanica, di cui si ricostruisce prima di tutto la
complicata storia editoriale. Lo studio dei carteggi, quasi sempre inediti, intercorsi tra il curatore e i suoi collaboratori da una parte e Vittorini e Bompiani dall’altra, ha reso possibile sia ripercorrere
minuziosamente le diverse tappe che hanno portato alla pubblicazione dell’antologia, sia
comprendere, all’interno del condizionamento inevitabile rappresentato dalla censura, le ragioni di
certe scelte del curatore.
Un’indagine sulle tematiche principali dei testi che contiene ha messo in luce il grande rilievo
conferito agli autori della Romantik e, al contempo, la presenza di alcuni Leitmotive che, più di altri,
costituiscono dei veri e propri fili conduttori che legano i diversi brani. Nella sezione conclusiva si è infine cercato di rilevare i tratti peculiari di alcune delle traduzioni di Germanica, analizzando nello
specifico i testi tradotti da Giaime Pintor, Rodolfo Paoli, Emma Sola, Leone Traverso e Tommaso
Landolfi. [a cura dell'Autore] The principal subject of my dissertation is the anthology called Germanica (edited by Leone Traverso), which was published in 1942 by Bompiani, an eminent Italian publishing house. It is an awesome volume which gathers the translations of thirty-two representative texts of German literature.
The idea of translation as a cultural phenomenon, developed by the so-called Translation Studies and their inter-disciplinary approach, has provided the theoretical framework. For this reason, in the first chapter there is an overview on the most important contemporary theories of translation. If schools like the Übersetzungswissenschaft, which was born in Germany in the ‘50s, showed several limits when they had to cope with the translation of a literary text, in the ‘70s there was a big change because of the emergence of the Translation Studies.
The second chapter deals with the reception of German literature in Italy in the first half of the 20th century. The spread of German literature in Italy seemed to receive an incomparable stimulus from the publication of Germanica, because of its size and the quality of texts, authors and translators, some of whom were the best in Italy at that time. This chapter is also dedicated to the translation theories that were spread in Italy in those years. Particularly, I analyzed in detail the theories of intellectuals who met up in the famous Florentine coffee bar “Le Giubbe Rosse”. Among those intellectuals, there were also Leone Traverso, Elio Vittorini and Tommaso Landolfi, who played a relevant role for the birth of Germanica.
The first part of the third chapter is dedicated to the story of Germanica’s birth. Although Traverso was not selected as first editor, he was well-known especially as translator in the Italian cultural world. The anthology was born thanks to the large contribution of Elio Vittorini, who was Germanica’s customer as well as Americana’s editor. He played an essential role for the birth of Traverso’s anthology as regards the authors’ choice, the figures and the general organization of the book. Moreover, there are various similarities between Americana and Germanica.
The last part of this dissertation is centered on the translations contained in Traverso’s anthology. Some of these translations are analyzed and compared with the original texts, in order to find out the features of every translation method. In this case, the concept of “reversibilità”, theorized by the Italian philosopher Umberto Eco, has provided the theoretical framework. [edited by Author]