Radiografia del Myrmedon di Giovanni Pascoli
Abstract
L’elaborato indaga i brani più significativi del Myrmedon col fine di approfondire la lettura
di un poemetto che - caso quasi raro per un carme pascoliano - non ha goduto di grande
attenzione critica.
Movendo da una panoramica sul tema del ricordo in Pascoli, Leitmotiv seguito in
tutte le sue possibili declinazioni, incluso il motivo della memoria filogenetica
(determinante nell’elaborazione dei Carmina e riconducibile a una tendenza letteraria
d’epoca), l’INTRODUZIONE, articolata in cinque capitoli, ricostruisce i presupposti teorici e
le finalità artistiche del Myrmedon, stralciando l’interpretazione di questo poemetto
dall’esegesi degli altri due carmi zoologici, Pecudes e Canis, con i quali - e insieme a Castanea
- il componimento sulle formiche completa i testi raccolti sotto il titolo Ruralia. Infatti,
malgrado l’arbitrario accorpamento editoriale in una stessa sezione, il Myrmedon risente di
condizionamenti diversi da quelli che informano Pecudes e Canis: in questi è determinante
il motivo evoluzionistico, mentre il primo risponde, oltre che a una vera e propria sfida
espressiva, a un’indubbia ispirazione virgiliana: l’influenza di Verg. Georg. 4, 1-115 e 149-
280 è puntualmente ricostruita nel quarto capitolo. Il presente lavoro, pertanto,
riconosciute le criticità delle edizioni novecentesche dei Carmina (alla luce delle quali, negli
ultimi anni, si pensa a una nuova e doverosa riorganizzazione dei poemetti latini), tenta di
superare certe proposte esegetiche del Myrmedon inevitabilmente legate a un preconcetto
editoriale. L’INTRODUZIONE, infine, dà conto del titolo greco del poemetto e della dedica
che lo accompagna - per una scelta filologica arbitraria - in tutte le edizioni dei Carmina. Dopo la sezione riservata a TESTO E TRADUZIONE, seguono sei capitoli dedicati a una
più attenta lettura dei vv. 1-14 (6 PROTASI); 22-32 (7 I CARUSI SICILIANI); 33-40 (8 LA VISTA
DELLE FORMICHE); 225-238 (9 SCHIAVE); 261-290, 65-75 e 223-224 (10 ANCORA SUL
LESSICO DEL MYRMEDON); 301-312 (11 NOZZE). Questi capitoli, ad eccezione del 10°, sono
introdotti da una contestualizzazione dei motivi e delle peculiarità delle sezioni in esame
nell’ambito dell’immaginario pascoliano e nelcontesto storico e culturale di cui il Myrmedon
risente. Segue, per ciascun capitolo, un ampio commento delle sequenze, attento agli aspetti
formali, alle testimonianze autografe (utili, talvolta, a una più scrupolosa esegesi) e ai
condizionamenti biografici, psicologici, teorici e intertestuali che hanno influito sulla
versificazione del carme; di alcune questioni - ad esempio quella relativa alla controversa
ideologia politica del Pascoli o quella, non meno problematica, del suo morboso e ossessivo
erotismo - si è avvertita l’esigenza di ricostruire la storia interpretativa, tentando di ordinare
le diverse e talora contradittorie proposte critiche. L’ultimo capitolo, il 12° (ASPETTI STILISTICI E FIGURATIVI DEL MYRMEDON) analizza
alcuni frammenti del carme chiaramente debitori di tendenze impressionistiche e di un
decorativismo fin de siècle (Myrm. 61-64 e 97-99: particolarmente complessi sono i primi
quattro versi, non solo per l’origine delle immagini, ma anche per l’incerta definizione del
sintagma rerum somnia). Nello stesso capitolo, infine, si dà anche spazio ai fenomeni
fonosimbolici (disseminati in tutto il poemetto) e alle formule esametriche più espressive e
frequenti.
In tutti i capitoli di commento non sì è mai eluso il confronto tra la poesia italiana e
quella latina del Pascoli, in ragione delle indubbie e reciproche influenze e dato il riflettersi
di certe innovazioni formali (si pensi all’alternanza del registro alto e di quello colloquiale,
cioè di un sublime d’en haut e di un sublime d’en bas) dalla lingua madre a quella antica. [a cura dell'Autore] This dissertation aims to investigate the most relevant passages of Myrmedon, focusing on the analyse of a not well-known poem of Giovanni Pascoli.
Moving from an overview of the theme of memory in Pascoli, linked with the motif of phylogenetic memory, the INTRODUCTION, in five chapters, reconstructs the theoretical assumptions and the artistic purposes of Myrmedon, and separates the interpretation of this poem from the exegesis of Pecudes and Canis (all this poems are part of the Ruralia). The most substantial source of Myrmedon is Virgil’s Georgics (4, 1-115; 149-280); this point has been analyzed in the fourth chapter. Finally, the introduction explains the poem’s greek title and the inscription.
This section is followed by TESTO E TRADUZIONE, and then by six chapters dedicated to a close reading of the vv. 1-14 (6 PROTASI); 22-32 (7 I CARUSI SICILIANI); 33-40 (8 LA VISTA DELLE FORMICHE); 225-238 (9 SCHIAVE); 261-290, 65-75 and 223-224 (10 ANCORA SUL LESSICO DEL MYRMEDON); 301-312 (11 NOZZE). These chapters contain a specific introduction about the motives and peculiarities of the sections, and a wide commentary on: formal aspects, biographical notice, and psychological, theoretical, intertextual influences of the poem.
The final chapter (ASPETTI STILISTICI E FIGURATIVI DEL MYRMEDON) analyzes some fragments of the poem clearly linked to impressionistic tendencies and to the fin de siècle decorativism (Myrm. 61-64 and 97-99). A particular attention has also been given to phonosymbolic phenomena and to the more expressive and frequent hexametric formulas. [edited by Author]