Breve ma veridica storia di Anna Banti
Abstract
La mia tesi di dottorato intende colmare un vuoto nella critica letteraria italiana:
quello di una monografia su Anna Banti (pseudonimo di Lucia Lopresti).
La sua attività comprende venticinque opere in volume, scritti sparsi (prose narrative
e di costume, scritti di critica letteraria, scritti di critica cinematografica, scritti d’arte),
traduzioni, curatele.
La bibliografia della critica (1937-1985) è composta dalle recensioni alle opere in
volume. Dal 1985 a oggi essa conta un centinaio di articoli, la maggior parte dei quali
dedicati ad Artemisia e fioriti in ambiente anglosassone.
Nel 1978 Enza Biagini pubblica per Mursia Anna Banti. Si tratta di una monografia
in cui la narrativa viene divisa in generi, «come ritagliat[a] dall’insieme della storia del
romanzo»1
. Essa non contempla le opere pubblicate dopo Da un paese vicino (1975).
Inoltre, non considera due settori a mio avviso essenziali per una vera comprensione
della scrittura della Banti: gli scritti d’arte, risalenti al periodo in cui la Banti era una
critica d’arte e non pensava ancora alla letteratura, e le prose sparse, pubblicate su
giornali e riviste parallelamente alle opere in volume come laboratorio in cui testare
caratteri e temi.
La mia ricerca prende in esame l’opera omnia della scrittrice secondo un ordine
cronologico. Partendo dal primo scritto d’arte del 1919 e arrivando all’ultimo racconto
del 1985 ho dimostrato come le storie “storiche” e quelle inventate siano dei filtri per
rielaborare il proprio vissuto.
Grimaldello di questa tesi è la domanda “chi sono io?” disseminata in tutte le opere
analizzate, a protezione di una storia dell’io che ho aperto. [a cura dell'Autore] My doctoral thesis intends to fill a void in Italian literary criticism: that of a
monograph on Anna Banti (pseudonym of Lucia Lopresti).
Her activity includes twenty-five works, scattered writings (narrative writings and
writings of manners, writings of literary criticism, writings of film criticism, writings
of art), translations, curatorship.
The bibliography of critics (1937-1985) is composed of works’ reviews. Since 1985
it has about a hundred articles, most of which dedicated to Artemisia and flourished in
an Anglo-Saxon environment.
In 1978 Enza Biagini published Anna Banti for Mursia. It is a monograph in which
works are divided into genres, «as cut from the whole story of the novel»
2
. It does not
include works published after Da un paese vicino (1975). Furthermore, it does not
consider two areas that I believe are essential for a true understanding of Banti's
writing: art writings, dating back to the period when Banti was an art critic and did not
yet think about literature, and scattered writings, published in newspapers and
magazines in parallel with the works as a laboratory in which to test characters and
themes.
My research examines the writer's complete work according to a chronological order.
Starting from the first art work of 1919 and arriving at the last story of 1985, I
demonstrated how "historical" and invented stories are filters for reworking her own
life.
Key to this thesis is the question "who am I?" disseminated in all the works analyzed,
to protect a story of the self that I have opened. [edited by Author]