Promozione e protezione dello Stato di diritto nello spazio giuridico europeo. Il ruolo dell'Unione Europea e delle altre organizzazioni internazionali
Abstract
The rule of law subsists on a great paradox: although widely used, it is an expression rarely
known, probably one of the most “elusive” from a legal point of view. Shaped around the concept of
the State, it is the product of a historical evolution that has been going on for centuries and which
includes a plurality of legal and political traditions: from the German conception of a statist nature
to the Anglo-Saxon one, with an individualist and liberal matrix. Without doubt, it is a qualifying idea
of the European legal tradition.
If it is not possible to offer a terminologically unambiguous definition, this work intends to
embrace a substantive vision, identifying as principles suitable for identifying its minimum content
the principle of separation of powers, the principle of legality, the principle of legal certainty, the
prohibition of arbitrary exercise of power, equality before the law and the guarantee of fundamental
rights, ensured by a judicial system composed of independent and impartial judges.
The “irruption” of a distinctly national concept within the international and European legal
framework raises a series of questions relating to its content, its scope and the legal instruments for
its protection, once the borders of origin have been crossed.
In this context, the present work intends to deal with the promotion and protection that the
principle of the rule of law receives within the European region, in particular, by three regional
organizations: the OSCE, the Council of Europe and the European Union.
It is known, indeed, that in this space, albeit profoundly different from the point of view of
both legal structure and functions, these organizations have made the principle in question their own
banner. As a guide for the work of the CSCE/OSCE in the “human dimension”, the rule of law is one
of the cardinal principles of the Council of Europe and a founding value of the European Union,
pursuant to art. 2 of the Treaty on the European Union.
The choice to deepen the understanding of a similar issue is not accidental, but it is felt almost
as a necessity in a historical moment in which, as observed by the Constitutional Judge Silvana Sciarra, “venti avversi soffiano sugli equilibri istituzionali e arrivano al cuore dei valori fondanti
dell’Unione”. The reference is not only to the well-known cases of Hungarian and Polish
constitutional involution, but to a more generalized phenomenon of rule of law backsliding felt in
multiple European national contexts and which the international and supranational level is called
upon to deal with.
Given a brief overview on the notion of the rule of law in the national, international and
European dimension, in the belief that even in the absence of a homogeneity of meanings, the
principle can find a minimum common denominator in the so-called European constitutional
heritage, the role of “guardians of the rule of law” exercisable by the three organizations will be
verified, starting from the CSCE/OSCE and the Council of Europe to the European Union system,
according to an increasing order in relation to the degree of integration achieved in the specific
systems.
For this purpose, the political and legal remedies available to each organization for
safeguarding the principle/value in question will be assessed; these remedies, sometimes, do not fail
to “dialogue” with each other (e.g., the use of the opinions of the Venice Commission by the European
Commission or the Court of Justice).
Finally, due to the specific nature of the theme, the constitutional transformations that have
taken place in Hungary and Poland in recent years will be deepened, albeit briefly, in order to
concretely appreciate the work of the institutions of the three organizations and the extent of
international and European responses to protect a principle/value which, far from constituting an
acquired achievement, requires a constant commitment for its lasting affirmation. [edited by Author] Lo Stato di diritto vive di un grande paradosso: è un’espressione tanto utilizzata quanto poco
conosciuta, probabilmente una delle più “elusive” dal punto di vista giuridico. Plasmata attorno al
concetto di Stato, è il prodotto di un’evoluzione storica che procede da secoli e che comprende al suo
interno una pluralità di tradizioni giuridico-politiche: dalla concezione tedesca di tipo statalista a
quella anglosassone di matrice individualista e liberale. Senza dubbio, un’idea qualificante della
civiltà giuridica europea.
Se non è possibile offrirne una definizione terminologicamente univoca, il presente lavoro
intende abbracciarne una visione sostanziale, individuando quali principi idonei ad identificarne il
contenuto minimo il principio della separazione dei poteri, il principio di legalità, il principio di
certezza del diritto, il divieto di esercizio arbitrario del potere, l’uguaglianza dinanzi alla legge e la
garanzia dei diritti fondamentali, assicurata da un apparato giudiziario composto da giudici
indipendenti ed imparziali.
“L’irruzione” del concetto spiccatamente nazionale all’interno della sfera giuridica
internazionale ed europea, nella locuzione fungibile di Stato di diritto o rule of law, sollecita una serie
di interrogativi relativi al suo contenuto, alla sua portata e agli strumenti giuridici per la sua tutela,
una volta valicati i confini d’origine.
In questo contesto, il presente lavoro intende occuparsi della promozione e della protezione
che il principio dello Stato di diritto riceve nell’ambito della regione europea, in particolare, ad opera
di tre organizzazioni regionali: l’OSCE, il Consiglio d’Europa e l’Unione europea.
É noto, infatti, che in questo spazio tali organizzazioni, seppur profondamente diverse dal
punto di vista della struttura giuridica e delle funzioni, abbiano fatto del principio in esame un proprio
vessillo. Guida per l’operato della CSCE/OSCE nell’ambito della “dimensione umana”, lo Stato di
diritto è uno dei principi cardine del Consiglio d’Europa ed un valore fondante dell’Unione europea,
ai sensi dell’art. 2 del Trattato sull’Unione.
La scelta di soffermarsi su un tema simile non è casuale, ma è avvertita quasi come una
necessità in un momento storico in cui, come osservato dal Giudice costituzionale Silvana Sciarra,
“venti avversi soffiano sugli equilibri istituzionali e arrivano al cuore dei valori fondanti
dell’Unione”. Il riferimento non è solo ai noti casi di involuzione costituzionale ungherese e polacco,
ma ad un più generalizzato fenomeno di rule of law backsliding avvertito in plurimi contesti nazionali
europei e di cui il livello internazionale e sovranazionale è chiamato a farsi carico Premesse brevi considerazioni in merito alla nozione di Stato di diritto nella dimensione
nazionale, internazionale ed europea, nel convincimento che anche in assenza di un’omogeneità di
significati il principio possa trovare un minimo comun denominatore proprio nel cd. patrimonio
costituzionale europeo, si verificherà il ruolo di “guardiani della rule of law” esplicabile da parte delle
tre organizzazioni, partendo dalla CSCE/OSCE e dal Consiglio d’Europa per soffermarsi, in
particolare, sul sistema dell’Unione europea, secondo un ordine crescente in relazione al grado di
integrazione raggiunto negli specifici sistemi.
Saranno, all’uopo, considerati i rimedi politici e giuridici di cui ciascuna organizzazione
dispone per la salvaguardia del principio/valore in esame; rimedi che, talvolta, non mancano di
“dialogare” tra loro (si pensi, ad esempio, all’uso delle opinioni della Commissione di Venezia da
parte della Commissione europea o della Corte di giustizia).
Infine, in ragione delle specificità del tema, si approfondiranno, ancorché sommariamente, le
trasformazioni costituzionali avvenute in Ungheria e Polonia nel corso degli ultimi anni, al fine di
poter apprezzare concretamente l’operato delle istituzioni delle tre organizzazioni e la portata degli
interventi internazionali ed europei a tutela di un principio/valore che, lungi dal costituire una
conquista acquisita, richiede un impegno costante per la sua perdurante affermazione. [a cura dell'Autore]