I dati personali come "controprestazione" contrattuale
Abstract
The unceasing evolution of Information and Communication Technologies has led to
deep transformations in the social and economic fabric, marked by the Big Data Economy and
the Information Society paradigms. On a factual level, personal data have assumed a
significant patrimonial connotation, becoming a real economic asset, susceptible to
“commodification” and “commercialization”. The offer of goods or services conditional on
the provision of personal data – and on the consent to its processing – by the data subject (socalled “tying”) corresponds to an increasingly widespread business model, especially in the
online world – in relation to the market of digital contents and services – but also in the analog
one. This phenomenon, widely designated in the national and international debate as “data as
counter-performance”, has come, under different profiles and on several occasions, to the
attention of the European legislator, who intended to ensure, on the one hand, an effective
freedom of consent to data processing by the data subject (Article 7, para. 4, GDPR) and, on
the other hand, some contractual safeguards to the consumer providing their data (Article 3,
para. 1, DCD; Article 3, para. 1a, CRD).
This work, starting from an in-depth analysis of the lively debate which accompanied
the long and complex legislative procedure that resulted in the adoption of these instruments,
aims to investigate about the issues concerning the lawfulness, the nature and the
characteristics of the social-economic transactions connoted by the exchange of “goods or
services versus data”, in order to identify their proper dogmatic and systematic classification
and the specific discipline applicable to them, with the aim of reaching solutions able to ensure
a fair balancing of the interests at stake, in compliance and implementation of the axiological
framework which informs the legal order. [edited by Author] L’incessante evoluzione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione ha
condotto a profonde trasformazioni, nel tessuto sociale ed economico, improntate ai paradigmi
della Big Data Economy e della Information Society. I dati personali hanno assunto, sul piano
fattuale, una rilevante connotazione patrimoniale, divenendo un vero e proprio asset
economico, suscettivo di “mercificazione” e “commercializzazione”. L’offerta di beni o
servizi condizionata alla fornitura di dati personali – e al consenso al relativo trattamento – da
parte degli interessati (cd. tying) corrisponde ad un business model sempre più diffuso, specie
nel mondo online – in relazione al mercato dei contenuti e dei servizi digitali – ma anche in
quello analogico. Tale fenomeno, diffusamente designato nel dibattito nazionale e
internazionale come “data as counter-performance”, è giunto, sotto diversi profili e a più
riprese, all’attenzione del legislatore europeo, che ha inteso garantire, per un verso, l’effettiva
libertà del consenso al trattamento dei dati prestato dall’interessato (art. 7, par. 4, GDPR) e,
per altro verso, il riconoscimento di una serie di tutele contrattuali al consumatore “cedente”
i propri dati (art. 3, par. 1, DCD; art. 3, par. 1-bis, CRD).
Il presente lavoro, muovendo da un’approfondita analisi del vivace dibattito che ha
accompagnato il lungo e articolato procedimento legislativo sfociato nell’emanazione di tali
strumenti, si propone di affrontare un’indagine in ordine alle problematiche concernenti
l’ammissibilità, la natura e le caratteristiche delle operazioni economico-sociali connotate
dallo scambio di “beni o servizi contro dati”, onde giungere ad un loro corretto inquadramento
in chiave dogmatica e sistematica, nonché all’individuazione della specifica disciplina ad esse
applicabile, con l’obiettivo di pervenire a soluzioni in grado di assicurare un equilibrato
bilanciamento degli interessi in gioco, nel rispetto e in attuazione del quadro assiologico che
informa l’ordinamento giuridico. [a cura dell'Autore]