Analisi metrica delle sezioni liriche dell’Alcesti di Euripide
Abstract
L’elaborato fornisce un’analisi dei cantica dell’Alcesti di Euripide sulla base della colometria antica, ricostruita tramite la collazione dei manoscritti Vat. gr. 909 (V),Par.gr.2713(B), Laur. plut. 31,10 (O), Laur. plut. 31,15 (D), Laur. gr. 32,2 (L) e Vat. Pal. gr. 287 (P), partendo dall’assunto che la tradizione manoscritta medievale riproduca, in maniera più o meno fedele, la colometria stabilita dai grammatici alessandrini. Benché sia ancora in corso un ampio dibattito sulla validità della colometria antica è indubbio che essa costituisca lo stadio più antico della tradizione a cui è possibile risalire e che essa rappresenti il punto di partenza per un’analisi colometrica e ilo presupposto per un’interpretazione non arbitraria del testo. Per la descrizione e l’interpretazione delle sequenze metriche, pertanto, si è tenuto presente in primo luogo la teoria metrica antica (Efestione, Aristide Quintiliano, gli scolii metrici a Pindaro e ad Aristofane), nonché i risultati della ricerca metrica contemporanea. Ogni sezione dei cantica è corredata da un sintetico apparato critico negativo, nel quale sono registrate le varianti e le congetture metricamente rilevanti, e da un apparato colometrico, dove si dà conto delle divergenze dei codici rispetto alla colometria adottata. Nei due apparati, inoltre, sono segnalati con le sigle Trn (=niger) e Trf (=fuscus) gli interventi e le annotazioni marginali di natura metrico-prosodica apportati da Demetrio Triclinio sul testo del Laur. gr. 32,2 (L). Le due tipologie di inchiostro utilizzato, infatti, corrispondono a differenti fasi di correzione del testo, collocabili l’una intorno al 1310-1315, l’altra al 1320 circa. Alla constitutio textus segue il commento delle varie sezioni in cui sono discussi i problemi metrici ed i problemi testuali rilevanti ai fini metrici, soprattutto ove il testo tràdito appare corrotto e difficilmente emendabile. .. [a cura dell'Autore] The aim of this thesis is to provide an analysis of cantica from Euripide’s Alcestis, based on the
ancient colometry, reconstructed through the collation of the manuscripts Vat. gr. 909 (V), Par. gr.
2713 (B), Laur. plut. 31,10 (O), Laur. plut. 31,15 (D), Laur. gr. 32,2 (L) e Vat. Pal. gr. 287 (P). The
medieval manuscript tradition reproduces, faithfully, the colometry established by the Alexandrian
grammar scholars and, although there is still a large debate on the validity of ancient colometry, there
is no doubt that it constitutes the oldest stage of the tradition and that it represents the starting point
for a non-arbitrary colometric analysis.
The description and interpretation of the metric sequences in based on the ancient metric theory
(Hephaestion, Aristide Quintilian, the metric scholia in Pindar and Aristophanes) as well as the results
of contemporary metric research.
Each section of the cantica is accompanied by a synthetic negative critical apparatus, in which the
metrically relevant variants and conjectures are recorded, and by a colometric apparatus, which takes
account of the divergences of the codes with respect to the adopted colometry.
Are, also, reported the interventions and marginal annotations of a metric-prosodic nature made by
Demetrio Triclinio on the text of the Laur. gr. 32,2 (L), with Trn (=niger) e Trf (=fuscus).
The constitutio textus is followed by the commentary of sections in which are discussed metrical
problems and textual problems relevant to metrical purposes, above all where the betrayed text
appears corrupt and difficult to amend. [edited by Author]