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dc.contributor.authorMarchianò, Antonia-
dc.date.accessioned2014-05-14T08:50:08Z-
dc.date.available2014-05-14T08:50:08Z-
dc.date.issued2012-06-21-
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/10556/1297-
dc.identifier.urihttp://dx.doi.org/10.14273/unisa-175-
dc.description2010 - 2011en_US
dc.description.abstractLa tesi di dottorato, I canti popolari arbëreshë (italo-alabenesi) e la tradizione dei canti popolari italiani, è un lavoro di ricerca sui canti popolari arbëreshë, in rapporto alla tradizione dei canti popolari italiani di area meridionale, condotto sulla base di una metodologia interdisciplinare, afferente all’antropologia culturale, alle letterature comparate, alla linguistica e alla dialettologia, nel quadro di una costante documentazione di verifica storiografica. Il punto di partenza, costituito dallo stato attuale degli studi, è il materiale raccolto dagli studiosi delle stesse comunità, già pubblicato in alcuni testi, che non contengono però i canti significativi di tutte le località, in cui si trovano le minoranze linguistiche arbëreshe: spesso si limitano, infatti, alla semplice registrazione. Anche quando i canti popolari italo-albanesi sono inseriti nelle raccolte di canti popolari italiani, figurano quasi sempre come esempi esterni, semplici “aggiunte”, solo per ricordare al lettore la loro presenza: sono, infatti, riportati con il titolo di Canti albanesi, e per lo più collocati a fine libro: è il caso dei Canti nuziali nel folklore italiano di Giuseppe Profeta. Altri vengono, inoltre, segnalati come canti albanesi di quelle regioni in cui sono insediate comunità italo-albanesi, come nell’antologia curata da Pier Paolo Pasolini, La poesia popolare italiana. È, quindi, evidente che i lavori prodotti fino a oggi hanno conseguito risultati frammentari. Di qui la necessità di una raccolta dei canti suddivisa per temi, organizzati secondo i cicli della vita e sempre inseriti nel contesto storicoantropologico da cui traggono origine, con un metodo di comparazione che, partendo dagli esemplari italo-albanesi, si estende ai testi di altre regioni italiane. In tal modo, si rivelano le fondamentali analogie e differenze, sotto il profilo semantico e linguistico, di volta in volta indicando la loro forma originaria, se colta o popolare. Seguendo una suddivisione ciclica dei canti popolari, fin dai primi componimenti esaminati, le ninnananne, recitate all’interno dello spazio domestico, è affiorata, attraverso la melodia ipnotica dei versi e dei suoni, l’importanza decisiva della figura materna per la conservazione e il rispetto dei valori tradizionali. Né diverso è il ruolo assunto dall’amore, intrinsecamente collegato agli aspetti della vita popolare: il lavoro nei campi e nelle fabbriche, le fatiche domestiche, i giochi, le feste, i matrimoni, la protesta, il carcere, la guerra e la morte, che, soprattutto nella cultura delle classi subalterne, si manifestano attraverso tutte le sfumature possibili, dalla tenerezza alla rabbia, dal rimpianto alla passione, espresse in una struttura linguistica, spesso elementare nella forma, ma sorprendentemente sorretta da una sapiente orchestrazione metrica. Dal quadro complessivo risulta inoltre inequivocabile l’intenso e forte sentimento religioso che attraversa l’intera cultura popolare, italiana e arbëreshe. In particolare, nei canti sacri, pur modulati con registri espressivi “alti” o “bassi”, le due culture convergono con maggiore frequenza, rivelando una profonda stratificazione devozionale, che funge da cemento e coesione dei molteplici e variegati motivi, caratterizzanti i momenti esistenziali e sociali delle classi subalterne e delle minoranze etnico-linguistiche. Utilizzando testi, difficilmente reperibili, il lavoro ha seguito l’evoluzione della lingua arbëreshe, evidenziandone trasformazioni e diffusione, anche quando non si è ipotizzata nessuna comunità di provenienza. Pure in tale assenza, è stato possibile confrontare le diverse espressioni popolari, rivelandone affinità e differenze tematiche e formali. La ricchezza di esemplari trascritti e la comparazione con testimoni, provenienti da altre aree regionali, non potranno che accrescere l’interesse per la cultura arbëreshe, da parte non solo di studiosi italo-albanesi, ma anche italiani, esperti di linguistica e dialettologia. [a cura dell'autore]en_US
dc.language.isoiten_US
dc.publisherUniversita degli studi di Salernoen_US
dc.subjectCanti arbēreshēen_US
dc.subjectCanti popolari italianien_US
dc.subjectComparazioneen_US
dc.titleI canti popolari arbēreshē (italo-albanesi) e la tradizione dei canti popolari italianien_US
dc.typeDoctoral Thesisen_US
dc.subject.miurL-FIL-LET/10 LETTERATURA ITALIANAen_US
dc.contributor.coordinatoreMartelli, Sebastianoen_US
dc.description.cicloX n.s.en_US
dc.contributor.tutorGranese, Albertoen_US
dc.contributor.cotutorGiulio, Rosaen_US
dc.identifier.DipartimentoStudi Umanisticien_US
Appears in Collections:Italianistica. La letteratura tra ambiti storico-geografici e interferenze disciplinari

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