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dc.contributor.authorRusso, John Paul-
dc.date.accessioned2013-04-18T13:04:43Z-
dc.date.available2013-04-18T13:04:43Z-
dc.date.issued2009-
dc.identifier.citationRusso, John Paul. “Poetry at the End of the World.” «Testi e linguaggi» 3(2009): 179-197. [Studi monografici. Letteratura e altri saperi, a cura di L. Perrone Capano e C. Perugini]en_US
dc.identifier.issn1974-2886en_US
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/10556/585-
dc.description.abstractAgli inizi della poesia apocalittica durante la Guerra Fredda, gli scrittori americani si sono concentrati specialmente sulla bomba. Dagli anni Ottanta, invece, i poeti hanno scelto altri approcci – politici, religiosi, ambientali – con cui esplorare il tema apocalittico, considerato non necessariamente come un avvenimento alla fine dei tempi, ma come un’attuale esperienza di crisi, o addirittura evento già passato (o “post”). Mark Strand, Jorie Graham e John Ashbery vengono presi in esame per la spiccata originalità della loro poesia apocalittica postmoderna.en_US
dc.format.extentP. 179-197en_US
dc.language.isoenen_US
dc.sourceUniSa. Sistema Bibliotecario di Ateneoen_US
dc.titlePoetry at the End of the Worlden_US
dc.typeArticleen_US
È visualizzato nelle collezioni:Testi e linguaggi. Vol.3 (2009)

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