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dc.contributor.authorCovolan, Marina-
dc.date.accessioned2022-10-13T10:18:48Z-
dc.date.available2022-10-13T10:18:48Z-
dc.date.issued2021-08-05-
dc.identifier.urihttp://elea.unisa.it:8080/xmlui/handle/10556/6202-
dc.identifier.urihttp://dx.doi.org/10.14273/unisa-4290-
dc.description2019 - 2020it_IT
dc.description.abstractQuesto lavoro di ricerca ha preso avvio con l'obbiettivo di studiare l'impiego e la distribuzione del Tufo Giallo Napoletano (TGN) all'interno del territorio campano del Golfo di Napoli. Il TGN, prodotto vulcanico dell'eruzione dei Campi Flegrei di circa 15 mila anni fa, è sicuramente il materiale da costruzione maggiormente usato nella zona dei Campi Flegrei (Baia, Cuma, Miseno e Pozzuoli) e nel napoletano, comprensori nel quale si trovano gli affioramenti da cui è possibile estrarre questo litotipo. In queste aree il suo impiego su larga scala e su lungo tempo è accertato ed è principalmente dovuto alla sua facilità di lavorazione, condizione che semplifica le pratiche di cantiere dall'estrazione alla messa in opera. L'alto numero delle evidenze archeologiche, soprattutto per l'area flegrea, e l'identificazione a Pompei, dopo un primo survey, di molte strutture che potevano essere l'oggetto di questo studio, hanno portato ad un ridimensionamento necessario dell'ambito di analisi. Per questo motivo si è scelto di concentrare maggiormente l'attenzione sulla città di Pompei, come caso studio in cui il TGN non è un materiale costruttivo locale e dunque è legato a tutta una serie di problematiche e aspetti, a livello costruttivo ed economico, che si discostano da quelli della zona dei Campi Flegrei, e che risultano essere di più complessa interpretazione, restituendo però al contempo riscontri di grande interesse. Fin dall'età repubblicana il tufo in senso lato, è stato oggetto di interesse da parte degli autori antichi, che ne hanno sottolineato i pregi, ma anche i difetti, legati soprattutto alla sua conservazione o alla tenuta statica delle strutture costruite in questo materiale. Dunque, l'idea che un litotipo con queste proprietà fisico meccaniche venisse esportato e utilizzato in un'area dove vi erano altri materiali da costruzione, ha sempre sollevato molte perplessità e questo studio ha come scopo anche quello di poterle chiarire, almeno per quanto concerne i casi studio trattati... [a cura dell'autore]it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.publisherUniversita degli studi di Salernoit_IT
dc.subjectPompeiit_IT
dc.subjectArchitetturait_IT
dc.subjectTufoit_IT
dc.titleTra utilitas, distributio e perpetuitas: l'impiego del tufo giallo napoletano nell'edilizia pompeianait_IT
dc.typeDoctoral Thesisit_IT
dc.subject.miurL-ANT/10 METODOLOGIE DELLA RICERCA ARCHEOLOGICAit_IT
dc.contributor.coordinatoreZuliani, Stefaniait_IT
dc.description.cicloXXXIII cicloit_IT
dc.contributor.tutorSantoriello, Alfonsoit_IT
dc.contributor.cotutorDessales, Hélèneit_IT
dc.identifier.DipartimentoScienze del patrimonio culturaleit_IT
È visualizzato nelle collezioni:Metodi e metodologie della ricerca archeologica e storico-artistica

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