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Titolo: La parità di trattamento in materia di prestazioni sociali per i cittadini di Paesi terzi lungo soggiornanti: alcune riflessioni in occasione della sentenza della Corte di giustizia sul reddito di cittadinanza
Autore: Di Comite, Valeria
Parole chiave: Cittadini di Paesi terzi lungo soggiornanti;Parità di trattamento;Protezione sociale;Protezione assistenziale;Reddito di cittadinanza;Third-country nationals;Long-term residents;Equal treatment;Social security;Social assistance;Basic income
Data: 2024
Citazione: Di Comite, V. “La parità di trattamento in materia di prestazioni sociali per i cittadini di Paesi terzi lungo soggiornanti: alcune riflessioni in occasione della sentenza della Corte di giustizia sul reddito di cittadinanza” Freedom, Security & Justice: European Legal Studies 3 (2024): 26-39
Abstract: La ricerca di equilibrio tra politiche volte all’integrazione dei cittadini di Paesi terzi nel tessuto sociale ed economico dello Stato ospite e la tenuta dei sistemi sociali nazionali richiede sforzi significativi per stabilire politiche nazionali adeguate e compatibili con le normative internazionali ed europee volte a tutelare la posizione di soggetti particolarmente vulnerabili come i migranti. La normativa dell’Unione europea è particolarmente attenta a garantire che agli stranieri che soggiornano da lungo tempo in modo legale nell’Unione europea sia riconosciuto il diritto alla parità di trattamento con i cittadini nazionali, di modo che le forme di assistenza sociale nazionale ideate per migliorare le condizioni di vita dei soggetti economicamente più fragili si estendano anche a tutte le persone che godono dello status di cittadino di Paese terzo lungo soggiornante nell’UE. Per rafforzare la tutela di tali soggetti più volte è intervenuta la giurisprudenza nazionale ed europea. Nel presente scritto si esamina la sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea del 29 luglio 2024, riunita in Grande sezione, relativa all’interpretazione dell’art. 11, par. 1, lett. d), della direttiva 2003/109/CE. La pronuncia ha oggetto la compatibilità di una normativa nazionale che impone il requisito della residenza di dieci anni per l’ottenimento di una specifica prestazione sociale. Nel caso di specie il Tribunale di Napoli chiedeva se il requisito della residenza continuativa di dieci anni ai fini dell’ottenimento del “reddito di cittadinanza” fosse conforme con l’ordinamento dell’Unione europea.
In order to protect migrants, who are people in vulnerable situations, it is crucial to establish national policies in conformity with International and European Law. To this purpose, it is necessary to find a balance between two different objectives: the integration of third-country nationals in the hosting Member State, on one side, and the national economic and welfare system, on the other. EU Law protects third-country nationals who legally reside in the EU, especially long-term residents. They enjoy the right of national treatment in order to benefit of domestic measures of social assistance and social security, useful for fighting against poverty and assuring better conditions of life. National courts and CJEU have protected the right for social assistance of third-country nationals in several judgments. This paper focuses on the Judgment of CJEU of July 29, 2024 which concerns the interpretation of Article 11, para. 1, d) of Directive 2003/109/CE. The main question deals with the requirement of a previous ten-year residence in the territory of a Member State in order to be entitled to any social benefit. In the case in point, the Court of Naples was wondering whether such ten-year residence requirement to access the basic income was a discrimination for long-term residents and whether it was in conformity with EU Law.
URI: https://www.fsjeurostudies.eu/files/FSJ.3.2024.3.DICOMITE.pdf
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ISSN: 2532-2079
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