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http://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/8300
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Campo DC | Valore | Lingua |
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dc.date.accessioned | 2025-06-20T10:30:05Z | - |
dc.date.available | 2025-06-20T10:30:05Z | - |
dc.description.abstract | Il presente contributo approfondisce il tema delle successioni transfrontaliere alla luce del Regolamento (UE) n. 650/2012, analizzando in particolare il ruolo della professio iuris come strumento di autonomia privata in un contesto europeo caratterizzato da pluralismo giuridico e mobilità dei cittadini. L’indagine si apre con un inquadramento storico-normativo del fenomeno, a partire dal celebre caso Forgo, considerato la prima espressione giurisprudenziale moderna delle difficoltà connesse alla scelta della legge applicabile nelle successioni internazionali. L’evoluzione normativa culmina nell’adozione del Regolamento 650/2012, che introduce una serie di innovazioni sistematiche: l’unificazione della legge applicabile a tutta la successione (successione unitaria), la rilevanza centrale della residenza abituale del de cuius, l’introduzione del principio di prevedibilità giuridica e la possibilità per il testatore di scegliere la legge nazionale regolatrice della propria successione (professio iuris), purché esista un collegamento effettivo con l’ordinamento prescelto. Vengono messi in evidenza i conflitti tra sistemi di civil law e common law. Lo studio affronta anche i meccanismi di giurisdizione stabiliti dal Regolamento, con attenzione all’articolazione tra giurisdizione principale e criteri sussidiari (artt. 4, 10 e 12), e al principio di simmetria tra foro competente e legge applicabile. Attraverso l’analisi di un recente caso sottoposto alla Corte di Giustizia dell’UE, concernente un de cuius con doppia cittadinanza deceduto in Stato terzo, si esplora l’interpretazione dell’art. 10, par. 1, con riferimento al momento determinante per l’accertamento della presenza di beni ereditari nello Stato membro. Il lavoro si conclude proponendo una riflessione critica sul bilanciamento tra certezza del diritto e rispetto delle tradizioni normative nazionali, evidenziando l’importanza di una formazione giuridica transnazionale e di un continuo dialogo tra le Corti per garantire una applicazione armonizzata del diritto successorio europeo. | it_IT |
dc.description.abstract | This paper offers an in-depth analysis of cross-border successions under Regulation (EU) No 650/2012, focusing on the role of profession iuris as an instrument of party autonomy within a European legal framework marked by diversity and increasing citizen mobility. The study begins with a historical and legal overview of the issue, starting from the landmark Forgo case, as the first modern judicial expression of the challenges in determining applicable law in international successions. The normative evolution culminates in the adoption of Regulation 650/2012, which introduces several structural innovations: the unification of the applicable law to the entire succession (unitary succession), the centrality of the habitual residence of the deceased, the promotion of legal certainty and predictability, and the possibility for the testator to choose the applicable national law (professio iuris), provided a genuine link with the chosen legal system exists. The essay highlights the major conflicts between civil law and common law jurisdictions, especially concerning the protection of heirs, testamentary freedom, and the treatment of lifetime dispositions (claw-back). The work also examines the jurisdictional mechanisms established by the Regulation, with particular attention to the interaction between general and subsidiary jurisdiction, and to the principle of alignment between forum and applicable law. Through the analysis of a recent case brought before the Court of Justice of the European Union – involving a deceased person with dual nationality who died in a third country while owning assets in a Member State – the paper explores the interpretation of Article 10(1) and the temporal criteria relevant to determining the jurisdiction based on asset location. The study concludes with a critical reflection on the delicate balance between legal certainty and the respect for national legal traditions. It underscores the need for enhanced cross-border legal training and continuous judicial dialogue to ensure a coherent and effective implementation of European succession law. | it_IT |
dc.language.iso | it | it_IT |
dc.relation.ispartofjournal | Iura & Legal Systems | it_IT |
dc.identifier.citation | Di Franco, E. M. "Accoglienza senza confini: l'integrazione dello straniero anche oltre la vita. Il meccanismo della professio iuris in materia di successioni trasfrontaliere alla luce del regolamento UE 650/2012". Iura & Legal Systems, XII.2025/2, B (4): 56-76 | it_IT |
dc.title | Accoglienza senza confini: l'integrazione dello straniero anche oltre la vita. Il meccanismo della professio iuris in materia di successioni trasfrontaliere alla luce del regolamento UE 650/2012 | it_IT |
dc.source | UniSa. Sistema Bibliotecario di Ateneo | it_IT |
dc.contributor.author | Di Franco, Enrico Maria | - |
dc.date.issued | 2025 | - |
dc.identifier.uri | http://www.rivistagiuridica.unisa.it/index | it_IT |
dc.identifier.uri | http://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/8300 | - |
dc.type | Journal Article | it_IT |
dc.format.extent | P. 56-76 | it_IT |
dc.identifier.issn | 2385 - 2445 | it_IT |
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File in questo documento:
File | Descrizione | Dimensioni | Formato | |
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op_25_2_di_franco_pr.pdf | Iura & Legal Systems, XII.2025/2, B (4): 56-76 | 358,3 kB | Adobe PDF | Visualizza/apri |
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