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http://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/988
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Campo DC | Valore | Lingua |
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dc.contributor.author | Palmeri, Pietro | - |
dc.date.accessioned | 2014-01-23T10:02:34Z | - |
dc.date.available | 2014-01-23T10:02:34Z | - |
dc.date.issued | 2013-03-26 | - |
dc.identifier.uri | http://hdl.handle.net/10556/988 | - |
dc.description | 2011 - 2012 | en_US |
dc.description.abstract | La prima parte della tesi tratta del valore della dignità dell’uomo. Egli è immagine divina e deve cercare di recuperare lo status di similitudo divina, che ha perso con il peccato originale, riconducendo nello stesso tempo il creato a Dio. Ciò è possibile perché l’uomo esercita una funzione di mediazione tra il creato e Dio, grazie alla sua costituzione fatta di anima e corpo. La seconda parte della tesi tratta del libero arbitrio, che è la dimensione fondamentale dell’anima. Essa è strutturata in anima vegetativa, sensitiva e intellettiva. La vita dell’anima si articola attraverso l’attività di due potenze: cognitiva e affectiva o motiva. La potentia affectiva si divide in voluntas naturalis e voluntas electiva o deliberativa, che è appetitus ratiocinativus, ovvero la volontà in senso proprio. La volontà naturale è chiamata sinderesi e per natura spinge verso il bene e recalcitra verso il male e tende verso la beatitudine. La volontà deliberativa opera dopo il giudizio della ragione e può dirigersi verso il bene o verso il male. Libero arbitrio è dominium. È presente soltanto nelle sostanze razionali. Essere libero è il contrario della condizione servile (servitus) e la libertas è propria della voluntas, è dominium plenum tam respectu obiecti, quam respectu actus proprii, sia perché può dirigersi verso la totalità degli oggetti appetibili, cioè honestum, conferens e delectabile, mentre le creature prive di anima razionale possono ricercare solo utile e piacevole, sia perché può decidere da sé di iniziare o frenare un atto, mentre gli animali privi di ragione non possono dominare i propri atti interiori, cioè il proprio appetitus, essendo determinati e necessitati dalla loro natura. Arbitrium significa capacità di giudizio che sa distinguere tra giusto e ingiusto e tra proprio e altrui. Anche l’arbitrio è proprio solo degli esseri razionali, che sono gli unici capaci di riflettere su sé stessi, perché non vincolati in tutto alla materia, e possono così conoscere i propri atti. La libertà dell’arbitrio comincia nella ragione, ma è la volontà che lo porta a compimento, quindi essa svolge il ruolo più importante e il libero arbitrio consiste soprattutto nella volontà. Il libero arbitrio implica potere di conservare la rettitudine, assenza da costrizione e dignità dell’eccellenza. Esso esprime la similitudine con Dio che è collegata alla signoria e al dominio. Conseguentemente il rapporto dell’uomo con le cose deve essere un esercizio di libertà e dominio, che si realizza nella paupertas. La terza parte della tesi presenta il quadro storico-culturale da cui nacque l’Apologia pauperum, mentre la quarta ed ultima parte analizza il tema della povertà. Bonaventura interpreta la povertà come assenza di diritti di proprietà e ritiene che essa sia strumento essenziale per la perfezione evangelica. In particolare il culmine della perfezione si può raggiungere con la povertà assoluta, rinunciando alla proprietà personale e comunitaria e conservando soltanto l’uso limitato, stretto e necessario delle cose. La rinuncia alla proprietà è un atto della volontà, la quale è capace di istituire una relazione reale ed effettiva con i beni mondani, perché la volontà è la facoltà determinante dell’anima, dalla quale dipende l’esercizio della libertà e della signoria su di sé e sul creato, che si attua attraverso la paupertas. La povertà evangelica e la largitas politica sono virtù fondate sulla rettitudine solidale e consentono di valorizzare i rapporti umani nascosti nelle relazioni con i beni mondani e di dare ad esse il senso autentico che le subordina al valore della persona attraverso le dimensioni della gratuità e della reciprocità incondizionata, permettendo la piena realizzazione della libertà. [a cura dell'autore] | en_US |
dc.language.iso | it | en_US |
dc.publisher | Universita degli studi di Salerno | en_US |
dc.subject | Libertà | en_US |
dc.subject | Povertà | en_US |
dc.subject | Bonaventura | en_US |
dc.title | Libertà e povertà: una lettura dell'Apologia pauperum di Bonaventura da Bagnoregio | en_US |
dc.type | Doctoral Thesis | en_US |
dc.subject.miur | M-FIL/08 STORIA DELLA FILOSOFIA MEDIEVALE | en_US |
dc.contributor.coordinatore | d'Onofrio, Giulio | en_US |
dc.description.ciclo | XI n.s. | en_US |
dc.contributor.tutor | Musco, Alessandro | en_US |
dc.identifier.Dipartimento | Scienze del Patrimonio Culturale | en_US |
È visualizzato nelle collezioni: | Filosofia, scienze e cultura dell'età tardo-antica, medievale e umanistica |
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File | Descrizione | Dimensioni | Formato | |
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tesi P. Palmeri.pdf | tesi di dottorato | 1,58 MB | Adobe PDF | Visualizza/apri |
abstract in italiano e inglese P. Palmeri.pdf | abstract a cura dell’autore (versione italiana e inglese) | 74,37 kB | Adobe PDF | Visualizza/apri |
tesi - frontespizio P. Palmeri.pdf | tesi di dottorato - frontespizio | 136,27 kB | Adobe PDF | Visualizza/apri |
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