Freedom, Security & Justice: European Legal StudiesRivista quadrimestrale on line sullo Spazio europeo di libertà, sicurezza e giustiziahttp://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/23822024-03-29T01:08:45Z2024-03-29T01:08:45ZSanzioni, ancora sanzioni: note minime sulle misure restrittive dell’Unione europeaZanobetti, Alessandrahttp://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/69492024-02-07T15:48:36Z2023-01-01T00:00:00ZSanzioni, ancora sanzioni: note minime sulle misure restrittive dell’Unione europea
Zanobetti, Alessandra
2023-01-01T00:00:00ZLo “spazio” del diritto penale fra soprannazionalità (dell’Unione europea) e nazionalismo (italiano) alla luce della controversa vicenda “Qatargate”Parisi, NicolettaRinoldi, Dino Guidohttp://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/69482024-02-07T15:48:34Z2023-01-01T00:00:00ZLo “spazio” del diritto penale fra soprannazionalità (dell’Unione europea) e nazionalismo (italiano) alla luce della controversa vicenda “Qatargate”
Parisi, Nicoletta; Rinoldi, Dino Guido
Pursuant to Protocol no. 2 annexed to the Union Treaties the Italian
Parliament activated its competence to intervene regarding the proposal for a directive
presented by the European Commission as part of a "package" designed, among other
things, to react to problems raised by the Qatargate case. In particular, the proposed
directive has been unexpectedly criticized in Parliament because of its incursions into
the criminal field, considered ultraneous by the majority of the “Politiche dell’Unione
europea” Commission of the Chamber of Deputies. The contribution underlines the
wide competences of the European Union, which legitimize its exercise in the field of
combating corruption as a “particularly serious criminal conduct” of transnational
dimension, while not neglecting the need to proceed with corrections of the proposal
within the context of the process of adopting the European directive.; È recente l’attivazione da parte del Parlamento italiano della propria
competenza a intervenire, ai sensi del Protocollo n. 2 allegato ai Trattati di Unione,
riguardo alla proposta di direttiva presentata dalla Commissione europea nell’ambito
di un “pacchetto” studiato, fra l’altro, per reagire a problematiche sollevate dal caso
Qatargate. In particolare, della proposta di direttiva in Parlamento si criticano
inopinatamente le incursioni in campo penale, reputate ultronee dalla maggioranza della Commissione “Politiche dell’Unione europea” della Camera dei Deputati. Il
contributo sottolinea le vaste competenze dell’Unione europea, che ne legittimano
l’esercizio in materia di contrasto alla corruzione come condotta “di criminalità
particolarmente grave” di dimensione transnazionale, pur non trascurando la necessità
di procedere a correzioni della proposta nell’ambito dell’iter di adozione dell’atto
normativo europeo.
2023-01-01T00:00:00ZConservazione e produzione della prova digitale nella nuova disciplina europea: il potenziale disallineamento con i principi espressi dalla giurisprudenza di settoreBusillo, Stefanohttp://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/69472024-02-07T15:48:32Z2023-01-01T00:00:00ZConservazione e produzione della prova digitale nella nuova disciplina europea: il potenziale disallineamento con i principi espressi dalla giurisprudenza di settore
Busillo, Stefano
This contribution takes a look at judicial cooperation in criminal matters,
which has long been pursuing a regulatory adjustment aimed at having new
mechanisms suitable for a speedy and prompt transmission of so-called digital
evidence. The latter, not surprisingly, reveals its own complexity that resides,
among other characteristics, in its “private” nature, as well as in the risks related to
the violation of the fundamental rights involved, among which privacy stands out
in particular. In this regard, European legislation has responded decisively to the
need for direct dialogue with providers, i.e. those directly involved in the traffic of
data of interest to the judicial authorities of the continent. So much so that, with the
intention of overcoming the limits of traditional instruments, the European Union
and the Council of Europe adopted, respectively, Regulation (EU) 2023/1543 on
the European order for the production and preservation of digital evidence in
criminal matters and, in 2021, the Second Protocol to the Convention on
Cybercrime. Although formally the new European regulation is conditional on not
causing undue interference in the rights of the individual, this contribution aims to
highlight that, from a comparison with the jurisprudential practice on data retention
and mass surveillance, significant inconsistencies do in fact emerge. In particular,
the analysis aims to demonstrate that the analogical application of the principles of
necessity and proportionality to the newborn Regulation and to the Second Protocol
of the Budapest Convention – as understood by the Court of Justice of the European
Union and the European Court of Human Rights – would lead to an excess of
"privatization" in the matter as well as to the presence of “variable geometries” in
the protection offered to individuals.; Il presente contributo prende in considerazione la cooperazione giudiziaria
in ambito penale, che da tempo rincorre un adeguamento normativo mirato a
disporre di nuovi meccanismi adatti ad una celere e pronta trasmissione della c.d.
prova digitale. Quest’ultima, non a caso, rivela una propria complessità che risiede
anzitutto nella sua natura “privata”, nonché nei rischi correlati alla violazione dei
diritti fondamentali coinvolti, tra cui emerge in particolar modo la privacy. A tal
riguardo, la normativa europea ha risposto in maniera decisa all’esigenza di un
dialogo diretto con i providers, ovvero i soggetti direttamente coinvolti nel traffico
dei dati d’interesse per le autorità giudiziarie del continente. Tant’è che, con
l’intenzione di sorpassare i limiti degli strumenti tradizionali, l’Unione europea ed
il Consiglio d’Europa, rispettivamente, si sono dotati, nel luglio 2023, del
Regolamento (UE) 2023/1543, sull’ordine europeo di produzione e conservazione
della prova digitale in ambito penale e; nel 2021, del Secondo Protocollo alla
Convenzione sul crimine informatico. Sebbene formalmente la nuova disciplina
europea sia subordinata a non cagionare indebite interferenze nei diritti
dell’individuo, il presente contributo intende evidenziare che, da un confronto con
la prassi giurisprudenziale sulla data retention e sulla mass surveillance, emergono
invece rimarcabili incongruenze a riguardo. Nel dettaglio, l’analisi ambisce a
dimostrare che l’applicazione analogica dei principi di necessità e proporzionalità
al neonato Regolamento ed al Secondo Protocollo della Convenzione di Budapest
– così come intesi dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea e dalla Corte
europea dei diritti dell’uomo – renderebbero manifesto un eccesso di
“privatizzazione” nella materia oltre che la presenza di “geometrie variabili” nella
tutela offerta agli individui.
2023-01-01T00:00:00ZIl tribunale penale misto per i crimini commessi in Kosovo (Kosovo Specialist Chambers): un’esperienza a cui ispirare il futuro processo di riappacificazione dell’Ucraina?Cantoni, Silviahttp://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/69462024-02-07T15:48:30Z2023-01-01T00:00:00ZIl tribunale penale misto per i crimini commessi in Kosovo (Kosovo Specialist Chambers): un’esperienza a cui ispirare il futuro processo di riappacificazione dell’Ucraina?
Cantoni, Silvia
Building upon one of the latest examples of "hybrid tribunals", the Kosovo
specialist court (Kosovo Specialist Chambers e Specialist Prosecutor’s Office), this
paper aims to reflect on the effectiveness of the various forms of criminal
internationalized justice for the protection of fundamental values of the international
community safeguarding the human person, even when such instruments are
established with an undeniable delay and meet the hostility of the same community
they would help to reconcile. The investigation will lead to some considerations on
the role that the creation of an internationalized court could have on the restoration
of peace in Ukraine.; Partendo da quello che rappresenta uno degli esempi più recenti di
“tribunali ibridi”, la Corte specialistica del Kosovo (Kosovo Specialist Chambers e
Specialist Prosecutor’s Office), il presente lavoro intende riflettere sull’efficacia di
forme di giustizia penale internazionalizzate per la difesa dei valori fondamentali
della comunità internazionale a tutela della persona umana, anche quando tali
strumenti vengano costituiti con un innegabile ritardo ed incontrino l’ostilità della
stessa comunità che vorrebbero contribuire a riappacificare. Dall’indagine deriveranno alcune considerazioni sul ruolo che l’istituzione di un tribunale
“internazionalizzato” potrebbe avere sul ristabilimento della pace in Ucraina.
2023-01-01T00:00:00Z