dc.description.abstract | L'obbiettivo di questa ricerca è di interrogare, a partire da una traccia di metodo foucaultiana,
un campo problematico attuale: l'essere situati nell'Occidente postcoloniale al tempo in
cui il lavoro migrante ripropone una serie di conflitti che, segnati dall'eredità
coloniale, stentano ad essere definiti in senso preciso, men che meno in senso
politico.
Sulla scorta dei Postcolonial Studies, e in particolare dei Subaltern Studies, il problema è
vedere come una serie di pratiche discorsive eurocentriche, prodotte e circolanti dal
periodo coloniale, abbiano contribuito a nascondere il significato politico di
comportamenti, rituali, lotte e forme di resistenza, messi in atto dai subalterni
colonizzati.
Rispetto alla configurazione di un capitalismo postcoloniale globale, è necessario
individuare un dispositivo politico, definire una lente attraverso la quale guardare a
quelle forme di soggettivazione che si svolgono secondo strumenti e pratiche diversi da
quelli attraverso i quali siamo soliti pensare le categorie classiche del politico.
Una di queste categorie risiede nel dispositivo giuridico-discorsivo legato allo statuto
della cittadinanza: problematizzare il nesso cittadinanza-democrazia significa sondare il
funzionamento della governamentalità postcoloniale.
In questo senso, i corsi di Foucault su Le Gouvernement de soi et des autres
costituiscono un punto d'osservazione privilegiato per mettere in discussione le origini
della tradizione occidentale: il riferimento ai processi costitutivi della democrazia greca
rappresenta l'occasione per riaprire dall'interno i rapporti tra critica dell'esistente e
invenzione politica; rapporti costantemente da ridiscutere, anche a costo di cambiare i
nomi della politica. | en_US |