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Trapianto d’organi e identità personale. Profili bioetici
dc.contributor.author | Simeone, Silvana | |
dc.date.accessioned | 2012-02-10T13:02:09Z | |
dc.date.available | 2012-02-10T13:02:09Z | |
dc.date.issued | 2011-03-30 | |
dc.identifier.uri | http://hdl.handle.net/10556/239 | |
dc.description | 2009 - 2010 | en_US |
dc.description.abstract | Era il 1954 quando Joseph Murray eseguì il primo trapianto di rene, da vivente, tra due gemelli, circostanza che evitò il rigetto, con esito positivo. 24 anni dopo, con l'introduzione della Ciclosporina A, la prima molecola utilizzata come imunosoppressore, si riesce a controllare la risposta del sistema immunitario, vale a dire a ridurre il rischio di rigetto dell’organo trapiantato. Successivamente sono state scoperte nuove molecole (Everolimus) riducendo ulteriormente il rischio, diminuendo gli effetti collaterali e agendo selettivamente sul sistema immunitario. Oggi anche se i trapianti e le donazioni sono in aumento, restano in attesa ancora migliaia di pazienti per un nuovo organo. Attualmente la nuova chirurgia dei trapianti è rappresentata: - dagli xenotrapianti, trapianti di organi di animali nell’uomo, accompagnati dall’immissione nell’animale donatore di geni capaci di controllare le risposte immunitarie della specie sulla quale si vuole effettuare il trapianto; - dagli organi artificiali, il cui impiego, per ora è limitato a casi particolari ed a periodi di tempo ridotti; - dall’utilizzo delle cellule staminali, impiegate per rigenerare i tessuti degli organi stessi, anche se per organi come il cuore, il fegato o il rene, la strada da percorrere è ancora molto lunga. I trapianti continuano a sollevare, ancora oggi problematiche che vanno dal dibattito sul prelievo degli organi, alle procedure sull’accertamento della morte cerebrale, al consenso alla donazione, al commercio degli organi. Per introdurre il delicato argomento sul commercio degli organi, citiamo la leggenda metropolitana, di quel turista che accetta un drink in un bar, per poi svegliarsi in una vasca piena di ghiaccio, macchiato di sangue, con un taglio sul fianco ed un biglietto dove c’è scritto: “ti è stato asportato un rene, vai subito all'ospedale”. Questa può essere una leggenda, ma il fenomeno dei 'turisti d'organi', è vero ed esiste, ed anche gli italiani figurano nella lista, che non è la lista d’attesa al trapianto d’organo, ma è una lista/elenco, il cui viaggio ha l'obiettivo di comprare un organo da trapiantare. Il trapianto potrebbe essere stato eseguito in Turchia e gli organi potrebbero provenire dalla Moldavia o dall’Albania. A questo punto, ci rendiamo conto che siamo di fronte al libero mercato, l’organo si è trasformato in un comune prodotto commerciale, è diventato merce. Tutto è in vendita, tutti acquistano sul mercato, però questa volta troviamo due disperati per motivazioni diverse, chi vende, lo fa perché disperato economicamente, chi compra è chi ha perso le speranze, rispetto alle liste d’attesa, perché crede di non “farcela”... [a cura dell'Autore] | en_US |
dc.language.iso | it | en_US |
dc.publisher | Universita degli studi di Salerno | en_US |
dc.subject | Trapianti | en_US |
dc.subject | Morte cerebrale | en_US |
dc.subject | Commercio degli organi | en_US |
dc.title | Trapianto d’organi e identità personale. Profili bioetici | en_US |
dc.type | Doctoral Thesis | en_US |
dc.subject.miur | IUS/20 FILOSOFIA DEL DIRITTO | en_US |
dc.contributor.coordinatore | Racinaro, Roberto | en_US |
dc.description.ciclo | IX n.s. | en_US |
dc.contributor.tutor | Amendola, Adalgiso | en_US |
dc.contributor.cotutor | Mancuso, Francesco | en_US |
dc.identifier.Dipartimento | Filosofia | en_US |