Sull’ultimo romanzo di Pirandello
Abstract
Giancarlo Mazzacurati defined One, No One and a Hundred Thousand, as Pirandello’s
testamentary novel, a breathless and more or less conscious experiment of self-analysis
as well as of self-therapy». The protagonist’s research, which concludes itself in his
«vitalistic nihilism» (Pupino), with the fragmentation of the identity, the refusal of the
name, the panic ecstasy in the vital stream of nature, seems to express, dialectically, as
the author says, «the positive side of his thought»: “the announcer of life” as hypostasis
of the poet and of the writer, symbolic archetype reached in a long way of identification. Giancarlo Mazzacurati ha definito Uno, nessuno e centomila, il romanzo testamentario
di Pirandello, «un affannoso e più o meno consapevole esperimento di autoanalisi
nonché di autoterapia». Il percorso di ricerca del protagonista, che si conclude, nel suo
«nichilismo vitalistico» (Pupino), con la dispersione dell’identità, il rifiuto del nome,
l’estasi panica nel flusso vitale della natura, sembra esprimere, dialetticamente, secondo
le parole dell’autore, «il lato positivo del suo pensiero»: “l’annunciatore della vita”
come ipostasi del poeta e dello scrittore, archetipo simbolico raggiunto in un lungo
percorso di individuazione.
URI
http://sinestesieonline.it/wp-content/uploads/2018/02/Mauro.pdfhttp://hdl.handle.net/10556/2714
http://dx.doi.org/10.14273/unisa-1063