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dc.contributor.authorFeola, Elvia Ilaria
dc.date.accessioned2012-10-22T11:19:21Z
dc.date.available2012-10-22T11:19:21Z
dc.date.issued2012-06-21
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/10556/302
dc.description2010 - 2011en_US
dc.description.abstractOBIETTIVI DELLA RICERCA La ricerca intende comprendere le differenti pratiche di consumo delle nuove tecnologie da parte di studenti della facoltà di scienze della formazione. Lo scopo e quello di realizzare una nuova forma di apprendimento multimediale erogabile attraverso telefoni cellulari, che sia interattiva, altamente coinvolgente, efficace ed efficiente e che l’utente né possa usufruire ogni volta che lo desideri o che abbia la possibilità di impegnarsi in attività di apprendimento, ovunque esso si trovi. DESCRIZIONE DELLA RICERCA Nello specifico si desidera sperimentare l’utilizzo di mobile device per la fruizione di un ambiente formativo di tipo adattivo, implementando una didattica strutturata per la condivisione anywhere and anytime di contenuti, strumenti e processi. Attraverso un learning environment declinabile su mobile device, gli studenti mettono in atto un processo apprenditivo on demand, strutturando i propri ambienti in base alle personali esigenze e preferenze di fruizione, dando vita ad un percorso conoscitivo riqualificante e rinforzante, strutturato su processi di apprendimento interattivo, riflessivo e metacognitivo. Un percorso che non sia lineare e segmentato, ma bensì, ricorsivo e reticolare, in cui l’allievo possa autodeterminare, attraverso la molteplicità delle piste percorribili, il proprio percorso e parte degli obiettivi stessi. Gli utenti sono coinvolti sul piano cognitivo ed affettivo-relazionale, attraverso l’utilizzo di bacheche virtuali, blog, personal space e giochi didattici collaborativi/competitivi, che si slegano dal semplice travaso disciplinare per procedere a spirale. Si rimanda così ad una maturazione costante. L’utilizzo dei mobile device nei contesti informali attribuisce ai media una connotazione ludica, semplificandone l’impiego in ambienti formali. Ricostruendo la linea evolutiva della formazione supportata dalle TIC si potrebbe affermare che attraverso l’e-learning è stato possibile distribuire la formazione direttamente sulla scrivania dei dipendenti; grazie al mobile learning è possibile mettere a disposizione il training, le informazioni, l’archivio dati, il know-how del gruppo; invece con il wireless mobile learning è possibile aggiornare il training, le informazioni ed i dati “in mano” agli studenti ovunque essi si trovino. Il m-learning consente, infatti, un apprendimento notevolmente flessibile e dinamico, offrendo allo studente la possibilità di apprendere ovunque ed in qualsiasi momento attraverso molteplici risorse e strumenti personalizzabili. Grazie al mobile learning è possibile mettere a disposizione il training, le informazioni, l’archivio dati, il know-how del gruppo; e con il wireless mobile learning è possibile aggiornare il training, le informazioni ed i dati “in mano” agli studenti ovunque essi si trovino. Con il mobile learning, infatti, si ha una vera e propria rivoluzione per la formazione a distanza, in quanto diventa possibile fare formazione anche fuori sede, lontani dall’università, in treno, o semplicemente distesi su di un prato. In questo modo la fase di apprendimento non è più vincolata ad un luogo con caratteristiche specifiche, infatti, questo tipo di tecnologia, si adatta molto bene alle esigenze degli studenti che sono spesso in movimento, spostandosi tra le classi, le biblioteche e la loro casa. Si da vita così, ad un apprendimento potenzialmente onnipresente che prescinde dal tempo e dallo spazio. Gli studenti, in qualsiasi situazione si trovino, potranno disporre delle informazioni pertinenti al momento opportuno, non dovranno più raggiungere il luogo deputato all’apprendimento, ma saranno invece raggiunti nel posto in cui si trovano, alla fermata dell’autobus, a casa o durante il tragitto in treno per recarsi al lavoro. Diventano così potenziali momenti di apprendimento, ad esempio, le attese negli spostamenti dei pendolari e i tragitti in metropolitana. In generale qualsiasi momento che altrimenti sarebbe “perso” o che prima non era possibile arricchire con contenuti didattici grazie al mobile learning si tramuta un potenziale momento di apprendimento. Con i dispositivi mobili è infatti possibile avere, sempre ed ovunque a portata di mano sia nuove e maggiori informazioni, come ad esempio esercizi da svolgere, testi, dizionari, sia un mezzo con cui fare utili annotazioni sulle proprie attività, per poi analizzarle in seguito. Con il proprio telefono cellulare si possono digitare le riposte alle domande dei docenti avendo un feedback immediato e ci si può esercitare privatamente. I vantaggi del wireless mobile learning derivano dalla possibilità di connettere il mobile device continuamente alla rete dell’università, e quindi di scaricare dati in tempo reale, ricevere aggiornamenti inoltrare interrogazioni al database e scambiare e-mail. Dall’altro lato il trasferimento di training wireless consente la distribuzione e l’aggiornamento di corsi di formazione, dati, schede tecniche, manuali d’uso, aumentandone le performance ed ottimizzando i tempi di apprendimento. Inoltre, sfruttando in modo innovativo queste tecnologie è possibile presentare contenuti non più basati solo sul testo, ma anche con immagini, audio e video in movimento. Grazie a tale sistema sono sempre consultabili gli orari delle lezioni, gli appunti presi durante le lezioni, il calendario degli esami e gli ultimi avvisi pubblicati dalla segreteria. Una maggiore interazione, invece è possibile quando, ad esempio, uno studente stia scrivendo un testo e ha bisogno di suggerimenti o commenti al fine di migliorare o correggere il proprio lavoro. Attraverso il mobile learning è possibile far leggere il testo ad altri utenti e ricevere suggerimenti in tempo reale (attraverso la videochiamata, la chiamata nei meeting,….), oppure è possibile realizzare un ambiente collaborativo per risolvere problemi complessi. Infatti, si ha vero apprendimento, se viene data al soggetto la possibilità di comunicare con più persone (Jerome Bruner, Lev Semënovič Vygotskij, Seymour Papert, David Jonassen, …), e che tale possibilità sia associata ad una maggiore libertà. È, dunque, possibile promuovere un programma di convergenza progettando un artefatto didattico che coniughi in modo produttivo gli aspetti dell’apprendimento formale con gli aspetti che caratterizzano i contesti dell’educazione informale intersecando produttivamente il piano conoscitivo con quello esperienziale, coniugando cultura, esplorazione e creatività del singolo, che filtra le informazioni attraverso il confronto con il gruppo. Il target utilizzato per la ricerca è rappresentato da studenti frequentanti il primo anno del corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria dell’Università di Salerno. Essi potranno disporre di un utile strumento per il ripasso che permetta di rispondere a questionari ed esercizi, inviare risposte ad un tutor, memorizzare le informazioni fondamentali apprese durante un corso. Avranno la possibilità di convocare in tempo reale il gruppo di lavoro in qualsiasi parte del mondo (si pensi agli studenti che aderiscono al progetto erasmus e che possono continuare a collaborare anche se distanti geograficamente), migliorando così non solo la comunicazione tra i vari gruppi di studenti e la facoltà, ma serve anche come uno strumento che facilita l’apprendimento delle varie discipline. Sarà inoltre possibile effettuare la registrazione audio-video di un meeting e trasmetterla ai colleghi assenti alla videoconferenza e, in generale, integrare con il supporto del video qualsiasi scenario di collaborazione o addestramento remoto. Per questi motivi il m-learning si rivela più efficace nel presentare testi sintetici e semplici diagrammi. Un ambiente in cui lo studente può autodeterminare percorsi, interessi e strategie personali, arricchendole sia con momenti di riflessione individuale e collettiva, sia con domande euristiche pre-stabilite. È fondamentale riqualificare e rinforzare il percorso conoscitivo, strutturandolo su processi di apprendimento interattivo e da attenzioni riflessive e metacognitive. Si ha così una nuova prospettiva: non è più l’utente a dirigersi verso la formazione, ma è la formazione a plasmarsi in base alle esigenze e alle conoscenze dell’utente. Obiettivo della ricerca è anche quello di realizzare il motto pirandelliano “uno, nessuno e centomila” applicabile all’uomo digitale. Infatti, il soggetto all’interno della rete pur conservando e difendendo la propria identità personale, accetta di comprimerla sempre in più occasioni per espandere le sue possibilità di interazione sociale. In questo modo il soggetto è “uno”, ma diventa “nessuno” se decide di voler intraprendere il percorso della conoscenza da solo; si trasforma invece in “centomila” se interagisce con gli altri e insieme agli altri, costruisce la propria conoscenza. Inoltre, il soggetto come un vero e proprio pc è ora server ora client, cioè, è ora emittente, ora ricevente delle nuove informazioni. FINALITA’ DELLA RICERCA Il fine della ricerca è quello di progettare un artefatto didattico che coniughi in modo produttivo gli aspetti dell’apprendimento formale con gli aspetti che caratterizzano i contesti dell’educazione informale intersecando produttivamente la conoscenza, l’esperienza, la cultura, l’esplorazione e la creatività del singolo, filtrando le informazioni attraverso il confronto con il gruppo... [a cura dell'autore]en_US
dc.language.isoiten_US
dc.publisherUniversita degli studi di Salernoen_US
dc.subjectMobile learningen_US
dc.subjectMobile deviceen_US
dc.titleMobile learning ed ecologia convergente. Sperimentazione didattica, ambienti di apprendimento e mobile devicesen_US
dc.typeDoctoral Thesisen_US
dc.subject.miurM-PED/04 PEDAGOGIA SPERIMENTALEen_US
dc.contributor.coordinatoreMinichiello, Giulianoen_US
dc.description.cicloX n.s.en_US
dc.contributor.tutorNotti, Achille Mariaen_US
dc.identifier.DipartimentoScienze Umane, Filosofiche e della Formazioneen_US
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