La rilevanza giuridica delle unioni omosessuali nell’antica Roma
Abstract
Oggetto del presente lavoro di ricerca è lo studio circa l’eventuale rilevanza giuridica delle unioni
omosessuali nell’antica Roma. Dedicarsi al delicato tema dell’omosessualità dalla prospettiva
giuridica costituisce di per sé un’esperienza di studio complessa, la quale – nelle sue innumerevoli
articolazioni ed implicazioni – valica i limiti spazio-temporali tipici del perimetro di ricerca degli
storici del diritto, tanto da sollecitare anche l’attenzione dei vigentisti i quali tutt’oggi, a cavallo fra
diritto, morale e politica, copiosamente ne dibattono.
Pensare all’omosessualità come una variante naturale del comportamento umano, piuttosto che una
sua aberrazione o una trasgressione, costituisce un imprescindibile punto di partenza che (senza
violare la pur sempre legittima opinione personale sul punto) consente allo storico del diritto di
avvicinarsi alla questione con un atteggiamento più ricettivo ai segnali – non numerosi e non sempre
facilmente decodificabili – presenti nelle fonti oggi disponibili al suo vaglio, la maggior parte delle
quali posteriori al I sec. a.C..
Come si osserva nel lavoro, la posizione – in linea di massima – degli antichi Romani rispetto
all’omosessualità era di parziale ‘indifferenza morale’, almeno fintantoché alcuni suoi palesamenti
non confliggessero con altri valori sociali di primario rilievo: i Romani, insomma, non erano abituati
a classificare l’orientamento sessuale di un civis in maniera granitica (adoperando, dunque, termini
assimilabili agli odierni ‘omosessuale’, ‘bisessuale’, ‘eterosessuale’, ‘pansessuale’, etc.), quanto
piuttosto ad osservarne la condotta complessiva al fine di considerarlo pudicus o inpudicus. La
premessa testé segnata, tuttavia, merita di essere ulteriormente approfondita: è necessario chiarire
quali fossero le logiche (anche etiche e sociali) sottese a siffatto atteggiamento e quali ne fossero le
conseguenze sul piano giuridico.
Pertanto, premessi doverosi cenni al valore della pudicitia ed al rapporto intercorrente fra essa e gli
atteggiamenti omosessuali, si procederà a verificare se, nelle varie epoche della storia di Roma,
esistessero configurazioni del rapporto fra persone dello stesso sesso assimilabili alle odierne unioni
civili o matrimoni. La parte conclusiva dello studio, invece, è orientata ad esaminare l’approccio del
Cristianesimo alle relazioni omosessuali, quali furono i principali provvedimenti assunti per
contrastarle, nonché, infine, si passerà allo studio circa l’effettiva portata del loro contenuto,
convenzionalmente ritenuto come ineluttabilmente proibitivo e repressivo. [a cura dell'autore]