dc.description.abstract | Il lettore del viaggio di Dante, che dalle profondità dell’Inferno, attraverso
il Purgatorio, risale su fino alle vette del Paradiso, vive (nel suo immaginario)
un’esperienza diametralmente opposta quando deve affrontare il
viaggio di Milton e Satana attraverso il mondo fisico. Piuttosto che verso
l’alto o verso il basso il lettore di Milton erra/si muove “obliquamente”
(Paradise Lost, 3,564). Nel mio articolo intendo articolare la nozione del
movimento “obliquo”.
Quando tra i personaggi storici del suo poema cita solo Galileo e Colombo,
Milton rivela esplicitamente il suo interesse per i “mappatori” moderni
di territori nuovi e inesplorati. Ma a sedurre il poeta è l’astronomia
piuttosto che i viaggi e la colonizzazione del Nuovo Mondo. Certamente
non celebra il progresso favorito dalla rapace curiosità per le “marvelous
possessions”. In realtà, la nozione di Satana come paradigma del colonialismo
e dell’imperialismo britannico appartiene alla storia della ricezione
del poema piuttosto che al testo miltoniano. Satana, al contrario, è il sintomo
del paradigma copernicano.
In Paradise Lost, mentre Adamo ed Eva dimorano stabilmente nel
limitato spazio dell’Eden, Satana invece è in continuo movimento. Del
viaggio di Satana sorprende il suo muoversi/attraversamento (di) in spazi
siderali; provvisto di un’ambigua condizione fisica (cfr. Denise Albanese
che considera “prostetico” – dotato di protesi – il corpo di Satana), Satana
intraprende viaggi senza precedenti attraverso spazi che si collocano tra vecchie e nuove geografie, antiche e moderne cosmografie. Dall’Inferno
Satana raggiunge la Terra attraverso un Caos lucreziano, percorrendo quegli
spazi astronomici appena osservati dalla “lente ottica” di Galileo. Egli
dà corpo al paradigma letterario espressivo dell’interesse centrale specifico
dell’epoca centrato sullo spazio, il tempo e il movimento. “Eppure si muove” – erano state le parole, certamente apocrife, di Galileo agli Inquisitori,
che tuttavia colgono lo spirito dell’epoca, che in letteratura si riflette dovunque
molto chiaramente (Angus Flecher, Time, Space and Motion in the
Age of Shakespeare, 2007). Satana e Milton “mappano” la qualità di quel
movimento e di quel cambiamento.
Ma la destinazione finale del viaggio di Milton non è la caduta in cui
Satana precipita l’uomo. Il processo di riparazione (espiazione, redenzione)
dell’umanità che Milton cerca di tracciare conduce ad un “paradise
within”, un umano paradiso interiore che non è la visione beatifica del pellegrinaggio
di Dante. In Paradise Lost la fisica si traduce in etica (piuttosto
che metafisica). La direzione “obliqua” del viaggio di Satana si ripete nei
“wondering steps”, nei passi erranti di Adamo ed Eva che comporteranno
anche la mappatura di nuovi spazi psicologici ed etici. | en_US |