Quando la violenza è “donna”. Sacrificio, meditazione, vendetta nella «Chanson de Guillaume»
Abstract
Il presente articolo ha per oggetto una delle massime espressioni dell’epica francese, la “Chanson de Guillaume”, della quale esamina il ruolo che nell’ambito della narrazione riveste il personaggio femminile di Guiborc, moglie del protagonista Guglielmo d’Orange. L’articolo, preliminarmente, mette a fuoco le dinamiche che animano lo scontro tra le due parti contrapposte, Cristiani e Saraceni, e rileva, sulla base della “teoria mimetica” di René Girard, come esso si configuri nei termini di una catena di vendette e di un duello su vasta scala, in cui ciascuno dei contendenti mira non solo alla vittoria militare, bensì al totale annientamento del nemico. In tale contesto, Guiborc si rivela come il più forte vettore di violenza e di estremizzazione del conflitto, che si concluderà con il trionfo della parte cristiana, proprio perché, essendo donna, non vi partecipa direttamente e dunque non è condizionata da quei “fattori di attrito” (morte dei combattenti, sofferenza fisica, dolore morale, ecc.) che nella guerra reale tendono ad attenuare la ostilità reciproca e a imporre delle forme di ricomposizione. This article examines one of the most important French epic poem, the ‘Chanson de Guillaume’ (XII century), focusing on the role the female character Guiborc, who is William of Orange’s wife, plays in the story. The article outlines the clash between the two opposing sides, Christians and Muslims, seen, on the basis of Renè Girard’s “mimetic theory” as a revenge chain and a large-scale duel in whoch each of the contenders aims not only at military victory but also at the total annihilation of the enemy. In such context Guiborc represents the main carrier of violence within the conflict won by the Christians because, being a woman, she does not take part directly in it avoiding to be conditioned by the “friction factors” (death of the fighters, physical suffering, moral pain, etc.) which, at war tend to soften mutual violence.