Esperienza estetica interattiva e individuazione a partire da Gilbert Simondon
Abstract
This thesis aims to show the fruitfulness of Gilbert Simondon’s ‘theory of individuation’ as a tool for
analysing the aesthetic-artistic experience made possible by new technologies. The category of
interactivity qualifies those artworks based on computer systems whose form is determined by the
intervention of the user or by signals and data coming from the environment. No longer just, or
exclusively, an object to be contemplated, the work becomes a field of relations between elements,
individuals, and events, both real and virtual. Far from having a stable and regular structure, the
relational fabric that makes up the system presents an intrinsic dynamism. It takes the form of a
constantly evolving event, produced by the elements that are received by the technical system or that
emerge unplanned. Moreover, this dynamic process is not entirely predictable in its development, let
alone its outcome.
These aspects find an effective theoretical synthesis in Gilbert Simondon’s philosophy. In short,
it is characterized by an understanding of reality as process and relation. From his perspective,
everything that exists must be interpreted as something that occurs, and this occurrence is in turn
determined as an inexhaustible process of interaction. Following the theory of individuation to
achieve an understanding of the phenomenon of interactivity at the aesthetic level does not mean
imposing Simondon’s concepts on the main components of the interactive aesthetic experience,
arbitrarily transporting a thought operation from one sphere of reality to another. The goal is rather
to investigate their heuristic value.
The dimension of art may be conceived of generally as the framework where the very meaning
of experience is produced, stemming from the encounter between user and work. Its constitution
requires, in fact, a type of reception which creates intimacy with the work it originates from, grasping
both its language and expressiveness. What lies at the core of aesthetic fruition is, therefore, neither
a subject nor an object, but rather their relation, beyond which these two elements would be
meaningless. It is by virtue of its constitutive interactivity that we may speak of the aesthetic
experience in terms of individuation, defining it as the privileged setting for the individuation of
meaning. User and work, existing only within their mutual connection, thus represent the conditions
by which meaning is produced.
Given this premise, my thesis questions how this sort of individuation originates in the field of
those digital environments whose structure is none other than the dynamic product of a relation,
investigating the conditions of the aesthetic interactive experience, its defining features, and more
broadly, how meaning emerges from it. [edited by Author] La tesi intende mostrare il potenziale della “teoria dell’individuazione” formulata da Gilbert
Simondon come strumento di indagine dell’esperienza estetico-artistica resa possibile dalle nuove
tecnologie. Interattività è la categoria specifica per qualificare quelle operazioni artistiche basate su
sistemi informatici la cui forma viene determinata dall’intervento del fruitore o dai dati registrati e
processati dal dispositivo tecnico. Non più solo, o esclusivamente, oggetto di “contemplazione”,
l’opera si trasforma in un campo di relazione tra elementi, individui ed eventi, ad un tempo reali e
virtuali. Lungi dall’avere un assetto stabile e regolare, la trama relazionale che compone il sistema
presenta piuttosto un’intrinseca dinamicità. Essa si configura come un evento in continua evoluzione,
prodotto dagli elementi che di volta in volta vengono recepiti dal sistema tecnico o che affiorano non
pianificati. A ciò si aggiunge come terzo punto il fatto che tale processo dinamico non risulta del tutto
prevedibile nel suo svolgimento né tantomeno nei suoi esiti.
Il luogo rilevante in cui i concetti sopra citati trovano una sintesi efficace è la filosofia di
Simondon. In sintesi, essa è caratterizzata da una comprensione della realtà come processo e come
relazione. Tutto ciò che esiste – questo il pensiero di Simondon – va interpretato come qualcosa che
accade e tale accadere si determina a sua volta come inesauribile processo di interazione. Seguire la
teoria dell’individuazione per raggiungere una comprensione del fenomeno dell’interattività a livello
estetico non significa giustapporre i concetti di Simondon alle principali componenti dell’esperienza
estetica interattiva, trasportando in modo arbitrario un’operazione di pensiero da un ambito all’altro
della realtà, quanto piuttosto indagarne il valore euristico.
Possiamo in generale concepire la dimensione dell’arte come un orizzonte esperienziale in cui si
produce il senso stesso dell’esperienza, un senso che “accade” nell’incontro tra fruitore e opera. La
sua costituzione richiede infatti una sorta di accoglienza ricettiva che, suscitata dall’opera, avvia
un’intimità con essa, comprendendone sia linguaggio che l’espressività. Alla base della fruizione
estetica, pertanto, non stanno né un soggetto né un oggetto, bensì la loro relazione, una relazione
necessaria, al di fuori della quale i singoli termini sono privi di senso. È dunque in virtù della sua
interattività costitutiva che è possibile parlare di esperienza estetica in termini di individuazione,
intendendola, più precisamente, come il luogo privilegiato di individuazione del senso. Fruitore e
opera, esistenti soltanto nel legame che li unisce, rappresentano propriamente i fattori individuanti,
le condizioni cioè del prodursi del senso.
Date queste premesse, la tesi si interroga sulle modalità attraverso le quali una simile
individuazione si genera nel campo di quegli ambienti informatici la cui struttura non è altro che il
prodotto dinamico di una relazione. Queste le domande: quali sono i requisiti di individuazione
dell’opera d’arte interattiva? Quali i suoi fattori individuanti? E in che modo il senso si “individua”?. [a cura dell'Autore]