AIPH 36 – Qui abito. Scuola e Public History. Un progetto per la rigenerazione della periferia urbana a Torino
Data
2020Autore
Tucci, Walter
Fissore, Gianpaolo
Fava, Andrea
Biasin, Maurizio
Rodriquez, Walter
Barelli, Maria Luisa
Gregory, Paola
Amendola, Grazia
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Quali sono le potenzialità e le criticità dei progetti di Public History rivolti al mondo della scuola? Il panel proposto intende offrire occasioni di riflessione sul ruolo della scuola in progetti di Public History e su come la storia possa essere percepita come risorsa preziosa per la progettualità del futuro. Punto di partenza è il progetto Qui abito. A partire dalla scuola: storie di famiglie e di quartiere per immaginare il futuro della comunità, con protagonisti insegnanti e studenti di una scuola media del quartiere Vallette di Torino. Il progetto, che ha avuto il patrocinio dall’Associazione Italiana di Public HIstory, è stato vincitore del bando AxTO della Città di Torino finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per la realizzazione di attività culturali innovative nella periferia urbana. Nell’ intervento di G. Fissore e A. Fava di Cliomedia Public History, capofila del progetto, si dà conto delle finalità del progetto e delle metodologie e sinergie create per la sua realizzazione. G. Sacchi e R. Orlandini del Centro di Documentazione Storica ed Ecomuseo della Circoscrizione 5 di Torino, sviluppano una riflessione di lungo periodo in merito al rapporto tra scuola e quartiere delle Vallette e ai molti progetti che hanno coinvolto insegnanti e studenti. L’esperienza del laboratorio didattico-sperimentale di progettazione, condotto dai docenti del Politecnico di Torino, è illustrato da M. L. Barelli e P. Gregory. Al centro della riflessione sono le difficoltà per le giovani generazioni e per le varie componenti della comunità urbana di “riconoscere” la realtà del paesaggio in cui si vive e di conseguenza di pensarsi soggetti attivi in proposte di cambiamento e di nuova progettualità per il futuro. Infine saranno le insegnanti dell’Istituto Turoldo E. Agostini e C. Bongiovanni a illustrare il punto di vista di chi è stato il destinatario della sperimentazione.