Le origini dello Spazio di libertà, sicurezza e giustizia. Pace e conflitti armati (1945-2025)
Abstract
A ottant’anni dalla conclusione del secondo conflitto mondiale, il
contributo esamina l’evoluzione dei concetti di pace e sicurezza collettiva nel
contesto europeo e internazionale, nel periodo compreso tra il 1945 e il 2025.
L’analisi si concentra sulle trasformazioni intervenute nei modelli di gestione dei
conflitti armati, evidenziando il progressivo affermarsi di strumenti giuridico-politici
quali le costituzioni di orientamento pacifista, i memorandum di pace e le politiche
di neutralità attiva. Tali sviluppi hanno favorito un processo di regionalizzazione
delle dinamiche di disarmo e controllo dei conflitti, segnando un parziale
spostamento di competenze dalla governance universale delle Nazioni Unite a forme
di cooperazione interstatale su base regionale. In questo scenario, l’Unione Europea
si configura come un attore in fase di transizione costituzionale, impegnato nella
difficile opera di mediazione tra esigenze di sicurezza, tutela della sovranità e istanze
di cooperazione multilivello. La pace, concepita non più unicamente come assenza di
ostilità armate, assume il valore di bene supremo, da perseguire attraverso processi
strutturati di ricostruzione, rielaborazione della memoria e riconciliazione. In tale
prospettiva, la fase di recovery post-bellica si qualifica come espressione di un diritto
internazionale in divenire, ispirato ai principi di giustizia, libertà e sicurezza, nella
prospettiva auspicata di una nuova conferenza internazionale – sul modello di Yalta
o Helsinki – volta a definire i nuovi orizzonti dell’ordine di pace globale. Eighty years after the end of the Second World War, this contribution
examines the evolution of the concepts of peace and collective security within the
European and international context from 1945 to 2025. The analysis focuses on the
transformations in the models of armed conflict management, highlighting the
gradual affirmation of legal and political instruments such as pacifist-oriented
constitutions, peace memoranda, and active neutrality policies. These developments
have fostered a process of regionalization in disarmament and conflict control
dynamics, marking a partial shift of responsibilities from the universal governance of
the United Nations to intergovernmental cooperation on a regional basis. Within this
framework, the European Union emerges as an actor undergoing constitutional
transition, engaged in the complex task of balancing security needs, the protection of
sovereignty, and the promotion of multilevel cooperation. Peace, no longer
understood solely as the absence of armed hostilities, is elevated to the status of a supreme good to be pursued through structured processes of reconstruction, memory
elaboration, and reconciliation. In this perspective, the post-conflict recovery phase
represents an expression of an evolving international legal order, grounded in the
principles of justice, liberty, and security, with the aspiration for a new international
conference – modeled on Yalta or Helsinki – to define the future boundaries of a
global order of peace.