Modelli patografici ottieriani: dall'homo clausus all'homo psychiatricus, dalla prosa al verso
Abstract
L’intera opera di Ottiero Ottieri, sia essa di natura espressamente letteraria o votata alla ricerca di forme ibride tra saggistica, confessione e fiction, può essere ricondotta ai modelli e alle strategie diegetiche del macro-genere patografico, per sua essenza trasgressivo rispetto ai confini stabiliti tra i differenti codici espressivi e i contenuti da essi veicolati. Narrazione, testimonianza, riflessione e autodiagnosi confondono i propri inchiostri nelle pagine dello scrittore, restando costante l’urgenza del mettere su carta i propri sintomi in uno con i postulati di una vera e propria filosofia della malattia quale unico plausibile fondamento della comprensione della nostra epoca. L’articolo esamina le forme patografiche nelle raccolte Il pensiero perverso (1971) e La corda corta (1978). Ottiero Ottieri’s entire work, whether of an expressly literary nature or devoted to the investigation of hybrid forms between non-fiction, confession and fiction, can be traced back to the models and diegetic strategies of the pathographic macro-genre, which is by its very essence transgressive in respect to the boundaries established between the different expressive codes and the contents they convey. Narrative, testimony, reflection and self-diagnosis merge their inks in the writer's pages, the urgency of committing one's own symptoms to paper remaining constant, along with the postulates of a true philosophy of illness as the only plausible foundation for understanding our age. The article examines the modes of pathography in poem collections Il pensiero perverso (1971) e La corda corta (1978).
URI
https://sinestesieonline.it/wp-content/uploads/2025/06/sinestesieonline-47-gialloreto.pdfhttp://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/8856