Buone pratiche per la storia orale (Dialoghi della Public History 3 ; 16 novembre 2020)
Abstract
Nel fare storia con le fonti orali le responsabilità della riflessione deontologica sono spesso lasciate esclusivamente sulle spalle del singolo ricercatore, al suo apprendimento sul campo e al suo personale – e spesso solitario – dialogo con le esperienze di ricerca degli storici e delle storiche che l’hanno preceduto. Il documento “Buone pratiche per la storia orale” elaborato dall’AISO nel 2015 e revisionato nel 2020 (anche in considerazione del “Regolamento generale per la protezione dei dati personali” operativo a partire dal 2018) non intende imporre standard alla ricerca ma piuttosto raccomandare buone pratiche che aiutino chi fa ricerca sul campo a svolgere bene il proprio lavoro. Per quanto riguarda la public history, che da sempre fa ampio uso delle fonti orali, è sempre possibile attenersi alle pratiche raccomandate, anche nei casi della realizzazione di prodotti dell’industria culturale? Per quanto riguarda la didattica della storia, quale uso può essere fatto delle fonti orali nel rispetto delle buone pratiche?
URI
https://youtu.be/F22D6TtpZJAhttp://elea.unisa.it:8080/xmlui/handle/10556/5318
http://dx.doi.org/10.14273/unisa-3442