AIPH 3 – Le Peregrinationes Academicae in Campania tra Sei e Ottocento
Data
2020Autore
Chirico, Maria Luisa
Cannavale, Serena
Del Mastro, Gianluca
Celato, Gennaro
Pepe, Cristina
Metadata
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La pratica della peregrinatio academica ha rappresentato un aspetto rilevante della cultura
europea a partire dalla prima età moderna. Com’è noto, tra il XVII e il XVIII secolo, l’Italia,
e in particolare il Mezzogiorno, divenne tappa obbligata del Grand Tour, compiuto da
giovani aristocratici ed esponenti della borghesia straniera più facoltosa, che in un numero
considerevole di casi sfociò nella redazione di diari di viaggio dedicati alla celebrazione
del ricco patrimonio culturale italiano. Il desiderio di ammirare le rovine dell’età antica,
di consultare le fonti e i documenti manoscritti sugli autori della letteratura classica, di
frequentare le maggiori biblioteche ed accademie, animava le visite ai principali centri e
ai luoghi più rappresentativi della tradizione classica italiani. Il viaggio, inoltre, era il più
efficace sistema per garantire ed intensificare lo scambio di informazioni e conoscenze tra
gli appartenenti alla cosiddetta Respublica literaria. Ancora nel XIX secolo, la realizzazione
di imprese scientifiche aventi ad oggetto l’Antichità greca e romana ispirò gli itinera di
studiosi d’Oltralpe.
Decisivo ai fini della scoperta e nella corretta interpretazione dei vestigia antiquitatis
di un paese o di una città fu, per costoro, il sostegno offerto da eruditi ed antiquari locali
con cui poté instaurarsi – come testimoniato dai diari, ma anche da memorie e scambi
epistolari – una proficua collaborazione. Obiettivo del panel sarà indagare le descrizioni e
le ricerche che viaggiatori e studiosi stranieri, in collaborazione con studiosi locali, hanno
prodotto sulle antichità campane, isolando alcuni momenti e figure di un arco cronologico
che va dal Seicento all’Ottocento. Approfondire la conoscenza del patrimonio materiale
e immateriale antico della Campania attraverso le testimonianze fornite da figure note
anche ad un ampio pubblico ed esaminare al contempo il contributo meno noto fornito
dalla ricerca antiquaria locale consentirà di conciliare gli obiettivi di un’indagine storica e
storiografica specialistica con quelli propri della Public History.