Panel 3 - Monuments men (and women) italiani: storytelling a tre voci per conoscere la storia e le storie e progettare il futuro del nostro patrimonio
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Data
2022Autore
Gianfrancesco, Manuele
Iossa, Vincenza
Martella, Massimo
Mendico, Mario Mirco
Rotasso, Paola
Metadata
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A distanza di quasi 80 anni, il racconto della storia della seconda guerra mondiale in Italia
continua ad arricchirsi grazie alla riscoperta di storie, quasi sconosciute, come quella delle
donne e degli uomini che hanno salvato il nostro patrimonio artistico. Per raccontarle sono
state utilizzate strategie narrative e canali comunicativi sia noti che innovativi, coinvolgendo
pubblici diversi in percorsi di acquisizione di conoscenza di una storia comune. Tre modi di
raccontare la stessa storia, colta da angolature diverse, per raggiungere pubblici diversi con
strategie, uso delle tecnologie, strumenti adatti a rendere quanto più patrimonio comune
possibile una storia ancora troppo poco nota.
Durante la seconda guerra mondiale, il generale Clark affermò che combattere in Italia
era come stare in “un maledetto museo”. Quel museo è sopravvissuto: racconta la nostra
storia e trasmette il valore universale della bellezza. Lo hanno salvato giovani funzionari
del Ministero della Educazione nazionale, eroi dai nomi poco noti: Rotondi, Lavagnino,
Argan, De Gregori, Guerrieri, Bucarelli, Wittgens. Grazie a loro possiamo ammirare e
mostrare al mondo i capolavori di Raffaello, Caravaggio, Giorgione, magnifici libri tra i
più antichi del patrimonio culturale non solo occidentale.
Questo storytelling incentrato sullo stesso tema ha visto l’incrociarsi nel racconto di
luoghi e comunità particolarmente segnate dalla guerra come quella di Minturno, sulla
Linea Gustav, non lontana da Montecassino, crocevia devastato dall’occupazione nazista,
dai bombardamenti, dalla presenza dei diversi eserciti che ne hanno stravolto il tessuto
urbano e sociale.
Compongono il panel tre esperienze: lo studio per il calendario ministeriale del MI 2021.
Gli uomini e le donne che salvarono l’Arte, il film Nel nome di Antea (Cinecittà Luce 2018) di Massimo Martella, il documentario Percorsi della memoria, realizzato da dipendenti
dell’Amministrazione Comunale di Minturno.
Queste narrazioni sono state proposte con successo di pubblico in alcune biblioteche
italiane, nei percorsi di alternanza scuola lavoro, nei musei, nelle scuole dove a volte le
proiezioni dei film sono state accompagnate da strumenti di gaming elettronico per gli
studenti, in spettacoli pubblici alla popolazione cittadina. È allo studio un game da tavolo
da realizzare nei prossimi mesi che racconterà in modo diverso la stessa storia.