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dc.contributor.authorFiore, Fabio
dc.date.accessioned2014-05-27T09:58:23Z
dc.date.available2014-05-27T09:58:23Z
dc.date.issued2013-05-15
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/10556/1330
dc.identifier.urihttp://dx.doi.org/10.14273/unisa-208
dc.description2011 - 2012en_US
dc.description.abstractOggetto della tesi di dottorato è stato lo studio dell’Impresa Non Lucrativa di Utilità Sociale (I.N.L.U.S.), introdotta dal d. lgs. n. 155 del 2006, con particolare riferimento alla sua applicazione agli enti ecclesiastici. Difatti, i numerosi richiami all’ente ecclesiastico contenuti nella disciplina sulle INLUS sono di tale portata da creare una sorta di decreto nel decreto che fanno dubitare della stessa opportunità di legiferare in occasione dell’introduzione dell’impresa sociale su una tipologia di enti, quale quella dell’ente ecclesiastico, dotata di peculiarità normative, strutturali e funzionali che ne avrebbero di converso giustificato una disciplina ad hoc, che avrebbe altresì evitato contrasti e sovrapposizioni normative. Una parte rilevante ed innovativa dello studio compiuto si è soffermato sull’analisi dell’imprenditorialità dell’ente ecclesiastico e ad una sua possibile applicazione delle procedure concorsuali. Quest’ultima, difatti, è una disputa che ha da sempre interessato e diviso gli studiosi delle materie ecclesiasticista e commercialista e che proprio con la normativa sull’impresa sociale ha trovato nuova linfa: proprio l’art. 15 del decreto I.N.L.U.S. dispone una penetrante deroga per gli enti ecclesiastici, non sottoposti all’applicazione della procedura della liquidazione coatta amministrativa come invece disposto per le altre tipologie di enti che abbiano acquisito la qualifica di impresa sociale. Lo studio di questa deroga è divenuto ancor più interessante ed attuale all’indomani delle prime pronunce di merito sulla questione dell’applicazione delle procedure concorsuali all’ente ecclesiastico-impresa sociale. Il definitivo cambio di rotta è rappresentato dalla sentenza emessa il 3 dicembre 2009 dal Tribunale civile di Paola, la quale ha stabilito che ove l’ente ecclesiastico si faccia imprenditore dovrà applicarsi la relativa disciplina ivi compresa quella fallimentare, poggiando tale assunto su due dati normativi: un requisito diretto e relativo all’art. 1 della l. fall., ed un requisito indiretto, che fa capo agli artt. 6 e 15 del d. lgs. n. 155 del 2006. Su tutte queste questioni e su uno sguardo all’applicazione di alcuni casi concreti della disciplina dell’impresa sociale si è soffermato lo studio da me compiuto nel ciclo dottorale e sviluppato nell’elaborato finale. [a cura dell'autore]en_US
dc.language.isoiten_US
dc.publisherUniversita degli studi di Salernoen_US
dc.subjectImpresa socialeen_US
dc.titleImpresa sociale ed ente ecclesiasticoen_US
dc.typeDoctoral Thesisen_US
dc.subject.miurIUS/11 DIRITTO CANONICO E DIRITTO ECCLESIASTICOen_US
dc.contributor.coordinatoreFolliero, Maria Cristinaen_US
dc.description.cicloXI n.s.en_US
dc.contributor.tutorFolliero, Maria Cristinaen_US
dc.identifier.DipartimentoStudi Internazionali di Diritto ed Etica dei Mercatien_US
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