dc.description.abstract | L’introduzione dei principi contabili internazionali nei Paesi appartenenti all’Unione Europea ha
prodotto diversi riflessi ed importanti cambiamenti sia nel settore privato sia nel settore pubblico.
La problematica del cambiamento contabile nelle amministrazioni pubbliche e, in particolare, del
processo di armonizzazione promosso a livello internazionale ha fatto sì che l’attenzione della
dottrina economico - aziendale in materia di principi contabili per il settore pubblico sia andata
fortemente incrementandosi negli ultimi anni (Farneti - Pozzoli, 2005; Zambon, 2006).
La riforma dei sistemi di misurazione (contabile ed extracontabile) costituisce il perno centrale di
tutti cambiamenti amministrati del settore pubblico e rientra nel filone di studio denominato ew
Public Management. La pietra angolare dei mutamenti del sistema informativo - contabile è
l'introduzione dell’accrual accounting nel settore pubblico a discapito della tradizionale contabilità
di cassa (cash accounting systems) (Lapsley, 1999).
La contabilità economico - patrimoniale è basata sull’opportunità di offrire informazioni che
miglioreranno sia le scelte di allocazione delle risorse sia le generali esigenze di accountability
poiché implica che tutti gli assets controllati da un ente debbano essere inseriti in bilancio e
sottoposti, dunque, ad un processo di valutazione. Nell’ambito dei processi di valutazione e
rappresentazione in bilancio dei beni del patrimonio, uno degli elementi più problematici è
rappresentato dalla recognition, dalla valuation e dalla disclosure delle attività immobilizzate, in
particolare degli heritage assets, cioè i beni d’interesse artistico, storico, archeologico o archivistico
e bibliografico.
Il presente lavoro di ricerca ha l’obiettivo di analizzare come i principi contabili internazionali (gli
IPSASs - International Public Sector Accounting Standards) siano applicati per la valutazione dei
beni di interesse storico – culturale ed in particolare la capacità dell’IPSAS 17 di soddisfare i
bisogni informativi degli utenti del bilancio degli enti locali relativamente agli heritage assets.
Il processo di ricerca si compone di tre capitoli: il primo capitolo si concentra prevalentemente sul
principio di accountability, sui destinatari del sistema informativo degli enti locali e sui relativi
bisogni informativi; il secondo capitolo analizza gli elementi definitori degli heritage assets, le loro
caratteristiche e, in funzione delle loro peculiarità, evidenzia i problemi legati alla rilevazione,
valutazione e disclosure di questa categoria di beni; il terzo capitolo presenta l’analisi empirica.
Considerando, quindi, da un lato i disclosure requirements avanzati dall’IPSAS 17 e dall’altro, il
bisogno di ricevere informazioni sui beni culturali da parte degli utenti degli enti locali, la domanda
di ricerca enunciata è: In che misura l’IPSAS 17 soddisfa i bisogni informativi degli utenti del
bilancio degli enti locali?
Il quesito della ricerca è basato su l’ipotesi negativa che L’IPSAS 17 non soddisfa i bisogni
informativi degli utenti degli enti locali dei paesi dell’Europa occidentale sugli heritage assets.
L’ipotesi è di tipo negativo poiché sia la letteratura (Christiaens, 2003; Marti, 2006; Sutclife, 2003),
sia la prassi (IFAC, 2006; CPA Australia, 2006) evidenziano che è presente un’incertezza circa la
capacità dell’IPSAS 17 (unico standard che disciplina gli heritage assets) di fornire le informazioni
che gli utilizzatori del bilancio ricercano sui beni d’interesse storico – culturale.
L’approccio metodologico utilizzato per perseguire l’obiettivo della ricerca è di tipo quantitativo
consistente nella conduzione di un’analisi empirica sui sindaci e assessori dei comuni italiani di
medio – grande dimensione.
In risposta alla domanda di ricerca, i risultati empirici hanno evidenziato che l’IPSAS 17 soddisfa i
bisogni informativi degli utenti dell’ente locale sugli heritage assets per una percentuale pari al
43% poiché essi hanno mostrato che i sindaci e gli assessori sono interessati a varie informazioni
non previste dal principio contabile internazionale. Questi risultati, quindi, non solo hanno
confermato l’ipotesi che lo standard in esame non soddisfa completamente le esigenze informative,
rilevando una percentuale di insoddisfazione pari al 57%, ma hanno fortificato anche quanto emerso
in letteratura sulla base delle precedenti ricerche.
I risultati empirici evidenziano non solo che gli utenti del bilancio degli enti locali sono fortemente
interessati alla ricezione d’informazioni riguardanti gli heritage assets ma sono state identificate
anche le notizie cui loro attribuiscono maggiore importanza e le ragioni per cui ricercano tali dati
nel prospetto. Si è evinto, quindi, che essi sono fortemente interessati ad informazioni descrittive e
di disclosure riguardanti i costi di conservazione, restauro e manutenzione degli heritage assets;
all’identificazione delle fonti di finanziamento per le sue acquisizioni; alla natura, dimensioni e
caratteristiche dei beni posseduti e così via; minore importanza, invece, è stata attribuita
all’inclusione in bilancio di un valore contabile espressivo delle potenzialità economiche dei beni
culturali posseduti.
Le principali ragioni che li spingono alla ricerca di tali informazioni sono, invece, la
rendicontazione politica e finanziaria, per gli assessori, e l’accountability politica e a misurazione
della performance per i sindaci, confermando, anche in questo caso, quanto emerso in letteratura.
Oltre alla discordanza tra il contenuto informativo previsto dallo standard e quello richiesto dagli
users, un altro grande problema riconosciuto all’IPSAS 17 è il mancato obbligo della rilevazione
dei beni di interesse storico – culturale; i risultati empirici hanno evidenziato che l’assenza di tale
imposizione è la principale ragione per cui gli utenti non procedono alla richiesta di informazioni
riguardanti tali beni. [a cura dell'autore] | en_US |