dc.description.abstract | Il mio lavoro di ricerca nasce da una riflessione sulla peculiarità della ricerca educativa, quella
peculiarità che avverte l’esigenza di dialogare con una duplice prospettiva quella teorica e quella
pratica, nel tentativo cioè di collocare la ricerca educativa in una pratica reale.
La pratica diviene allora contemporaneamente il punto di partenza della ricerca educativa
(situazione iniziale-domanda), e il punto finale del processo di ricerca, perché solo la pratica è in
grado di verificare, modificare o anche smentire le conclusioni di un processo di ricerca.
Il mio lavoro dal titolo DSA: Linee guida pedagogiche parte da una riflessione sulla relazione
educativa fino a giungere ad una sorta di teorizzazione pedagogica in grado di rendere concreta e
applicabile una progettazione educativa nei DSA.
I Disturbi Specifici dell’Apprendimento, costituiti da dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia,
sono disturbi dello sviluppo caratterizzati da una discrepanza tra le abilità riferibili alla categoria
degli apprendimenti della letto-scrittura, inferiore per età cronologica e classe frequentata, e livello
cognitivo che si presenta invece nella norma o superiore alla norma.
Si tratta di disturbi settoriali caratterizzati da un causa di natura neuro-biologica le cui
manifestazioni si esplicitano, in genere, con l’ingresso del bambino nella scuola primaria.
La necessità di elaborare un Progetto di Linee Guida Pedagogiche nei DSA è determinata dalla
volontà di offrire ai DSA una visibilità pedagogico-sociale nella consapevolezza che la dimensione
pedagogica è la dimensione prevalente nell’analisi, nello studio e soprattutto nell’intervento dei
DSA.
Il tentativo operato in questo lavoro è quello di far confluire le finalità e gli obiettivi di natura
legislativa e di natura clinica in un progetto più specificatamente pedagogico educativo, che possa
costituire per i docenti e gli educatori uno strumento di supporto alla propria azione professionale
attraverso un approccio integrato caratterizzato da un training formativo in grado di orientare l’agire
educativo della professionalità docente.
Il termine Linee Guida sta ad indicare un insieme sistematico di raccomandazioni, principi,
indicazioni, di vario genere, relativo a settori disciplinari diversi, redatto allo scopo di rendere
funzionale un’azione e orientare un comportamento.
Nel linguaggio quotidiano il termine è utilizzato nei più svariati contesti, da contesti giuridicoistituzionali
ai contesti educativo-scolastici fino a contesti più specificatamente medico-clinici.
In linea generale esse costituiscono un riferimento condiviso dalla comunità scientifica in grado di
orientare l’azione professionale di quanti operano in uno specifico settore.
La nostra ipotesi è quella di poter accompagnare quanti operano in contesti educativi con bambini,
giovani con DSA, attraverso Linee Guida Pedagogiche in grado da una parte, di soddisfare i criteri
scientifici per l’elaborazione di una Linea Guida forniti dall’Institute of Medicine, dall’altra di
fornire un supporto teorico-pratico alla relazione educativa nei DSA.
Il punto di partenza e il riferimento scientifico costante utilizzato sono le Linee Guida pubblicate
dalla Società Italiana di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA), condivise dai
Servizi Sanitari del territorio nazionale che costituiscono il modello teorico-pratico per la
definizione, la diagnosi, il trattamento e la gestione clinica dei DSA .
Esse assolvono una funzione di orientamento terapeutico e clinico, e sono costituite da diverse
sezioni: definizione, dati epidemiologici, aspetti eziologici, comorbilità, prognosi, indagine
diagnostica, riabilitazione e bibliografia scientifica di riferimento.
Sulla scia di questa struttura il modello che abbiamo elaborato prevede un riferimento alla relazione
educativa, ai processi di apprendimento di letto-scrittura, un riferimento scientifico ai DSA – dalla
definizione, ai modelli epistemologici di riferimento, alla progettazione educativa, ai riferimenti
normativi - fino ad una consapevolezza professionale rispetto al ruolo educativo del docente,
magistralità della propria azione professionale (incontro affettivo e detico con l’altro) costituito dal
Training Formativo .
Il progetto di Linee guida Pedagogiche, che presentiamo, si orienta su tre livelli di conoscenza:
• Livello di Consapevolezza Professionale, legato alla dimensione dell’essere, del conoscere e
del riconoscersi nella relazione educativa,
• (Livello Conoscitivo-Strumentale, legato invece alla dimensione del fare nella relazione
educativa, nello specifico nella relazione educativa con DSA,
• Livello di Consapevolezza Scientifico-pedagogica, legato infine alla possibilità di
riconoscere nel panorama scientifico la presenza di modelli teorici di riferimento e di
applicarli ai contesti educativi.
Nel mio lavoro di ricerca ho tentato di essere fedele ad un atteggiamento fenomenologico
ermeneutico, attento alla valorizzazione della persona, alla sfumatura del fenomeno senza sfuggire
però al criterio di scientificità che una Linea Guida deve soddisfare.
I criteri scientifici forniti dal’institute of Medicine Validità, Riproducibilità, Rappresentatività,
Applicabilità, Flessibilità, Chiarezza, Documentazione, Forza e Aggiornamento definiti
dal’institute of Medicine sono stati declinati in ambito pedagogico ed applicati al training
formativo elaborato.
I concetti di applicabilità, flessibilità e chiarezza Pedagogica costituiscono nel nostro Progetto di
Linee Guida le tre caratteristiche centrali per l’applicazione del modello proposto nella pratica
quotidiana.
L’applicabilità pedagogica fa, infatti, riferimento alla capacità di mettere in pratica un modello,
una proprietà, una teoria, la flessibilità pedagogica riguarda la capacità di adattare a seconda del
contesto o delle persone coinvolte in una relazione i contenuti di quella relazione, la chiarezza
pedagogica fa riferimento alla comprensione dei processi che sottendono i DSA da una parte, e
dall’altra alla comprensione significativa, che non si riduce dunque al semplice utilizzo, delle
strategie, delle tecnologie e degli strumenti compensativi che secondo la normativa vigente la
scuola deve essere in grado di garantire ad uno studente con diagnosi di DSA.
Il criterio di applicabilità pedagogica diviene in questo progetto la capacità del docente di costruire
un percorso di apprendimento concreto e fondato su presupposti metodologici le cui richieste
operative siano quantitativamente adeguate ai tempi e alle modalità di apprendimento del singolo
studente con DSA. Un’applicabilità pedagogica che si concretizza nella possibilità di utilizzare
strategie di apprendimento che privilegiano canali differenziati (visivi, uditivi), che integri nella
progettazione educativa l’utilizzo delle mappe concettuali come strumento di conoscenza degli
argomenti, che privilegi una didattica in grado di riproporre concetti e conoscenze attraverso
modalità e linguaggi differenti, che attribuisca maggiore importanza alla comunicazione orale, che
in definitiva utilizzi una strategia pedagogico-educativa attenta all’aspetto contenutistico, più che a
quello procedurale.
Strettamente connesso all’ applicabilità si presenta il criterio di flessibilità pedagogica legato alla
capacità di utilizzare una didattica flessibile che si adegui ai tempi ed alle modalità di
apprendimento delle studente con DSA. Il criterio di flessibilità pedagogica del docente diviene così
uno strumento a disposizione del discente in grado di sviluppare una capacità conoscitiva personale
e di conseguenza un’ applicazione consapevole di strategie e comportamenti utili per un efficace
processo di apprendimento.
Di particolare importanza risulta, infine, il criterio di chiarezza pedagogica, inteso in una duplice
modalità: da una parte legato alla comprensione del fenomeno DSA, dall’altra ad una comprensione
significativa delle strategie compensative e dispensative che la normativa vigente individua
nell’art.5 come misure educative e didattiche di supporto da utilizzare nella pratica quotidiana, in
classe.
Gli strumenti compensativi indicati dal Ministero della Pubblica Istruzione sono, ad esempio, la
tabella dei mesi, la tavola pitagorica, la tabella delle misure, dei numeri, la calcolatrice, il
registratore, il computer con i programmi di videoscrittura, il lettore vocale, mentre gli strumenti
dispensativi sono quelle misure che obbligano gli insegnanti a dispensare gli alunni con diagnosi di
DSA da attività specifiche quali: la lettura ad alta voce, lo studio mnemonico di tabelle, la scrittura
in corsivo e/o in stampato minuscolo, copia alla lavagna, interrogazioni non programmate ecc…
Il criterio di chiarezza pedagogica fa riferimento proprio a questo aspetto, la sola applicazione della
nota ministeriale non ha valore pedagogico, nel senso per cui non è sufficiente consentire l’utilizzo
di questi strumenti in classe per migliorare la comprensione e sviluppare competenze , Gli strumenti
compensativi e le misure dispensative costituiscono, nel panorama italiano, le due parole chiave di
una didattica specifica ai DSA.
Quello che ci preme evidenziare è che la semplice applicazione di questi strumenti, non ha alcuna
valenza pedagogica se non è supportata da una progettualità educativa consapevole, competente e
responsabile.
Validità Pedagogica
Il termine validità sta ad indicare la capacità di una tecnica, di un metodo o di un percorso di
raggiungere gli obiettivi prefissati.
Nell’ambito della ricerca il concetto di validità ha una sua complessità epistemologica, che ci porta
a distinguerne diverse dimensioni. La validità pedagogica nel nostro caso, è intesa come la capacità
di raggiungere obiettivi educativi attraverso una’azione consapevole, intenzionale e progettuale
pedagogicamente orientata, che parte dalla descrizione e dalla comprensione dell’evento iniziale.
L’evento iniziale si configura come la consapevolezza dei fattori e degli elementi coinvolti nel caso
di DSA e la possibilità che il docente sia in grado di progettare un’azione educativa
pedagogicamente valida, ossia che tenga conto della diversa attivazione dei processi di
apprendimento del proprio alunno con DSA (evento iniziale), creando le condizioni per consentirgli
di raggiungere, nei tempi del gruppo classe ma con strategie e modalità individualizzate, gli
obiettivi prefissati, gli stessi del gruppo classe (gli obiettivi di apprendimento non devono, nel caso
di DSA, essere ridotti o ridimensionati, piuttosto devono essere individualizzati e adattati alle
esigenze del singolo studente.)
La validità pedagogica del training formativo proposto si configura, invece, come l’azione
progettuale pedagogicamente orientata sostenuta da riferimenti scientifici che aiutano il docente e
quanti lavorano nella relazione educativa con DSA alla comprensione dell’evento iniziale.
Riproducibilità Pedagogica.
Il concetto di riproducibilità richiama la possibilità che un evento, un metodo o un percorso
possano essere in qualche modo riprodotti.
Nel nostro caso il concetto di riproducibilità pedagogica assume una funzione particolare che non
fa riferimento alla relazione educativa in quanto “la prassi pedagogica è per principio non
ripetibile.” La riproducibilità pedagogica fa dunque riferimento da una parte alle ricorrenze del
fenomeno DSA (indicatori, caratteristiche specificità del disturbo), e dall’altro alla riproducibilità
degli strumenti da utilizzare durante un percorso di apprendimento con DSA (tabelle, strumenti
compensativi, mappe concettuali).
La riproducibilità pedagogica del training formativo proposto è invece legata alla possibilità di
utilizzare alcuni tra gli strumenti (schede, esercitazioni) in contesti formativi differenti adattandoli
alle esigenze degli utenti.
Rappresentatività Pedagogica
Utilizziamo in questo lavoro il termine rappresentatività pedagogica per indicare una capacità delle
Linee Guida Pedagogiche ai DSA, non tanto di riassumere i caratteri principali di una teoria o di un
orientamento, quanto piuttosto, quello di essere rappresentative di un Progetto multidisciplinare che
ritrova nell’azione didattico-educativa la dimensione pedagogica del fare, per poter essere in
maniera efficace nella relazione educativa con DSA.
La rappresentatività pedagogica del training, infine, è interpretata come l’applicazione del progetto
multidisciplinare al contesto formativo, nel tentativo di essere rappresentativo delle esigenze dei
soggetti coinvolti nel training stesso.
I criteri di documentazione, aggiornamento e forza pedagogica sono relativi alla dimensione
teorico operativa del Progetto di Linee Guida Pedagogiche nei DSA, quindi al training formativo
elaborato.
In questo senso la documentazione pedagogica fa riferimento alla capacità da parte dei docenti di
redigere un Piano Educativo Personalizzato la cui progettualità pedagogica, fondata su una
consapevolezza dei DSA, sia sostenuta da un processo di osservazione. Nelle nostre Linee Guida
Pedagogiche, facciamo riferimento ad una progettualità fondata su un’osservazione di tipo
scientifico che si declina in una duplice dimensione:
• Osservazione diretta del bambino negli aspetti relazionali e nei comportamenti messi in
atto rispetto agli impegni scolastici;
• Osservazione Indiretta, legata invece alla capacità docente di utilizzare, come risorsa per
la propria azione educativa, la documentazione esistente, da quella di tipo diagnostico, ai
materiali che la famiglia ritiene funzionali all’apprendimento del bambino.
Il concetto di aggiornamento fa riferimento alla capacità di adeguare la propria professionalità e le
proprie competenze all’ incremento delle conoscenze scientifiche in uno specifico settore.
Il criterio di aggiornamento pedagogico, se da una parte è legato alla normativa di riferimento,
dall’altra è legato alla flessibilità della professionalità docente in grado di modificare l’azione
educativa, in uno specifico settore, quando la comunità scientifica, orientando le proprie ricerche in
quella direzione, offre nuovi modelli di riferimento, nuovi spunti di riflessione alla propria azione
professionale.
Il criterio di forza pedagogica, infine, definisce la capacità multidimensionale e multi progettuale
delle Linee Guida Pedagogiche, per la pluralità degli orientamenti, dei contributi e delle risorse
coinvolte.
La forza pedagogica diviene il criterio in grado di operare una progettualità educativa condivisa
nella convinzione che un processo pedagogico di apprendimento possa realizzarsi attraverso metodi,
modalità e strumenti differenti e differenziati, ma l’impegno della comunità educante sta nella
condivisione degli obiettivi educativi e nel senso consapevole della propria azione professionale. [a cura dell'autore] | en_US |