Josephson junctions, quantum interference devices and applications in the field of dark matter search
Abstract
In questa Tesi di Dottorato, io e il mio supervisor, il Prof. Roberto De Luca, abbiamo analizzato
alcuni particolari dispositivi superconduttori, le giunzioni Josephson e gli SQUIDs
(Superconducting Quantum Interference Devices), da un punto di vista semi-classico e quantistico.
Con la collaborazione di alcuni professori russi, i Professori Larisa Zherikhina e Andrej Tshovrebov
del Lebedev Institute of RAS (Russian Academy of Sciences), a Mosca, Russia and il Prof. George
Izmailov del Moscow Aviation Institute (MAI), anche a Mosca. Applicazioni di questi dispositivi
(in particolare degli SQUIDs) come rivelatori di Materia Oscura sono state considerate.
Noi dapprima descriviamo la nostra attività teorica sulle giunzioni Josephson e gli SQUIDs, e poi
sottolineiamo il ruolo degli SQUID come rivelatori di Materia Oscura.
Iniziamo con l’analisi microscopica di una catena lineare di N superconduttori, per cui abbiamo
considerato interazioni solo tra primi vicini.
Nel particolare caso di N = 2 superconduttori accoppiati, così che essi formano una giunzione
Josephson, abbiamo ottenuto le stesse relazioni caratterizzanti il modello di Feynman, che descrive,
da un punto di vista quantistico, questo sistema. I risultati confermano la validità del modello semiclassico
di Ohta, che rappresenta l’estensione del modello di Feynman a una giunzione Josephson
connessa a una sorgente di f.e.m.
Abbiamo poi analizzato le proprietà teoriche delle giunzioni Josephson a doppia barriera e a tripla
barriera (DBJJ e TBJJ rispettivamente).
Per la DBJJ, che è un sistema superconduttivo a tre elettrodi, in cui l’elettrodo intermedio è
considerato come un puro sistema quantistico, abbiamo ipotizzato accoppiamenti non omogenei tra
gli elettrodi superconduttivi 1-2 e 2-3. La costante di accoppiamento tra gli elettrodi 1-3 si prende
piccola in confronto alle precedenti.
Per la TBJJ, un sistema superconduttivo a quattro elettrodi, in cui gli elettrodi più interni sono
trattati come un puro sistema quantistico, le costanti di accoppiamento tra i layers 1-2, 2-3 e 3-4
sono diverse, così anche in questo caso non abbiamo accoppiamenti omogenei, e le costanti di
accoppiamento tra 1-3 e 2-4 sono considerate minori di quelle precedenti. Per scopo di semplicità,
prendiamo la differenza di fase superconduttiva degli elettrodi più interni 2 e 3 uguali a zero. Sotto
queste ipotesi, usando il modello semi-classico di Ohta, abbiamo ottenuto la relazione corrente-fase
(CPR) per questi sistemi. Si nota che questa relazione è diversa da quella sinusoidale, che
caratterizza la semplice giunzione Josephson (SJJ), ed è in buon accordo sia con i risultati teorici
ottenuti da Brinkmann, basati su un approccio microscopico, e anche con i risultati sperimentali
trovati da Nevirkovets et al. Gli ultimi risultati sono basati sull’osservazione dei passi di Shapiro, e
l’analisi delle loro ampiezze in funzione della d.d.p. applicata... [a cura dell'autore]