L'istituto del project financing nell'ambito del partenariato pubblico-privato
Abstract
Nella presente tesi di dottorato sono stati analizzati i tratti caratterizzanti dell’istituto del project fiancing, ritenuto un modello per la realizzazione di opere pubbliche senza oneri finanziari per la Pubblica Amministrazione, nell'ambito dei più generali strumenti di partenariato pubblico-privato, tenendo conto delle (non poche) modifiche normative operate dal legislatore.
Riferito l’ambito di applicazione dell’istituto, che assume oggi una fisionomia radicalmente diversa da quella delineata dalla legge 11 novembre 1998, n. 415, specie a seguito della novella operata dal D.Lgs. n. 152/2008, recante il “terzo decreto correttivo”, fino si è reso necessario esaminare le fasi in cui si snoda l’iter procedurale, che in linea generale si articola in due sub procedimenti: il primo di selezione del progetto di pubblico interesse; il secondo di gara ad evidenza pubblica sulla base del progetto dichiarato di pubblica utilità, configurandosi una fattispecie a formazione progressiva.
Sono stati, infine, tenuti in considerazione i principi dettati in fase giurisdizionale dall’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, con la sentenza 28 gennaio 2012, n. 1, che ha rilevato che nel procedimento di project financing, articolato in più fasi, l’atto di scelta del promotore determina una immediata posizione di vantaggio per il soggetto prescelto e un definitivo arresto procedimentale per i concorrenti non prescelti. L’onere di immediata impugnazione dell’atto di scelta del promotore garantisce, infatti, che in tempi rapidi (attesa l’applicabilità dello speciale rito abbreviato per i contratti pubblici) si raggiunga certezza sulla legittimità della scelta della procedura, con evidente vantaggio per i successivi snodi della stessa. [a cura dell'autore]