Américanité e québécité a confronto. Sulla strada del "roman de la route".
Abstract
Lo scopo di questo studio è l’analisi terminologica, storica, mitica e letteraria dell’américanité quebecchese attraverso l’esempio letterario di alcuni “romans de la route”. L’analisi intende andare oltre l’apparente tautologia del termine “américanité”, la sua concezione di “concept poubelle” – “concetto spazzatura” – e di “fourre-tout” – “guazzabuglio tematico” -, al fine di sottolineare l’américanité come fondamento identitario del Québec, come di tutte collettività americane. La tesi approfondisce quindi il senso di rottura, di distacco, di riscatto e di distanza politica, ideologica, mitica e letteraria tanto dall’ascendenza dei modelli europei quanto dall’influenza dei modelli americani. Un breve excursus storico-sociale e politico riassume la situazione di continuità rispetto ai modelli della madrepatria che si verifica durante il periodo della “Nouvelle-France”, gli andirivieni tra continuità e discontinuità del Canada francese durante il periodo della “Survivance”, fino alla rottura marcata del Quebec contemporaneo che si definisce tra la “Révolution Tranquille” e i referendum per la “Souveraineté”. Lo studio intende provare che l’alterità, l’ibridità, il cosmopolitismo e il transculturalismo sono gli aspetti fondamentali di un’américanité alternativa, quell’américanité che l’unica provincia francofona del Canada sta cercando di affermare da trent’anni: dall’esempio dell’“americanidad” latino-americana alla iniziale presa di coscienza della propria “américanitude” e “québécitude”, fino all’affermazione ancora in corso della propria “québécité”. Tale percorso identitario è ampiamente rappresentato in alcuni dei romanzi quebecchesi della strada più noti e importanti degli ultimi trent’anni: De quoi t’ennuies-tu Éveline? di Gabrielle Roy, Volkswagen blues di Jacques Poulin, Petit homme tornade di Roch Carrier, Le voyageur distrait di Gilles Archambault, Vendredi-Friday e Heureux qui comme Ulysse di Alain Poissant, Les faux fuyants di Monique LaRue, Carnets de naufrage e Chercher le vent di Guillaume Vigneault sono i romanzi che meglio evidenziano, nella letteratura quebecchese postmoderna, i percorsi storici, politici e mitici dell’américanité, che va aprendosi alla Latino-américanité e alla transaméricanité. Questi romanzi e i loro autori attraversano da un lato il mito della “mouvance” – intesa sia come movimento, nomadismo sia come influenza della cultura statunitense -, il mito del rinnovamento perpetuo alla base dell’archemito americano e il mito della felicità e dell’armonia, dall’altro, il mito del Self-Made Man ovvero il sogno americano del successo materiale. Attraverso l’ibridità di stili, linguaggi e contenuti del road book e del road movie statunitensi, la tesi dimostra come i “romans de la route” decostruiscono, demitizzano e criticano l’universo statunitense, al fine di affermare la differenza culturale quebecchese tra le molteplici américanités continentali. Questi romanzi evidenziano quindi la distanza del Québec dall’américanisme economico e globalizzante degli USA, per trarre infine la parte migliore del modello culturale e letterario statunitense e costruire un proprio mito, una propria letteratura, una propria endemica, alternativa e condivisa américanité. [a cura dell'autore]