Divina scriptura mundus est intelligibilis. L’ermeneutica biblica nel pensiero di Giovanni Scoto Eriugena
Abstract
La tesi dottorale di Andrea Cavallini, dal titolo ‘Divina Scriptura mundus est intelligibilis’. L’ermeneutica biblica nel
pensiero di Giovanni Scoto Eriugena, prende le mosse dalla constatazione che, nell’ormai vasto panorama della
bibliografia eriugeniana, non esistono monografie che esaminino Giovanni Scoto nella sua attività di interprete
della Bibbia. L’opera eriugeniana conta solo due scritti che si possono definire ‘esegetici’ in senso tecnico:
un’omelia sul prologo di Giovanni e alcuni frammenti di un commento incompleto al quarto Vangelo.
Nell’economia del pensiero di Giovanni Scoto, tuttavia, il ruolo giocato dall’ermeneutica biblica è ben più
importante di quanto i due scritti suddetti possano far pensare. Anzitutto perché la presenza dell’esegesi nel
corpus eriugeniano supera di gran lunga i confini del genere letterario: almeno tre (se non quattro) dei cinque libri
che costituiscono il Periphyseon, l’opera più ampia e impegnativa di Giovanni Scoto, sono dedicati alla spiegazione
continua del racconto genesiaco della creazione, costituendo così un vero ‘Esamerone’, seppur in forma di
dialogo filosofico. Inoltre, se si intende la pratica esegetica in senso ampio, come interpretazione della Scrittura
anche al di fuori della cornice del commento continuo al testo, va rilevato che temi biblici sono presenti anche
nelle altre opere eriugeniane. Ma, al di là di un discorso quantitativo, il motivo di interesse è soprattutto
speculativo. Diversamente da altri autori a lui contemporanei, che si sono limitati ad esercitare l’esegesi o a
dichiararne l’importanza o a esporne la metodologia, Giovanni Scoto teorizza una precisa funzione
dell’ermeneutica biblica all’interno di un sistema coerente di pensiero. La tesi è divisa in due parti. La prima,
intitolata ‘Bibbia ed esegesi nell’epoca carolingia e nell’opera di Giovanni Scoto’, dopo aver tracciato un quadro
dell’esegesi carolingia (c. 1), presenta le opere esegetiche eriugeniane e discute l’attribuzione a Giovanni Scoto di
un commento sul vangelo di Matteo (c. 2); valuta inoltre il ruolo dell’ermeneutica biblica nel De praedestinatione e
nel Periphyseon (c. 3). La seconda parte, intitolata ‘Principî ed esempi di esegesi eriugeniana’, analizza la concezione
della Scrittura, nella sua ragion d’essere, origine e forma linguistica (c. 4), studia il ruolo dell’esegesi biblica nella
ricerca della verità (c. 5), e nella discussione teologica (c. 6).
The doctoral thesis of Andrea Cavallini, entitled ‘Divina Scriptura mundus est intelligibilis’. Biblical hermeneutics in the
thought of John Scottus Eriugena, starts from the observation that, in the now vast panorama of eriugenian
bibliography, there are no monographs that examine John Scottus in his work as an interpreter of the Bible.
There are only two eriugenian works what might be called ‘exegetical’ in the technical sense: an homily on the
prologue of John and some fragments of an incomplete commentary on the fourth Gospel. In the economy of
the thought of John Scottus, however, the role played by biblical hermeneutics is more important than the two
above-mentioned writings might suggest. Firstly, because the presence of exegesis in the eriugenian corpus far
exceeds the boundaries of the genre: at least three (if not four) of the five books that constitute the Periphyseon,
the largest and most challenging work of John Scottus, are devoted to the explanation of the Genesis story of
creation, thus constituting a true ‘Exameron’, albeit in the form of philosophical dialogue. Also, if one intends
the exegetical practice broadly, as an interpretation of Scripture even outside the framework of continuous
commentary on the text, it should be noted that biblical themes are also present in other eriugenian works. But,
beyond the quantity, the source of interest is mainly speculative. Unlike other contemporary authors, who were
limited to exercise or to declare the importance of exegesis or outline the methodology, John Scottus theorizes a
precise function of biblical hermeneutics within a coherent system of thought. The thesis is divided into two
parts. The first, entitled ‘Bible and exegesis of the Carolingian era and work of John Scottus’, after drawing a
picture of Carolingian exegesis (c. 1), presents the exegetical works of Eriugena and discusses the assignment to
John Scottus of a commentary on the Gospel of Matthew (c. 2); also assess the role of biblical hermeneutics in
De praedestinatione and Periphyseon (c. 3). The second part, entitled ‘Principles and examples of eriugenian exegesis’,
analyzes the concept of Scripture, in its essence, origin and linguistic form (c. 4), studies the role of biblical
exegesis in the search for truth (c . 5), and in theological discussion (c. 6). [a cura dell'autore]