La malaria nel salernitano durante il periodo bellico e post- bellico
Abstract
Gli autori descrivono la malaria nel Salernitano e ne danno la misura, per gli anni dal 1940 al 1953, riferendo sulla morbosità, perniciosità e mortalità, oltre che sull'anofelismo, sia prima che dopo I' uso degli insetticidi di contatto e soprattutto del DDT. Essi concludono con risultati lusinghieri sia per la caduta a zero della morbosità e mortalità specifiche sia per la quasi completa scomparsa dell' anofelismo nelle zone trattate, anche dopo un anno di sospensione della disinfestazione. Segnalano uno scarsissimo anofelismo residuo di «zona periferica», non trattata, che può infiltrarsi, però non superando i Km. 3, anche in «zona protetta» cioè disinfestata. Trattasi comunque di anofelismo residuo che, anche qualitativamente, si differenzia da quello preesistente al trattamento con DDT perché, contrariamente al primo, è fatto da specie e razze anofeline non androfile. Infine gli autori si dichiarano d'accordo con altri studiosi, non identificando la bonifica con la caduta a zero della malaria a seguito della didittizzazione, che pertanto non deve fare da cortina fumogena ai problemi della bonifica integrale, i quali permangono immanenti anche dopo cosi brillanti risultati sulla malaria e quindi vanno tenuti nella giusta considerazione.