Il laboratorio della nuova sapienza nella prima scuola domenicana: opere e pensiero di Guerrico di Saint-Quentin
Abstract
Il lavoro è strutturato in quattro capitoli, ai quali si aggiunge un’appendice. Nel primo capitolo, è proposta una ricostruzione delle notizie biografiche relative a Guerrico, fondata su una rassegna delle fonti e su una chiarificazione di alcuni elementi, quali le date riguardanti la nascita, la morte e l’insegnamento presso lo studium di Bologna. Il secondo capitolo, dedicato alle opere e strutturato in forma schematica, riassume e discute i dati presenti nei repertori e vagliati dalla letteratura secondaria circa i codici e i folia che contengono i testi attribuiti o attribuibili al domenicano, gli incipit e gli explicit degli stessi, nonché i problemi relativi all’autenticità delle opere. Il capitolo è completato da una raccolta di dati forniti dai cataloghi dei fondi manoscritti e dalle varie fonti degli autori dei repertori e degli studiosi. Inoltre, in presenza di eccessive discordanze tra i dati forniti dalla letteratura, si propone la correzione di eventuali errori e il chiarimento di alcuni punti incerti. Il terzo capitolo è dedicato all’esegesi biblica di Guerrico e all’individuazione ed esposizione della metodologia esegetica applicata. I testi in appendice – l’edizione dei capitoli I e XI della Postilla in Librum Sapientiae – consentono al lettore di verificare tale metodologia. Il quarto capitolo, dedicato alla teologia della visio beatifica, rappresenta il cuore speculativo del lavoro. Dopo un’attenta ricostruzione delle fonti e dei testi citati da Guerrico e dai suoi interlocutori nelle dispute sul tema e dopo la trattazione delle premesse psicologiche e gnoseologiche, si procede ad una particolareggiata analisi delle dispute e delle solutiones del maestro. Il lavoro è completato da una cospicua bibliografia delle fonti e della letteratura secondaria.
La personalità intellettuale di Guerrico che emerge dall’indagine è molto complessa, tormentata, costantemente in ballo tra l’ortodossia e il fascino trasgressivo dell’eterodossia, capace di grosse intuizioni speculative, importanti innovazioni e succose anticipazioni, ma anche di ambiguità dovute alla mancanza di forti basi teoriche. Le giustificazioni non mancano: il clima culturale dei primi decenni del tredicesimo secolo è ancora troppo arcaico, la terminologia teologica e filosofica, dato anche l’avvento dei testi aristotelici, è spesso incerta. Ma questi tentennamenti speculativi e queste insistenti indecisioni, se da un lato impediscono la costruzione di un solido sistema di pensiero, dall’altro costituiscono un deposito, per quanto confuso e disordinato, ricco di idee e di spunti da cui i futuri grandi teologi dell’ordine non disdegneranno di attingere. [a cura dell'autore]