Il contenzioso tra Ucraina e Federazione russa davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo
Abstract
Numerous interstate appeals are currently pending before the European
Court of Human Rights between Ukraine and Russia. In this article, I will deal with
the three most interesting cases. The first case concerns the events surrounding
Russia's seizure of control over Crimea. The European Court issued an admissibility
decision in 2021. The most significant aspect concerns the question of the nature
(territorial or extraterritorial) of Russia's jurisdiction over Crimea under Article 1 of
the ECHR. The Court, in essence, held that Russia had jurisdiction on the basis of the
criterion of "effective control" of the territory. However, some passages of the decision
are somewhat ambiguous, because although the Court stated that it would not rule on
the legality of Russia's annexation of Crimea, it also seems to rule out the legality of
that annexation. The part of the Court’s decision devoted to the prima facie finding of
unlawful administrative practices conducted by Russia is also interesting. The second
case concerns alleged systematic human rights violations committed by Russia in the
occupied regions of Donetsk and Luhansk prior to the 2022 invasion. Also in this case,
which has not yet been decided, the problem of the relationship between territorial and
extraterritorial jurisdiction under Article 1 of the ECHR comes to light. The third case
concerns a claim by Ukraine against Russia for events after the February 2022 invasion. The Court has issued some provisional measures for now. Finally, the article
concludes with some observations on the phenomenon of the growth of interstate
human rights appeals. My thesis is that this phenomenon should be positively assessed;
and that in many cases the state actor legitimately pursues both the protection of its
own interests and the protection of collective interests embodied in human rights
treaties. Attualmente dinanzi alla Corte europea dei diritti dell’uomo sono
pendenti molti ricorsi interstatali fra Ucraina e Russia. In questo articolo mi occupo solo
dei tre casi più interessanti. Il primo caso riguarda gli eventi relativi all’assunzione di
controllo della Crimea da parte della Russia. La Corte europea ha emesso una decisione
di ammissibilità nel 2021. L’aspetto più significativo riguarda la questione della natura
(territoriale o extraterritoriale) della giurisdizione della Russia sulla Crimea ai sensi
dell’art. 1 della CEDU. La Corte ha, in sostanza, affermato che la Russia aveva
giurisdizione sulla base del criterio del “controllo effettivo” del territorio. Tuttavia, alcuni passaggi della decisione sono un po’ ambigui, perché la Corte, pur avendo dichiarato che
non intendeva pronunciarsi sulla legalità dell’annessione della Crimea da parte della
Russia, sembra anche escludere la legalità di tale annessione. È interessante anche la parte
della decisione della Corte dedicata all’accertamento, prima facie, delle prassi
amministrative illecite condotte dalla Russia. Il secondo caso riguarda pretese violazioni
sistematiche dei diritti umani commesse dalla Russia nelle regioni occupate di Donetsk e
Luhansk prima dell’invasione del 2022. Anche in questo caso, non ancora deciso, viene
in luce il problema del rapporto fra giurisdizione territoriale ed extraterritoriale ex art.1
della CEDU. Il terzo caso riguarda un ricorso dell’Ucraina contro la Russia per eventi
successivi all’invasione del febbraio 2022. La Corte ha per ora emesso alcune misure
provvisorie. Infine, l’articolo si conclude con alcune osservazioni sul fenomeno della
crescita dei ricorsi interstatali in materia di diritti umani. La mia tesi è che tale fenomeno
debba essere valutato positivamente; e che in molti casi lo Stato attore persegua,
legittimamente, sia la tutela di interessi propri che quella di interessi collettivi incorporati
nei trattati sui diritti umani.