Ipse est nostra pax. Alleanza, pace e cittadinanza in efesini 2,11-22: suggestioni dall’ideologia imperiale coeva
Abstract
La densità semantica del linguaggio della pace – con il suo carattere universale – in Ef 2,11-
22 è valorizzata frequentemente nella ricerca esegetica. Parimenti sono numerosi gli autori che ri-
levano la possibilità di una sottostante contrapposizione tra l’impiego di questo linguaggio, servente
all’annuncio cristologico, e l’enfatizzazione del carattere universale della Pax Romana nelle fonti
greche e romane del periodo altoimperiale. Muovendo da tali premesse, l’obiettivo del contributo è
duplice: 1) una valutazione critica dei pregi e dei limiti delle posizioni esegetiche appena accennate;
2) una focalizzazione sulle fonti extrabibliche coeve, di ambiente greco-romano, nelle quali il riferimento alla pace, legata all’imperium sine fine e intesa come portato dell’azione benefica (e unilate-
rale) dei principes, sia espresso, come in Ef 2, con il ricorso alle categorie giuridiche del patto e
dell’alleanza e con il riferimento al tema della cittadinanza The semantic density of the language of peace and its universal connotation in Eph 2:11-22 is
frequently underlined in exegetical research. Similarly, numerous authors highlight the potential un-
derlying contrast between the use of this language, serving the Christological proclamation, and the
emphasis on the universal nature of the Pax Romana in the Greek and Roman sources of the early
imperial period. Building upon these premises, the aim of this paper is twofold: 1) a critical evaluation
of the merits and limits of the aforementioned exegetical opinions; 2) a focus on contemporary extra-
biblical sources in the Greco-Roman context, where references to peace, linked to the imperium sine
fine and understood as a result of the beneficial (and unilateral) politics of the principes, are expres-
sed, as in Eph 2, through the use of covenant and alliance juridical language and with the reference
to the theme of citizenship