Luoghi e modalità della riflessione filosofica nei Moralia in Iob di Gregorio Magno
Abstract
The aim of the thesis is to propose a philosophical reading of Gregory the Great’s Moralia in Iob.
With the exception of a volume published in the early 2000s which mainly highlights its
Christological-ecclesiological character, the work has never been studied in its entirety, but rather
analyzed in single aspects (e.g. the Gregorian interpretation of precise verses), rarely considered from
the philosophical point of view. The study of the Gregorian text is divided into four parts,
corresponding to as many chapters. The first section of the work is dedicated to the genesis and
structure of the Moralia in Iob, considered particularly significant for the construction of the
hypothesis of attributing a philosophical value to the work; specifically, the interweaving of the
author's account of the personal crisis, the narration of the crisis of the sixth century and that of the
salvific role of the lectio comunitaria, analyzed starting from the dedicatory epistle of the Moralia,
provides the coordinates for understanding the link between the work and the context in which it is
written, which justifies the manifestation, in the writing, of an extreme sensitivity to the suffering of
the human condition. This element contributes, together with the stratified structure of the work that
makes it an articulated reflection on human existence and its relationship with the divine, to the
legitimacy of a philosophical reading of the writing, which is specifically proposed starting from the
identification, in the text of the Moralia, of passages in which Gregorian reflection is centered on
issues that are now normally considered philosophical: language, soul, body, knowledge, the mandivine relationship, ordo, time, being, will, the relationship between grace and free will, the problem
of evil and sin, research, the reason-faith relationship, the relationship with otherness. An analysis of
the text of the Moralia conducted in this sense occupies the entire second section of the work, in
which the content of the Gregorian writing is divided on the basis of the structure commonly associated with the book of Job. For the analysis of each passage considered significant, due to the
complexity that emerged from the first section of the work, its relationship with the verse or verses
commented is taken into account. This is useful to establish to what extent Gregorian reflections
depend on the commented text and, in some specific cases, at what level of interpretation (literal,
allegorical or moral) they are placed. The overall consideration of the results of this survey makes it
possible, in the third section of the work, to reconstruct the positions taken by Gregory on the issues
in question and to highlight the peculiarities: specifically, it is deemed appropriate first of all to
establish those that in the course of the examination have been repeatedly considered the most general
'frames' within which Gregory has almost always inserted his reflection, that is to say the relationship
between the interior and exterior dimensions, the relationship between creator and creature and the
relationship with otherness. The issues, organized into sections on the basis of mutual affinities, are
subsequently associated with the relevant macro-area (or macro-areas) and analyzed both from the
point of view of the contents of Gregorian reflection and from that of the methodology used. In the
last section of the work the point is made on the actual role attributable to philosophy in relation to
the Gregorian experience: first of all it is considered appropriate to provide a brief excursus on the
status of philosophy in the Early Middle Ages, certainly less defined than the value that the discipline
will acquire with the birth of universities; secondly, a terminological investigation into the presence
of the terms philosophi and philosophia in Gregorian production reveals the dominant presence of a
certain type of condemnation of philosophy (common to other medieval authors) and a single
occurrence of vera philosophia expression, praised as an exemplary behavior assumed by Job and for
which a value linked to the correct use of language is hypothesized; thirdly, the emphasis is placed
on the fact that the idea of philosophy which, in the analysis of the Moralia proposed, constitutes the criterion for the selection and juxtaposition of passages judged to be philosophical, does not in any
case correspond to the conception that the author had of philosophia, which makes it necessary, in
the last part of the thesis, to establish to what extent Gregorian reflection was judged philosophical
in the following medieval centuries, up to the approach reserved for Gregory's writings in the context
of contemporary historiography, in particular in some textbooks of the history of medieval
philosophy. Finally, an investigation into the presence (or absence) of Gregory in them makes it
possible to define the reading of the Moralia proposed as an 'extension' of an attempt already started
but not in-depth, for which reference to the studies on Gregory already remains unavoidable. They
are collected, together with the sources, in the final section dedicated to the bibliography. [edited by Author] Scopo del lavoro di tesi è proporre una lettura filosofica dei Moralia in Iob di Gregorio Magno. Fatta
eccezione per un volume pubblicato nei primi anni Duemila che ne evidenzia principalmente il
carattere cristologico-ecclesiologico, l’opera non è mai stata resa integralmente oggetto di studio,
quanto piuttosto di indagini che tendono a soffermarsi su singoli aspetti (es. l’interpretazione
gregoriana di precisi versetti), raramente considerandoli dal punto di vista filosofico. L’indagine sul
testo gregoriano è stata divisa in quattro parti, corrispondenti ad altrettanti capitoli. La prima sezione
del lavoro è dedicata alla genesi e alla struttura dei Moralia in Iob, giudicate particolarmente
significative per la costruzione dell’ipotesi di attribuzione di un valore filosofico all’opera; nello
specifico, l’intreccio tra il racconto della crisi personale dell’autore, la narrazione della crisi del secolo
VI e del ruolo salvifico della lectio comunitaria, analizzato a partire dall’epistola dedicatoria dei
Moralia, fornisce le coordinate per la comprensione del legame tra l’opera e il contesto in cui viene
redatta, che giustifica la manifestazione, nello scritto, di un’estrema sensibilità alla drammaticità della
condizione umana. Tale elemento contribuisce, assieme alla struttura stratificata dell’opera che, come
mostrato nel dettaglio dall’analisi proposta, la rende un’articolata riflessione sull’esistenza umana e
sulla sua relazione con il divino, alla legittimazione di una lettura filosofica dello scritto, che è nello
specifico stata proposta a partire dall’individuazione, nel testo dei Moralia, di passaggi in cui la
riflessione gregoriana è incentrata su temi oggi di norma considerati filosofici: il linguaggio, l’anima,
il corpo, la conoscenza, il rapporto uomo-divino, l’ordo, il tempo, l’essere, la volontà, il rapporto tra
grazia e libero arbitrio, il problema del male e del peccato, la ricerca, il rapporto ragione-fede, la
relazione con l’altro da sé. Un’analisi del testo dei Moralia condotta in questo senso occupa l’intera
seconda sezione del lavoro, in cui il contenuto dello scritto gregoriano è stato suddiviso sulla base
della struttura comunemente associata al libro di Giobbe. Per l’analisi di ogni passaggio giudicato
significativo si è tenuto conto, in virtù della complessità emersa dalla prima sezione del lavoro, del
suo rapporto con il versetto o i versetti commentati o, nel caso di digressioni, di cui si è discusso nei
luoghi testuali immediatamente precedenti; ciò è stato utile a stabilire in che misura le riflessioni
gregoriane dipendono dal testo commentato e, in alcuni casi specifici, a quale livello interpretativo
(letterale, allegorico o morale) si collocano. La considerazione complessiva dei risultati di tale
indagine ha consentito, nella terza sezione del lavoro, di procedere alla ricostruzione delle posizioni
assunte da Gregorio rispetto ai temi in questione e di evidenziarne le peculiarità: nello specifico si è
reputato opportuno anzitutto fissare quelle che nel corso della disamina sono state più volte
considerate le ‘cornici’ più generali entro le quali Gregorio ha pressoché sempre inserito la sua
riflessione, vale a dire la relazione tra dimensione interiore ed esteriore, il rapporto tra creatore e
creatura e la relazione con l’altro da sé. I temi, organizzati in sezioni sulla base delle reciproche
affinità, sono stati in seguito associati alla macro-area (o alle macro-aree) di pertinenza e analizzati
sia dal punto di vista dei contenuti della riflessione gregoriana sia da quello della metodologia
adoperata. Nella quarta e ultima sezione del lavoro si è fatto il punto sull’effettivo ruolo attribuibile
alla filosofia in relazione all’esperienza gregoriana: in primo luogo si è ritenuto opportuno fornire un
breve excursus sullo status della filosofia nell’Alto Medioevo, certamente meno definito di quello
che la disciplina acquisirà con la nascita delle università; in secondo luogo, un’indagine terminologica
sulla presenza dei termini ‘philosophi’ e ‘philosophia’ nella produzione gregoriana ha rivelato la
presenza dominante di un certo tipo di condanna della filosofia (comune ad altri autori medievali) e
un’unica occorrenza dell’espressione vera philosophia, lodata in quanto comportamento esemplare
assunto da Giobbe e per la quale si è ipotizzato un valore legato al corretto utilizzo del linguaggio; in
terzo luogo, si è posto l’accento sul fatto che l’idea di filosofia che, nell’analisi dei Moralia proposta,
costituisce il criterio di selezione e accostamento dei passaggi giudicati filosofici non corrisponde in
ogni caso alla concezione che l’autore aveva della philosophia, il che ha reso necessario, nell’ultima
parte del lavoro, stabilire in che misura la riflessione gregoriana sia stata giudicata filosofica nei secoli
medievali successivi, fino ad arrivare all’approccio riservato agli scritti di Gregorio nell’ambito della
storiografia contemporanea, in particolare in alcuni manuali di storia della filosofia medievale.
Un’indagine sulla presenza (o assenza) in essi di Gregorio ha infine permesso di definire la lettura
dei Moralia proposta come una ‘estensione’ di un tentativo in parte già avviato ma non approfondito,
per il quale resta tuttavia imprescindibile il riferimento agli studi su Gregorio già condotti e raccolti,
insieme alle fonti, nella sezione finale dedicata alla bibliografia. [a cura dell'Autore]