Show simple item record

dc.date.accessioned2024-06-28T08:29:24Z
dc.date.available2024-06-28T08:29:24Z
dc.description2020 - 2021it_IT
dc.description.abstractThe aim of the thesis is to propose a philosophical reading of Gregory the Great’s Moralia in Iob. With the exception of a volume published in the early 2000s which mainly highlights its Christological-ecclesiological character, the work has never been studied in its entirety, but rather analyzed in single aspects (e.g. the Gregorian interpretation of precise verses), rarely considered from the philosophical point of view. The study of the Gregorian text is divided into four parts, corresponding to as many chapters. The first section of the work is dedicated to the genesis and structure of the Moralia in Iob, considered particularly significant for the construction of the hypothesis of attributing a philosophical value to the work; specifically, the interweaving of the author's account of the personal crisis, the narration of the crisis of the sixth century and that of the salvific role of the lectio comunitaria, analyzed starting from the dedicatory epistle of the Moralia, provides the coordinates for understanding the link between the work and the context in which it is written, which justifies the manifestation, in the writing, of an extreme sensitivity to the suffering of the human condition. This element contributes, together with the stratified structure of the work that makes it an articulated reflection on human existence and its relationship with the divine, to the legitimacy of a philosophical reading of the writing, which is specifically proposed starting from the identification, in the text of the Moralia, of passages in which Gregorian reflection is centered on issues that are now normally considered philosophical: language, soul, body, knowledge, the mandivine relationship, ordo, time, being, will, the relationship between grace and free will, the problem of evil and sin, research, the reason-faith relationship, the relationship with otherness. An analysis of the text of the Moralia conducted in this sense occupies the entire second section of the work, in which the content of the Gregorian writing is divided on the basis of the structure commonly associated with the book of Job. For the analysis of each passage considered significant, due to the complexity that emerged from the first section of the work, its relationship with the verse or verses commented is taken into account. This is useful to establish to what extent Gregorian reflections depend on the commented text and, in some specific cases, at what level of interpretation (literal, allegorical or moral) they are placed. The overall consideration of the results of this survey makes it possible, in the third section of the work, to reconstruct the positions taken by Gregory on the issues in question and to highlight the peculiarities: specifically, it is deemed appropriate first of all to establish those that in the course of the examination have been repeatedly considered the most general 'frames' within which Gregory has almost always inserted his reflection, that is to say the relationship between the interior and exterior dimensions, the relationship between creator and creature and the relationship with otherness. The issues, organized into sections on the basis of mutual affinities, are subsequently associated with the relevant macro-area (or macro-areas) and analyzed both from the point of view of the contents of Gregorian reflection and from that of the methodology used. In the last section of the work the point is made on the actual role attributable to philosophy in relation to the Gregorian experience: first of all it is considered appropriate to provide a brief excursus on the status of philosophy in the Early Middle Ages, certainly less defined than the value that the discipline will acquire with the birth of universities; secondly, a terminological investigation into the presence of the terms philosophi and philosophia in Gregorian production reveals the dominant presence of a certain type of condemnation of philosophy (common to other medieval authors) and a single occurrence of vera philosophia expression, praised as an exemplary behavior assumed by Job and for which a value linked to the correct use of language is hypothesized; thirdly, the emphasis is placed on the fact that the idea of philosophy which, in the analysis of the Moralia proposed, constitutes the criterion for the selection and juxtaposition of passages judged to be philosophical, does not in any case correspond to the conception that the author had of philosophia, which makes it necessary, in the last part of the thesis, to establish to what extent Gregorian reflection was judged philosophical in the following medieval centuries, up to the approach reserved for Gregory's writings in the context of contemporary historiography, in particular in some textbooks of the history of medieval philosophy. Finally, an investigation into the presence (or absence) of Gregory in them makes it possible to define the reading of the Moralia proposed as an 'extension' of an attempt already started but not in-depth, for which reference to the studies on Gregory already remains unavoidable. They are collected, together with the sources, in the final section dedicated to the bibliography. [edited by Author]
dc.description.abstractScopo del lavoro di tesi è proporre una lettura filosofica dei Moralia in Iob di Gregorio Magno. Fatta eccezione per un volume pubblicato nei primi anni Duemila che ne evidenzia principalmente il carattere cristologico-ecclesiologico, l’opera non è mai stata resa integralmente oggetto di studio, quanto piuttosto di indagini che tendono a soffermarsi su singoli aspetti (es. l’interpretazione gregoriana di precisi versetti), raramente considerandoli dal punto di vista filosofico. L’indagine sul testo gregoriano è stata divisa in quattro parti, corrispondenti ad altrettanti capitoli. La prima sezione del lavoro è dedicata alla genesi e alla struttura dei Moralia in Iob, giudicate particolarmente significative per la costruzione dell’ipotesi di attribuzione di un valore filosofico all’opera; nello specifico, l’intreccio tra il racconto della crisi personale dell’autore, la narrazione della crisi del secolo VI e del ruolo salvifico della lectio comunitaria, analizzato a partire dall’epistola dedicatoria dei Moralia, fornisce le coordinate per la comprensione del legame tra l’opera e il contesto in cui viene redatta, che giustifica la manifestazione, nello scritto, di un’estrema sensibilità alla drammaticità della condizione umana. Tale elemento contribuisce, assieme alla struttura stratificata dell’opera che, come mostrato nel dettaglio dall’analisi proposta, la rende un’articolata riflessione sull’esistenza umana e sulla sua relazione con il divino, alla legittimazione di una lettura filosofica dello scritto, che è nello specifico stata proposta a partire dall’individuazione, nel testo dei Moralia, di passaggi in cui la riflessione gregoriana è incentrata su temi oggi di norma considerati filosofici: il linguaggio, l’anima, il corpo, la conoscenza, il rapporto uomo-divino, l’ordo, il tempo, l’essere, la volontà, il rapporto tra grazia e libero arbitrio, il problema del male e del peccato, la ricerca, il rapporto ragione-fede, la relazione con l’altro da sé. Un’analisi del testo dei Moralia condotta in questo senso occupa l’intera seconda sezione del lavoro, in cui il contenuto dello scritto gregoriano è stato suddiviso sulla base della struttura comunemente associata al libro di Giobbe. Per l’analisi di ogni passaggio giudicato significativo si è tenuto conto, in virtù della complessità emersa dalla prima sezione del lavoro, del suo rapporto con il versetto o i versetti commentati o, nel caso di digressioni, di cui si è discusso nei luoghi testuali immediatamente precedenti; ciò è stato utile a stabilire in che misura le riflessioni gregoriane dipendono dal testo commentato e, in alcuni casi specifici, a quale livello interpretativo (letterale, allegorico o morale) si collocano. La considerazione complessiva dei risultati di tale indagine ha consentito, nella terza sezione del lavoro, di procedere alla ricostruzione delle posizioni assunte da Gregorio rispetto ai temi in questione e di evidenziarne le peculiarità: nello specifico si è reputato opportuno anzitutto fissare quelle che nel corso della disamina sono state più volte considerate le ‘cornici’ più generali entro le quali Gregorio ha pressoché sempre inserito la sua riflessione, vale a dire la relazione tra dimensione interiore ed esteriore, il rapporto tra creatore e creatura e la relazione con l’altro da sé. I temi, organizzati in sezioni sulla base delle reciproche affinità, sono stati in seguito associati alla macro-area (o alle macro-aree) di pertinenza e analizzati sia dal punto di vista dei contenuti della riflessione gregoriana sia da quello della metodologia adoperata. Nella quarta e ultima sezione del lavoro si è fatto il punto sull’effettivo ruolo attribuibile alla filosofia in relazione all’esperienza gregoriana: in primo luogo si è ritenuto opportuno fornire un breve excursus sullo status della filosofia nell’Alto Medioevo, certamente meno definito di quello che la disciplina acquisirà con la nascita delle università; in secondo luogo, un’indagine terminologica sulla presenza dei termini ‘philosophi’ e ‘philosophia’ nella produzione gregoriana ha rivelato la presenza dominante di un certo tipo di condanna della filosofia (comune ad altri autori medievali) e un’unica occorrenza dell’espressione vera philosophia, lodata in quanto comportamento esemplare assunto da Giobbe e per la quale si è ipotizzato un valore legato al corretto utilizzo del linguaggio; in terzo luogo, si è posto l’accento sul fatto che l’idea di filosofia che, nell’analisi dei Moralia proposta, costituisce il criterio di selezione e accostamento dei passaggi giudicati filosofici non corrisponde in ogni caso alla concezione che l’autore aveva della philosophia, il che ha reso necessario, nell’ultima parte del lavoro, stabilire in che misura la riflessione gregoriana sia stata giudicata filosofica nei secoli medievali successivi, fino ad arrivare all’approccio riservato agli scritti di Gregorio nell’ambito della storiografia contemporanea, in particolare in alcuni manuali di storia della filosofia medievale. Un’indagine sulla presenza (o assenza) in essi di Gregorio ha infine permesso di definire la lettura dei Moralia proposta come una ‘estensione’ di un tentativo in parte già avviato ma non approfondito, per il quale resta tuttavia imprescindibile il riferimento agli studi su Gregorio già condotti e raccolti, insieme alle fonti, nella sezione finale dedicata alla bibliografia. [a cura dell'Autore]it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.subject.miurM-FIL/08 STORIA DELLA FILOSOFIA MEDIEVALEit_IT
dc.contributor.coordinatoreD’Onofrio, Giulioit_IT
dc.description.cicloXXXIV cicloit_IT
dc.contributor.tutorBisogno, Armandoit_IT
dc.identifier.DipartimentoScienze del Patrimonio Culturaleit_IT
dc.titleLuoghi e modalità della riflessione filosofica nei Moralia in Iob di Gregorio Magnoit_IT
dc.contributor.authorD’Urso, Raffaella
dc.date.issued2022-07-29
dc.identifier.urihttp://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/7183
dc.identifier.urihttp://dx.doi.org/10.14273/unisa-5232
dc.typeDoctoral Thesisit_IT
dc.subjectGregorio Magnoit_IT
dc.subjectFilosofia medievaleit_IT
dc.subjectMoralia in iobit_IT
dc.publisher.alternativeUniversita degli studi di Salernoit_IT
 Find Full text

Files in this item

Thumbnail
Thumbnail

This item appears in the following Collection(s)

Show simple item record