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dc.contributor.authorMoccia, Giuseppina
dc.date.accessioned2024-09-30T11:11:17Z
dc.date.available2024-09-30T11:11:17Z
dc.date.issued2022-03-16
dc.identifier.urihttp://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/7429
dc.description2020 - 2021it_IT
dc.description.abstractLa sanità in Italia occupa più del 7% del Prodotto Interno Lordo nazionale (PIL) ed in media rappresenta circa l’80% dei bilanci regionali. Questi due semplici dati, in un contesto di evidente progressione dell’invecchiamento della popolazione, sono sufficienti a stimare in modo attendibile lo sviluppo del settore sanitario in termini socio-economici. Negli ultimi anni, i servizi sanitari e assistenziali italiani sono sempre più interessati ad un miglioramento qualitativo dei loro servizi e questo loro interesse è dettato da un lato dalla necessità di rendere disponibili servizi più adeguati alle crescenti aspettative della popolazione, dall’altro dall’esigenza di ridurre i costi, aumentando di conseguenza l’efficienza, al fine di contenere l’esplosivo trend di crescita della spesa sanitaria nazionale. In questo scenario, le organizzazioni sanitarie e le aziende che producono beni e servizi correlati devono garantire efficacia, efficienza e qualità per proteggere la salute e l’equità di accesso ai servizi. Anche se è possibile misurare e migliorare le prestazioni sanitarie attraverso l’utilizzo di indicatori appropriati, spesso non puntuali, tali prestazioni sanitarie hanno una variabilità intrinseca relativa a fattori non modificabili e non prevedibili. Ad esempio, il fattore umano, fondamentale per la fornitura di servizi sanitari, è condizionato dalla possibilità del verificarsi errori o eventi avversi non controllabili, come le infezioni correlate all’assistenza. Tuttavia, esiste un rischio specifico, per i pazienti in quanto tali, collegabile a errori o effetti negativi della attività clinico-assistenziale, configurati nella definizione di evento avverso, oltre alle infezioni correlate all’assistenza. Tale termine unisce come situazione di rischio le imprevedibili reazioni biologiche dei pazienti con le reazioni determinate da mancanze umane o del sistema in cui vengono erogate le cure. Si sta diffondendo, quindi, la cultura di applicare, anche in medicina, modelli per la sicurezza sviluppati in contesti fondati sul principio che l’errore, anche quando è direttamente umano, è imputabile a carenze di garanzie del sistema organizzativo in cui si sviluppano i processi operativi e che utilizzano processi proattivi piuttosto che reattivi. L’affermazione “to err is human” viene utilizzata sempre più per enfatizzare e caratterizzare gli interventi da realizzare che devono essere essenzialmente strutturali e di sistema permettendo di eliminare la responsabilità del singolo operatore. Bisogna tener conto, purtroppo, anche della legge di Murphy e, quindi, non dimenticare che se un evento avverso può verificarsi esiste un’alta possibilità che ciò avvenga e pertanto bisogna adottare delle tecniche e dei metodi di gestione del Rischio Clinico capaci di prevenire ed eliminare qualunque possibilità all’errore di materializzarsi. I metodi finora conosciuti ed utilizzati non hanno la capacità di darci questa garanzia di efficacia, ma se appropriatamente utilizzati si sono dimostrati capaci di ridurre in modo significativo il numero di errori in sanità. Qualunque organizzazione sanitaria che focalizzi l’attenzione primaria sull’efficacia attraverso un percorso imperniato sulla qualità deve utilizzare in modo ottimale un programma per la gestione dei rischi. A monte di qualunque approccio “definitivo” per gestire ed eliminare l’errore in corsia deve essere sempre previsto un sistema di analisi e verifica del contesto della realtà sanitaria presa in esame. Riveste, quindi, un ruolo fondamentale la presenza di un metodo di “Incident Reporting” all’interno della struttura sanitaria che possa mettere in evidenza quali sono le aree di maggiore criticità e più bisognevoli di interventi gestionali. Anche gestire il rischio, purtroppo, ha un costo e conoscere e pianificare un intervento deve essere supportato da dati di reale necessità al fine della razionalizzazione della spesa. [a cura dell'Autore]it_IT
dc.description.abstractHealthcare in Italy occupies more than 7% of the Gross National Product (GDP) and on average represents about 80% of regional budgets. These two simple data, in a context of evident progres-sion of population aging, are sufficient to reliably estimate the development of the health sector in socio-economic terms. In recent years, Italian health and welfare services have been increasingly in-terested in improving the quality of their services and this interest is dictated on the one hand by the need to make available services that are more adequate to the growing expectations of the popula-tion, and on the other by the need to reduce costs, thus increasing efficiency, in order to contain the explosive growth trend of national health expenditure. In this scenario, healthcare organizations and companies producing related goods and services must ensure effectiveness, efficiency and quality to protect health and equity of access to services. Although it is possible to measure and improve health care performance through the use of appropriate, often non-point indicators, such health care performance has inherent variability related to factors that cannot be changed or predicted. For ex-ample, the human factor, which is fundamental to the delivery of health services, is affected by the possibility of the occurrence of errors or uncontrollable adverse events, such as care-related infec-tions. However, there is a specific risk, for patients as such, that can be linked to errors or adverse effects of clinical-assistance activities, configured in the definition of an adverse event, in addition to care-related infections. This term combines as a risk situation the unpredictable biological reactions of pa-tients with reactions caused by human failures or those of the system in which care is provided. Therefore, the culture of applying, even in medicine, safety models developed in contexts based on the principle that error, even when it is directly human, is attributable to shortcomings in the organi-zational system in which operational processes are developed and which use proactive rather than reactive processes, is spreading. The statement "to err is human" is increasingly being used to emphasize and characterize the inter-ventions to be implemented, which must be essentially structural and systemic, allowing the respon-sibility of the individual operator to be eliminated. Unfortunately, Murphy's Law must also be taken into account and, therefore, it must not be forgotten that if an adverse event can occur, there is a high possibility that it will happen and, therefore, it is necessary to adopt techniques and methods of Clinical Risk Management capable of preventing and eliminating any possibility of error materializ-ing. The methods known and used up to now do not have the capacity to give us this guarantee of efficacy, but if used appropriately they have shown themselves capable of significantly reducing the number of errors in healthcare. Any healthcare organization that focuses primarily on effectiveness through a quality-driven approach must make optimal use of a risk management program. Upstream of any "definitive" approach to managing and eliminating errors in the ward, there must always be a system of analysis and verification of the context of the healthcare situation under ex-amination. Therefore, a fundamental role is played by the presence of an "Incident Reporting" method within the healthcare structure that can highlight the most critical areas and those most in need of management intervention. Even managing risk, unfortunately, has a cost and knowing and planning an intervention must be supported by data of real need in order to rationalize spending. [edited by Author]it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.publisherUniversita degli studi di Salernoit_IT
dc.subjectInfezioni nosocomialiit_IT
dc.subjectIgiene ospedalierait_IT
dc.subjectManagment sanitarioit_IT
dc.titleLa Sicurezza in Ospedale: dalla tradizione all’innovazione. Elaborazione di un piano di intervento multimodale per la riduzione del rischio infezioni nosocomialiit_IT
dc.typeDoctoral Thesisit_IT
dc.subject.miurMED/42 IGIENE GENERALE E APPLICATAit_IT
dc.contributor.coordinatoreMonteleone, Palmieroit_IT
dc.description.cicloXXXIV cicloit_IT
dc.contributor.tutorVecchione, Carmineit_IT
dc.contributor.cotutorDe Caro, Francescoit_IT
dc.identifier.DipartimentoDipartimento di Medicina, Chirurgia e Odontoiatriait_IT
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