Macchie, emulazioni e simmetrie nel cielo della Luna
Abstract
All’inizio del Paradiso, Dante offre un’interpretazione delle macchie lunari che rappresenta un superamento della teoria del raro e del denso di origine
averroistica da lui sostenuta nel Convivio. L’articolo
mette in evidenza che l’argomentazione degli specchi addotta per la spiegazione delle macchie lunari
(Par. II, 97-105), non deve essere considerata come
un esperimento di fisica o di ottica, ma come un semplice esercizio di logica da eseguirsi mentalmente.
Per quanto concerne l’aspetto poetico, nel Canto II e
III del Paradiso Dante utilizza il mito di Narciso non
solo per impreziosire i suoi versi, ma anche come
modello a cui comparare l’atto di negazione
dell’amor sui e l’abbandono totale alla volontà
divina di Piccarda. Alcuni critici descrivono quest’ultima come una figura ancora legata alle sue vicende
terrene, mentre deve essere invece considerata come
una beata che ha ormai conseguito la pienezza della
felicità cristiana (beatitudo). Il saggio, inoltre, evidenzia la funzione simbolica e strutturale dei numeri
in un Canto importante, sotto l’aspetto numerologico, come il III del Paradiso e il settantesimo della
Divina Commedia. At the beginning of Paradise, Dante offers an interpretation of the moon spots that represents an overcoming of the Averroistic theory of the rare and the
dense that he sustained in Convivio. The article
highlights that the argumentation of the mirrors
used to explain the moon spots (Par. II, 97-105),
should not be considered as a physics or optics experiment, but as a simple exercise of logic to be performed mentally. As far as the poetic aspect is concerned, in Canto II and III of Paradise Dante uses the
myth of Narcissus not only to embellish his verses,
but also as a model to which to compare Piccarda’s
act of denial of amor sui, and her total abandonment
to the divine will. Some critics describe her as a figure
still tied to her earthly affairs, whereas she instead
must be considered as a blessed woman who has now
achieved the fullness of Christian happiness (beatitudo). The essay, moreover, highlights the symbolic
and structural function of numbers in a Canto as important, under the numerological aspect, as the III of
Paradise and the seventieth of the Divine Comedy.