Imprimere al mondo la forma dell’occhio. Metamorfosi della sfera nel pensiero di un teatro atmosferico
Abstract
Nell’evocare il noto testo di Georges Poulet, Le metamorfosi del cerchio (1961), il titolo del contributo intende alludervi nell’approccio trasversale,
che propone di far dialogare diverse accezioni,
concezioni e incarnazioni della figura “sferica”,
nel contesto delle pratiche e delle riflessioni sulla
scena. L’ipotesi alla base del saggio è che contemporaneamente all’affermazione del modello di
Teatro all’italiana esista una direttrice che propone in vari modi soluzioni connotate dalla linea
curva e dalla forma sferica che ha improntato la
nostra forma mentis in merito al luogo teatrale. In
generale il modello “sferico” (o emisferico) risponde alla ricerca sulla percezione di “infinito” e
di sconfinamento dello sguardo oltre la cornice.
Categorie che coincidono con questa “alternativa”
sono quelle sintetizzate da Étienne Souriau come
“cubico” e “sferico” (Le cube et la Sphère, 1948). In
questa prospettiva, motivo fondamentale e filo
conduttore sono le poetiche e le pratiche della luce
in scena. The title of the contribution refers to Georges Poulet's essay on The Metamorphosis of the Circle
(1961), evoking its transversal approach, aiming
to bring into dialogue different meanings, conceptions and examples of the “spherical” figure, in the
context of practices and reflections on theatre.
The hypothesis at the basis of the essay is that
alongside the affirmation of the model of the
“Teatro all’italiana” proposes in various ways solutions characterised by the curved line and
spherical form, unlike the scenic “box” marked by
orthogonal lines typical of the dominant theatre
(Italian-style), which has influenced our forma
mentis regarding the theatrical space. Generally
speaking, the “spherical” (or hemispherical)
model responds to the research on the perception
of infinity and of the extension of the gaze beyond
the frame. Categories that coincide with this “alternative” are those summarised by Étienne
Souriau as “cubic” and “spherical” (Le cube et la
Sphère, 1948). In this context the aesthetics and
practices of lighting ‘design’ are a main reference.
URI
http://sinestesieonline.it/wp-content/uploads/2023/05/19_Sinestesieonline39_Grazioli.pdfhttp://elea.unisa.it/xmlui/handle/10556/7593